Ischia, spunta il nome di D'Alema nell'inchiesta sul sindaco
Giuseppe Ferrandino avrebbe ricevuto compensi dalla cooperativa Cpl, e nelle intercettazioni viene nominato anche il leader politico Pd
La stipula fittizia di due convenzioni nell'albergo della famiglia, per un totale di 330 mila euro; l'assunzione come consulente del fratello e almeno un viaggio in Tunisia: sarebbe stato questo, secondo l'accusa, il "prezzo" pagato dalla CPL per la corruzione del sindaco di Ischia, Giosi Ferrandino, finito in manette nell'ambito dell'inchiesta della procura di Napoli condotta dai carabinieri del Comando Tutela Ambiente. Secondo l'accusa Ferrandino "era diventato una sorta di factotum al soldo della CPL Concordia, per gli appalti per le opere di metanizzazione sull'isola.
Scambio di favori
In particolare, la CPL Concordia - in cambio dei "favori" di Ferrandino per l'assegnazione dei lavori di metanizzazione, avrebbe stipulato due "fittizie convenzioni" (ciascuna da 165 mila euro) con l'Hotel Le Querce di Ischia, di proprietà della famiglia del sindaco, ciascuna da 165 mila euro, a fronte della "messa a disposizione" di alcune stanze durante le stagioni estive 2013 e 2014 per i dipendenti della società modenese. Altre "utilità" ottenute dal sindaco sarebbero state l'assunzione del fratello, Massimo Ferrandino, quale consulente della CPL Concordia e almeno un viaggio tutto spesato in Tunisia. Secondo l'accusa sarebbe stato proprio grazie all'interessamento del sindaco ed alla complicità dell'architetto Silvano Arcamone, dirigente dell'ufficio tecnico di Ischia, che l'appalto di metanizzazione dello stesso Comune (capofila del progetto) e di quelli di Lacco Ameno e Casamicciola Terme è stato affidato alla CPL. La cooperativa, dal canto suo, avrebbe provveduto al pagamento attingendo a dei fondi neri costituiti mediante l'emissione di fatture per operazioni inesistenti con una società tunisina (la Tunita sarl) riconducibile a Francesco Simone, responsabile delle relazioni istituzionali del gruppo CPL Concordia, definito dagli inquirenti "personaggio chiave" della vicenda, con un ruolo di primo piano nella presunta associazione a delinquere attiva non solo nell'appalto di Ischia, ma in numerosi altri, soprattutto in Campania.
Le intercettazioni
In una delle intercettazioni agli atti dell'inchiesta, Francesco Simone, dirigente della CPL arrestato, chiama in causa Massimo D'Alema sottolineando la necessità di "investire negli Italiani Europei dove D'Alema sta per diventare Commissario Europeo" in quanto "...D'Alema mette le mani nella merda come ha già fatto con noi ci ha dato delle cose".
Nell'ordinanza di custodia cautelare il gip Amelia Primavera sottolinea, tra l'altro, che "per comprendere fino in fondo e per delineare in maniera completa il sistema affaristico organizzato e gestito dalla CPL Concordia, appare rilevante soffermarsi sui rapporti intrattenuti tra i vertici della cooperativa e l'esponente politico che è stato per anni il leader dello schieramento politico di riferimento per la stessa CPL Concordia, che è tra le più antiche cosiddette 'cooperative rosse', ovvero l'On. Massimo D'Alema". L'intercettazione ambientale in cui Francesco Simone parla di D'Alema con Nicola Verrini, responsabile commerciale di area della CPL Concordia, risale all'11 marzo 2014. Per il gip questa conversazione "appare di estremo rilievo", "oltre che per il riferimento a D'Alema" e "ad alcuni appartenenti alle forze di polizia", anche "per il modo in cui gli interlocutori distinguono i politici e le Istituzioni loro referenti, operando la netta ma significativa distinzione tra quelli che al momento debito si sporcano le mani, 'mettono le mani nella merda' e quelli che non le mettono, distinzione che appunto dice tutto a proposito del modus operandi della CPL e dei suoi uomini". Secondo il giudice, il termine "investire" utilizzato da Simone ("...investire negli Italiani europei...") "rende piu' che mai l'idea dell'approccio di Simone e della Concordia rispetto a tale mondo". In un passaggio successivo e relativo ad un'altra vicenda Simone afferma, "in riferimento sempre alla quota associativa da pagare ad un'altra fondazione (della quale , per ragioni investigative, si omette la denominazione): '...dobbiamo pagarlo perché ci porta questo e chiudiamo questo, no venti ma anche duecento..'".
