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(Ansa)
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L'ipocrisia del femminismo 2.0

La Rubrica - Lessico Familiare

Presto tutti quanti ci troviamo faccia a faccia con la scelta tra fare quello che è più giusto o quello che è più facile fare”.

Questa celebre frase la attribuiamo ad Albus Silente, il saggio e anziano preside della scuola di magia di Hogwarts nella saga di Harry Potter, amata da grandi e piccini in ogni angolo del globo.

In realtà, appartiene alla sua creatrice, Joanne Kathleen Rowling, la scrittrice moderna più famosa e influente al mondo, e spiega benissimo lo strappo storico maturato tra la stessa e il partito dei Labour britannici, di cui la romanziera inglese è sempre stata una grande sostenitrice, non sono a livello politico, ma anche economico, avendo versato nelle sue casse milioni di sterline a titolo di finanziamenti elettorali.

Per la ‘mamma’ di Harry Potter il partito di sinistra inglese ha imboccato la strada più facile e sbagliata, quella dell’appiattimento alla vulgata LGBTQ+ (ecc.) che postula il superamento ideologico dei ‘gender’ biologici, di fatto frustrando le secolari lotte delle femministe per i diritti delle donne.

La Rowling, femminista tradizionalista della prima ora che si rifà alle antesignane del movimento femminista, da Olympe de Gouges a Mary Wollstonecraft a Elisabeth Cady Stanton a Lucy Parsons, parte da un concetto semplice quanto disarmante: a cosa è servito combattere per la parità delle donne se ci si dimentica della differenza biologica fra uomo e donna?

L’ipocrisia del femminismo 2.0 sta tutta qui: l’aver corrotto le proprie posizioni originarie per dedicarsi anima e corpo a sostenere i diritti delle minoranze che non vogliono essere ingabbiate nei generi maschili e femminili e ne chiedono il superamento.

Con la conseguenza, devastante, che sollevare la mano e ricordare che si è uomini o si è donne per caratteristiche fisiche biologiche è diventato tabù: una manifestazione di oscurantismo, mentalità retrograda, barbara, da punire.

Così come è accaduto allo studente canadese, sospeso e addirittura arrestato, per aver protestato con le tolette ‘trans’, sostenendo che o si è uomini o si è donne.

Il genere – maschio o femmina – vissuto, come gabbia ideologica e la credenza che il sesso sia solo un’opinione rappresentano una deriva che, per la Rowling, nulla centra con il femminismo ed è pericoloso, facendo l’esempio dello stupratore seriale scozzese recluso in una prigione femminile, dopo aver dichiarato di sentirsi donna.

Ma di esempi ce ne sono ormai moltissimi: come quello l’uomo canadese che, sentendosi donna, ha ottenuto l’iscrizione in una gara di sollevamento pesi femminile e ha stracciato tutte le concorrenti.

Ormai si parla di follia gender ma la strada è tracciata in modo irreversibile in molti paesi del mondo occidentale (principalmente anglosassone) dove vengono aboliti i pronomi e sui documenti anagrafici si può scegliere l’appartenenza di genere a seconda dell’opinione personale che si ha di sé, a prescindere dalle caratteristiche fisiche.

La Rowling è solo una voce fuori dal coro, importante certo, ma non così tanto da fermare la ‘giostra’ e far riflettere, soprattutto le donne, sulla deriva cui inconsapevolmente si stanno dirigendo, dimenticando la loro identità.

Quanti voti sposterà la Rowling in UK? Pochi o nessuno.

I Tories del premier Sunak viaggiano spediti verso il precipizio ribattezzato eclissi elettorale dei conservatori, la peggior batosta della loro storia, con i Labour che li doppieranno ai seggi del 4 luglio, riducendoli a un partitello ben diverso da quello che governa da 14 anni l’isola di Sua Maestà.

D’altra parte certi temi non fanno presa sull’opinione pubblica che preferisce non esporsi su certe tematiche in cui, chiunque dica qualcosa di diverso e contrario al ‘verbo’ imperante, viene ostracizzato e messo all’angolo.

Resta solo il Santo Padre, che pur protagonista di moltissime aperture che han fatto storcere il naso ai cattolici duri e puri, quantomeno sul ‘gender’ continua a manifestare una posizione ferma e lanciare allarmi ad un’umanità che danza e balla su un Titanic pericolosamente vicino all’iceberg che ne segnerà il suicidio.

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Daniela Missaglia

Avvocato matrimonialista e cassazionista, è specializzata in Diritto di famiglia e in Diritto della persona. Grazie alla sua pluridecennale esperienza è spesso ospite in trasmissioni televisive sulle reti Rai e Mediaset. Per i suoi pareri legali interviene anche su giornali e network radiofonici. Info: https://www.missagliadevellis.com/daniela-missaglia

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