Iran, se Qom diventa il "Vaticano sciita": altro caos in Medio Oriente
Sede della Rivoluzione islamica del 1979, potrebbe diventare uno stato indipendente. Dura la reazione del governo di Teheran. Si rischia lo scontro interno
Qom si trova a sud ovest di Teheran, la capitale dell'Iran. Ospita il santuario di Hazrat-é Masumeh, riservato ai fedeli musulmani. E' una delle città più conservatrici della Repubblica islamica, è qui che è nata la Rivoluzione iraniana e da qui l'Ayatollah Khomeini ha guidato la rivolta del paese contro lo Scià Mohammed Reza Pahlavi nel 1979. E' sempre qui ora un nutrito gruppo di religiosi sciiti, guidato da Ahmad Zadhoush, vorrebbe far sorgere la capitale religiosa dell'Iran, trasformandola in una sorta di "Vaticano sciita", indipendente e completamente autonomo rispetto alla capitale Teheran e al resto del Paese.
Il progetto
A sostenere con forza il sogno di trasformare Qom in una città-Stato autonoma rispetto al potere centrale di Teheran è Ahmad Zadhoush, che guida un centro religioso nella località iraniana. Il suo modello è quello della Città del Vaticano a Roma: il più piccolo Stato al mondo, all'interno del territorio romano, che ospita il cuore del cattolicesimo mondiale, ovvero la Santa Sede e il Papa.
Zadhoush ha deciso di lanciare il suo progetto in modo estremamente moderno, utilizzando la app di messaggistica Telegram, con un messaggio poi ampiamente ripreso dai media locali: "E' giunto il momento che Qom diventi un paese indipendente, un paese con propri specifici confini geografici, una bandiera propria, una costituzione, (un paese) riconosciuto dalla comunità internazionale e che potrebbe ospitare ambasciatori da diversi paesi" ha scritto il religioso.
Questa trasformazione aprirebbe la strada al riconoscimento di Qom come capitale mondiale degli sciiti. Ma soprattutto creerebbe una spaccatura interna all'Iran, con conseguenze potenzialmente rischiose per tutta l'area del Medio Oriente.
Perché a Qom
Qom è la seconda città santa dell'Iran, dopo Mashhad. E' frequentata da moltissimi studenti e vi hanno sede diversi seminari fondati da migliaia di autorità religiose sciite. Rappresenta anche uno dei centri politici più importanti dell'Iran, una tappa obbligata da parte di aspiranti leader in cerca della necessaria approvazione da parte degli ayatollah, le guide religiose sciite.
Per questo costituisce il luogo ideale per diventare la vera capitale del mondo sciita, al pari del Vaticano per i cattolici. Ma l'idea di creare una realtà completamente autonoma, interna all'Iran, rischia di avere effetti esplosivi per gli equilibri interni al paese e all'area mediorientale. Per questo la reazione del presidente Rohani non è stata affatto positiva.
Il rischio caos in Iran
Il progetto di Zadhoush ha ottenuto l'effetto immediato di una rottura con i vertici politici del paese, che non vedono di buon occhio l'idea di scindere il potere e la sfera d'azione religiosa con quella politico-istituzionale. Il consigliere per gli affari politici di Rohani, Hesamoddin Ashena, ha ironizzato sul piano di trasformare Qom in uno stato autonomo, esortando Zadhoush a ricordare il precedente di 40 anni fa.
Un chiaro riferimento a Shapour Bakhtiar, l'ultimo primo Ministro sotto la monarchia della Scià, che aveva proposto di trasferire il clero sciita a Qom, per dividere il potere sprituale da quello politico ed evitare ingerenze da parte dell'allora Ayatollah Kohmeini. La sua idea era di renderlo una sorta di guida religiosa del Paese, lontana dal governo, anche fisicamente, che aveva sede a Teheran. Il modello era proprio del Papa, con una netta distinzione di ruoli e funzioni tra potere spirituale e temporale.