La risposta di D'Alema
"La diffusione di notizie e intercettazioni che non hanno alcuna attinenza con le vicende giudiziarie di cui si occupa la procura di Napoli è scandalosa e offensiva" dichiara Massimo D'Alema. "Ho dato mandato all'avvocato Gianluca Luongo di difendere la mia reputazione in ogni sede", annuncia. "Certamente ho rapporti con CPL Concordia, per cui tenni anche una conferenza in occasione della sua assemblea annuale. Ho rapporti con CPL come con altre cooperative e aziende private", dichiara D'Alema. "Dalla CPL non ho avuto alcun regalo ed è ridicolo definire l'acquisto di 2.000 bottiglie di vino in tre anni come un 'mega ordine', peraltro fatturato e pagato con bonifici a quattro mesi. Quanto ai libri - prosegue - nessun beneficio personale, ma un'attività editoriale legittima, che rientra nel normale e quotidiano lavoro della Fondazione Italianieuropei. Inoltre, i libri furono acquistati per una manifestazione elettorale dedicata ai temi europei, alla quale fui invitato dal sindaco di Ischia, che era candidato del Pd". "Do mandato all'avvocato Gianluca Luongo di difendere la mia reputazione in ogni sede", conclude.
Una coop storica
La CPL Concordia, con sede a Concordia sulla Secchia, nel Modenese, è una cooperativa storica, nata nel 1899. Negli atti dell'inchiesta viene definita una "tra le più antiche cosiddette 'cooperative rosse'". Opera a livello internazionale, con 1.800 addetti e 70 società controllate e collegate in tutto il mondo e un fatturato consolidato di 461 milioni nel 2014. Si tratta di un gruppo cooperativo cosiddetto "multiutility" che si occupa di energia in tutti i suoi aspetti: dall'approvvigionamento e distribuzione alla vendita e contabilizzazione di gas ed elettricità, alla produzione mediante sistemi tradizionali o impianti rinnovabili. L'attuale presidente è Mario Guarnieri. Il precedente, Roberto Casari, arrestato stamani, era andato in pensione il 30 gennaio scorso.
È di un mese fa la notizia dell'iscrizione nel registro degli indagati dell'ex presidente della CPL, Roberto Casari, per concorso esterno in associazione mafiosa nell'ambito dell'inchiesta sui lavori di metanizzazione compiuti tra il 1999 e il 2003 a Casal di Principe e in altri sei comuni del Casertano. Opere realizzate non a norma, con rischi per la sicurezza dei cittadini, sostiene la Dda di Napoli, dopo le dichiarazioni rilasciate nel giugno 2014 dal pentito Antonio Iovine. Secondo l'ipotesi accusatoria, la Cpl si sarebbe aggiudicata l'appalto con l'appoggio della fazione dei Casalesi guidata da Michele Zagaria; i subappalti sarebbero stati poi distribuiti alle ditte locali indicate dai boss. Zagaria ne ha fatto un elenco dettagliato, indicando anche le anomalie sullo svolgimento dei lavori. Anomalie che i magistrati hanno voluto verificare, inviando di recente le ruspe a Casal di Principe: dagli scavi, coordinati dai carabinieri del Noe di Caserta ed effettuati in corso Umberto, in pieno centro, è emerso che le tubature erano state interrate a 30 centimetri di profondita' invece che ai 60 previsti dalla normativa, mettendo quindi a rischio la sicurezza della popolazione. Nell'ordinanza di custodia cautelare relativa alle tangenti che sarebbero state pagate per la metanizzazione di Ischia non si entra nel merito dei presunti collegamenti tra la CPL e la criminalità organizzata, oggetto di altra indagine. Anche i brani delle intercettazioni, quando gli arrestati toccano questo argomento, sono coperti da omissis. (ANSA).