Iran, come sarà l’accordo sul nucleare
Slitta ancora l’intesa tra Teheran e il gruppo del 5+1 riuniti a Vienna. Il piano prevede tre step e richiederà sei mesi
"Se l'Iran non farà tutti i passi necessari, inclusi quelli per garantire le ispezioni, non ci sarà l'accordo", ha detto ieri sera un portavoce della Casa Bianca. E a Vienna il negoziato sul nucleare, che sembrava ormai in dirittura d'arrivo, è proseguito per tutta la notte e non si è ancora arrivati a un accordo finale. Queste, comunque, dovrebbero essere le linee sulle quali si concorderà al termine degli incontri.
di Gianni Rosini per LOOKOUT NEWS
Lo storico accordo sul nucleare iraniano è in arrivo e sembra cancellare la possibilità che Teheran, nei prossimi dieci anni, possa costruire la bomba atomica. “Non è un accordo perfetto – ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, poco dopo la stretta di mano tra John Kerry e il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif – ma sufficiente per rendere il mondo un posto più sicuro”.
Una sola centrale, quella di Natanz, con massimo 5mila centrifughe per l’arricchimento dell’uranio, il trasferimento all’estero del plutonio prodotto dal reattore di Arak e “ispezioni frequenti e trasparenti” per garantire il rispetto degli accordi da parte di Teheran. Il tutto in cambio dell’immediato stop alle sanzioni nei confronti della Repubblica Islamica dell’Iran. “Teheran avrà ancora le tecnologie sufficienti per arricchire l’uranio – spiega Theodore Postol, professore di Scienza, tecnologia e sicurezza internazionale al Massachussetts Institute of Technology – ma se le numerose ispezioni stabilite verranno svolte in maniera trasparente, allora questo può essere veramente un buon accordo”.
Un punto d’incontro che Obama ha inseguito per anni e che è stato messo in cima all’agenda del governo americano. Se le informazioni fatte circolare da Teheran nei mesi scorsi fossero confermate, i colloqui sul nucleare permetterebbero ai due Paesi di intavolare anche una cooperazione nella lotta allo Stato Islamico in Iraq, con il governo di Hassan Rouhani disposto a continuare a fornire combattenti e gli Usa che, pur non impegnando militari sul suolo iracheno, garantirebbero all’Iran maggiore protezione al confine con l’Iraq per bloccare l’avanzata di ISIS.
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