I paradossi dell'India. Tende all'ombra dei grattacieli. A Gurgaon
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I paradossi dell'India. Tende all'ombra dei grattacieli. A Gurgaon

Anche alberghi a cinque stelle e appartamenti di lusso si ritrovano senza acqua, gas ed elettricità. E i poveri "addetti alla manutenzione" vivono peggio dei dalit

L'India è sempre stato il paese dei contrasti. Che oggi, complice il desiderio di essere riconosciuta in tutto il mondo come grande potenza pur senza avere le capacità politiche, economiche e manageriali per diventarlo, appaiono giorno dopo giorno più forti. Ne è un esempio Gurgaon, una località alla periferia di New Delhi sorta come zona economica esclusiva e poi trasformata (più o meno legalmente) in un quartiere residenziale per nuovi ricchi in cui i grattacieli lussuosissimi convivono con le tende dei poverissimi incaricati di occuparsi di ogni tipo di manutenzione.

Eppure, il Subcontinente è talmente arretrato che anche i "borghesi" indiani che sono riusciti a mettere da parte la somma necessaria per acquistare un appartamento a Gurgaon lamentano "scarsi e irregolari" approvvigionamenti di acqua ed energia. Nonostante la necessità di garantire acqua ed elettricità ai ricchi abbia già costretto i poveri che lavorano in questa "zona residenziale" a vivere, se possibile, in condizioni ancora più disagiate di quelle della media della popolazione indiana.

Lo conferma Sakira Kapoor, che dopo aver investito una grossa fetta di risparmi per affittare un appartamento a Gurgaon a 300mila dollari lamenta di non riuscire neppure a fare la doccia con la facilità che avrebbe sperato. Ma come è possibile che in un'area in cui sono stati costruiti centri commerciali, hotel a cinque stelle e campi da golf i residenti debbano scegliere, tutte le mattine, se lavare la parte superiore o inferiore del corpo perché l'acqua non è sufficiente per una doccia "completa"? E per quale motivo le coppie devono alternarsi se vogliono leggere qualche pagina prima di addormentarsi perché tenere due lampade accese contemporaneamente comporta un esaurimento più rapido delle scorte di elettricità a disposizione dell'appartamento?

Chi si è trasferito a Gurgaun spendendo la maggior parte dei propri risparmi per garantirsi una vita che, nella media del Subcontinete, avrebbe dovuto essere piena di comodità, non è disposto ad accettare così tante limitazioni. E ne attribuisce la colpa agli operai incaricati di curare la manutenzione degli impianti. Gli stessi a cui, nell'intento di garantire più acqua, gas ed elettricittà possibile ai residenti facoltosi, l'accesso alle risorse (e non solo) viene di fatto negato. Costringendoli a vivere peggio degli intoccabili.

Ma non è certo colpa loro se Gurgaon rischia oggi il collasso. Sono stati istruiti a svolgere determinate mansioni in maniera ripetitiva e, nei limiti delle loro capacità ed abilità, lo fanno. Il vero problema è che impianti e infrastrutture sono stati costruiti male. Tant'é che anche una buona parte delle (nuovissime) strade è solcata da crepe profonde, e anche il sistema fognario non funziona.

Il numero di privati che hanno deciso di acquistare bombole di gas e riserve di acqua per i "momenti di emergenza" è cresciuto in maniera esponenziale. Ma da quando le interruzioni di luce, acqua e gas sono diventate troppo frequenti, anche i più ricchi sono stati costretti a saltare qualche doccia o a cenare al lume di candela.

Contemporaneamente, è molto importante ricordare che se nel 2001 i residenti di Gurgaon erano "appena" 900mila, oggi hanno superato il milione e mezzo. I costruttori non hanno avuto difficoltà a intascarsi gli anticipi degli acquisti e degli affitti, ma quando poi si è trattato di investire nelle infrastrutture si sono tirati indietro. O meglio, alcuni hanno effettivamente messo in piedi un "circuito alternativo", ma gli aiuti statali su cui avevano sperato non sono mai arrivati. E ora è assolutamente necessario escogitare un piano B prima che la borghesia di New Delhi decida, in massa, di trasferirsi altrove.

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Claudia Astarita

Amo l'Asia in (quasi) tutte le sue sfaccettature, ecco perché cerco di trascorrerci più tempo possibile. Dopo aver lavorato per anni come ricercatrice a New Delhi e Hong Kong, per qualche anno osserverò l'Oriente dalla quella che è considerata essere la città più vivibile del mondo: Melbourne. Insegno Culture and Business Practice in Asia ad RMIT University,  Asia and the World a The University of Melbourne e mi occupo di India per il Centro Militare di Studi Strategici di Roma. Su Twitter mi trovate a @castaritaHK, via email a astarita@graduate.hku.hk

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