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(Ansa)
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Inchiesta per corruzione su Milano-Cortina 2026; una macchia sulla bandiera olimpica

Le accuse e le perquisizioni di oggi arrivano dopo le mille nubi che da anni si addensano sui giochi invernali di casa nostra. Finora mal gestiti

La bandiera delle olimpiadi è famosa in tutto il mondo per i suoi 5 cerchi che però fanno passare in secondo piano il resto della stoffa: bianca, immacolata, brillante. La notizia dell’inchiesta e degli indagati su alcune attività legate ai Giochi di Milano-Cortina 2026 sono una bella macchia che rischia di rovinare non solo la bandiera ma anche la faccia di molti. Anche perché l’arrivo delle Guardia di Finanza negli uffici della Fondazione e nelle sedi di alcune aziende come a casa di certi personaggi è una di quelle cose che l’Olimpiade amplifica come un megafono gigante.

Il garantismo, che condivido, ci dice che solo la Cassazione (tra una decina d’anni) ci dirà se gli indagati di oggi siano colpevoli; ad oggi sono innocenti. Ma la macchia sulla bandiera bianca ormai c’è, ed è anche bella grossa. Un po’ per l’accusa, corruzione, che dal punto di vista giudiziario è proprio il reato più distante della sportività, un po’ per il fatto che non chiama in causa comprimari o figure di secondo piano ma addirittura l’ex amministratore delegato della Fondazione Milano-Cortina, Vincenzo Novari.

Il problema poi è che a guardar bene, la macchia di oggi non è l’unica. Già il fatto che l’appena citato Novari sia stato «silurato» a furor di popolo dopo quasi tre anni di gestione a dir poco complicate spiega come i lavori soprattutto nella fase iniziale abbiano portato a risultati a dir poco scarsio. E se pensate che siano parole ed idee nostre beh, riprendiamo le parole del Presidente del Coni, Giovanni Malagò, che un anno fa ammetteva che «A Milano-Cortina si è perso tempo…» oppure «Milano-Cortina è un calvario...» Dichiarazioni analoghe a quelle di molti altri addetti ai lavori e protagonisti della politica. Ecco, la politica.

Uno dei grandi mali di questa avventura che zoppica da sempre, è proprio la politica. Provate voi a mettere d’accordo il governo, due presidenti di regione, un paio di sindaci famosi oltre ai dirigenti sportivi di prima fascia, tutti vogliosi e desiderosi di metterci la faccia, la bandierina: impossibile. Le voci degli attriti tra i leghisti Zaia e Fontana (con alle spalle Salvini) ed il dem Sala circolano a Milano da anni. Per non parlare proprio del siluramento di Novari, che dopo un annetto non voleva più nessuno ma restava al suo posto semplicemente perché non c'era nessuno disposto a sparare il colpo di pistola decisivo; si aspettava che fosse l'altro. E così si è andati avanti con l’agonia per mesi fino a quando non è arrivato Mario Draghi a palazzo Chigi che da bravo non politico ma soprattutto da bravissimo amministratore ha dato il via libera all'addio dall’ex manager di Tre sostituito con l’attuale ad, Andrea Varnier, uomo da decenni dentro al mondo Cio.

Invidie, ripicche, ma anche errori macroscopici come quelli sull'altra grande vicenda altrettanto imbarazzante legata ai giochi invernali italiani: la pista da bob di Cortina. Una vicenda che si è chiusa pochi mesi fa, 4 anni dopo l’assegnazione quando forse l’impianto sarebbe dovuto già essere costruito o risistemato e quindi pronto all’uso. Siamo invece andati avanti per anni nell’incertezza più assoluta con aumenti dei costi previsti esorbitante, con ipotesi varie (risistemiamo Cesana Torinese dei Giochi 20026, no, andiamo a St. Moritz o in Austria…) fino alla decisione finale fatta forse più per evitare una figuraccia internazionale che per reale convinzione sportiva e convenienza economica.

Potremmo aggiungere che di recente altre inchieste giornalistiche hanno mostrato nuove problematiche su lavori come le strade verso Cortina o altri luoghi dove si svolgeranno le gare. Ricordo molto bene che nel 2019, al momento dell’assegnazione, si diceva che si sarebbe arrivati a Bormio ed ai piedi delle Tofane senza attraversare paesi a passo d’uomo. Sognavamo strade a due corsie, comode e rapide, resteremo in coda per chissà quanti altri anni.

Oggi dai vertici dell’organizzazione dicono che i lavori sono nei tempi previsti e nemmeno l’inchiesta creerà problemi perché non riguarda personale «attuale» della Fondazione. Insomma, l’Olimpiade sarà un successo. Lo speriamo, anzi, conoscendo la capacità degli italiani di dare il meglio di se nelle difficoltà, ne siamo certi, come accadde ad esempio con Expo a Milano.

Le macchie però sulla bandiera ci sono, e ci saranno. Anche se il bianco lo si tratta con smacchiatori e candeggina.

Ad oggi Milano-Cortina merita solo la medaglia d’oro della brutta figura.

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Andrea Soglio