Siria: è Khorosan il nuovo nemico degli Stati Uniti
I primi raid americani hanno colpito le postazioni di un piccolo ma combattivo gruppo qaedista che (a differenza dell'Isis) mira a rilanciare la jihad globale
I raid effettuati dagli Stati Uniti in Siria hanno colpito 14 postazioni degli jiahdisti sunniti dello Stato Islamico (Isis) ma anche otto postazioni del meno noto ma estremamente pericolso gruppo qaedista 'Khorasan', sospettato di preparare un imminente attacco contro gli interessi americani ed europei, anche reclutando shahid occidentali. Questo gruppo e la sua guida, il 33enne Muhsin al Fadhli, sarebbero, secondo l'intelligence americana, un pericolo assai più serio dell'Isis in territorio statunitense. E punterebbero, sempre secondo la Cia, a realizzare un nuovo 11 settembre colpendo al cuore gli Stati Uniti così come Osama Bin Laden fece nel 2001.
L'obiettivo di Khorasan
Le differenze tra i due gruppi (Isis e Khorosan) sono notevoli. L'Isis punta a creare un califfato tra Iraq e Siria, ma per ora, non sembra essere intenzionato a esportare la jihad fuori da quel territorio ben delimitato. Al Fahdi è invece un seguace della dottrina di Al Qaeda secondo la quale il Grande Nemico, l'America, deve essere colpita ovunque: dentro e fuori i suoi confini.
In Siria e Iraq Khorasan punterebbe anche a sottrarre all'Isis (fatta salva la possibilità di alleanze tattiche in funzione antiamericana) gli occidentali convertiti all'Islam che si recano in Medioriente per combattere per il califfato. Il motivo è semplice: vuole addestrarli all'uso degli esplosivi e poi rimandarli in Europa o negli Stati Uniti per compiere degli attentati.
La carriera di un terrorista
Il piano di Muhsin al Fadhli è molto lucido. Mentre tutti gli occhi sono puntati sull'Isis, lui, con Khorasan, vuole infliggere un colpo mortale agli Stati Uniti. Benché molto giovane, lo yemenita è sempre stato ai vertici di Al Qaeda. Pochi fedelissimi erano stati messi al corrente dell'attacco alle Torri Gemelli da parte di Bin Laden; lui era uno di quelli. E aveva solo 19 anni.
Dopo l'11 settembre, al Fadhli ha fatto carriera. Ha combattuto in Afghanistan, Cecenia e in Iraq. Era diventato così famoso che George W, Bush inserì il suo nome in un discorso del 2005. Poi si è eclissato. L'intelligence americana però non ha perduto del tutto le sue tracce. Sapeva che al Fadhli era impegnato nel reclumento di combattenti in Pakistan e in Afghanistan.
Ora, la sua tattica lo ha portato a fare il contrario: arruolare miliziani islamici in Medioriente per usarli negli Usa. A Washington ne sono sicuri. Se c'è qualcuno che vuole un nuovo 11 settembre è proprio lui, il famoso capo di Khorasan.