Bakhtiar, proprio pochi giorni prima della Rivoluzione iraniana del 1979, disse: "Sono pronto a costruire un muro intorno a Qom, a creare un Vvaticano" e dar loro la città". I fatti andarono poi diversamente: Khomeini fondò la Repubblica islamica e Bakhtiar, nel 1999, venne assassinato a Parigi.
Scissione in vista?
Quello che in molti paventano è che, se il progetto di Zadhoush si concretizzasse, l'Iran si ritroverebbe spaccato al suo interno. Finora a guidare la Repubblica islamica è stato un presidente formalmente eletto, anche se il legame con l'Ayatollah è indubbio e l'influenza delle guide religiose è risultata fondamentale.
Il sistema politico istituzionale iraniano, infatti, è difficilmente incasellabile. Le due cariche più importanti sono la Guida Suprema, oggi rappresentata dall'Ayatollah Ali Khamenei, ultraconservatore, e il presidente della Repubblica, Hassan Rouhani, moderato e formalmente eletto.
La scelta del presidente, dunque, passa dalle urne, anche se con qualche riserva sulle modalità da parte degli osservatori internazionali. L'Iran stesso si definisce una teocrazia islamica, a sottolineare l'importanza fondamentale del potere religioso. E' infatti il Consiglio dei Guardiani della Costituzione, formato da sei teologi nominati dalla Guida Suprema e sei giuristi nominati dal potere giudiziario (che dipende anch'esso dalla Guida Suprema) a selezionare i candidati che si presentano a ogni tipo di elezione.
I favorevoli a uno stato sciita indipendente
Non a caso a sostenere l'idea di uno stato indipendente a Qom sono tutti coloro che auspicano una maggiore laicizzazione del paese. Solo scindendo nettamente il potere spirituale da quello temporale, si ritiene che l'Iran possa "emanciparsi" maggiormente e abbandonare il sistema teocratico a favore di uno più democratico. Diversi i commenti apparsi su Twitter, come quello, rappresentativo, del documentarista Hossein Dehbashi: "Qom diventerà un paese. L'Iran taglierà la sua coda".
Qom viene infatti considerata da molti la "coda conservatrice" del paese, quella che impedisce le riforme.
In realtà Zadhoush punterebbe soprattutto a rendere Qom la capitale del mondo sciita, con tanto di ambasciatori ufficiali in grado di dialogare non solo con i capi spirituali delle altre confessioni religiose, come il Papa, ma anche con i leader politici. Un modo - ritiene - anche per combattere gli estremismi sciiti.
La galassia sciita
La maggior parte degli 82 milioni di cittadini iraniani è di fede sciita. Proprio in Iran vive la maggioranza di fedeli sciiti al mondo, insieme a Bahrein e Iraq. Altre grosse comunità sciite si trovano però anche in Siria, dove la famiglia Assad e i funzionati più potenti sono sciiti alauiti, e in Libano, che insieme all'Iran costituiscono il cosiddetto triangolo della "Mezzaluna sciita". Ci sono poi Yemen e Pakistan, soprattutto nel Kashmir.
Nella galassia dell'Islam, però, gli sciiti rappresentano una minoranza: solo il 15% rispetto al 80% di sunniti, mentre il restante 5% è costituito da correnti minori. Nonostante questi numeri, che riguardano i 49 Paesi di fede musulmana nel mondo, in Medio Oriente lo scontro tra le due fedi è più acceso: il rapporto è infatti di tre sciiti per cinque sunniti.
Alla luce di questa situazione, il fatto che il mondo sciita possa dotarsi di una propria "rappresentanza" ufficiale agli occhi della comunità internazionale potrebbe risultare destabilizzante per l'intera area.
Per saperne di più
- Che cosa succede in Iran: gli Ayatollah nel mirino
- Trump, i rischi di un'alleanza sunnita contro gli sciiti
- Se sciiti e sunniti facessero la pace: compromessi e conseguenze