Il Tesoro sceglie Americani e Francesi per Ita
Trattativa in esclusiva con il fondo di private equity Certares, Delta e Air France-Klm. Lo Stato dovrebbe restare con il 45% delle azioni della compagnia, nel cda e con la presidenza.
Alla fine, il fondo Certares, Air France e Delta hanno superato all’ultima curva Msc Group e Lufthansa nella corsa per l’acquisto di Ita. Come ha spiegato in una nota il ministero dell'Economia, proprietario del vettore al 100%, “oggi sarà avviato un negoziato in esclusiva con il consorzio formato da Certares Management Llc, Delta Airlines Inc. e Air France-KLM S.A., la cui offerta è stata ritenuta maggiormente rispondente agli obiettivi fissati”.
In realtà, tra i motivi per cui è stata scelta la cordata franco-americana ci sarebbe anche la sua maggiore capillarità sugli aeroporti minori. Inoltre, il fondo di private equity Certares ha da un lato Air France, che ha alle spalle una lunga collaborazione con Alitalia, e dall’altro Delta Airlines, che è molto forte sul mercato nordamericano. Senza considerare che Certares ha alle spalle diversi investimenti legati al turismo di alta fascia, settore piuttosto ghiotto per una compagnia aerea in cerca di ricavi solidi.
Da oggi, insomma, partirà la trattativa esclusiva con la triade scelta e come spiega la nota del ministero, “alla conclusione del negoziato in esclusiva, si procederà alla sottoscrizione di accordi vincolanti solo in presenza di contenuti pienamente soddisfacenti per l'azionista pubblico”.
Se dunque la partita si concluderà con la cessione di Ita a Delta, Airfrance e Certares, ai francesi potrebbe andare il 9,9% della società italiana, al fondo americano il 41,1% e al vettore a stelle e strisce circa il 4%. Dal canto suo, il ministero del Tesoro dovrebbe restare nel capitale con il 45% delle azioni. Inoltre, tra le opzioni dell’accordo che prenderà forma, c’è anche la possibilità che il Mef abbia facoltà di uscire dalla società a un prezzo già concordato. Senza considerare che Certares offrirà a via XX settembre due dei cinque posti all’interno del cda e la carica di presidente. Per finire, in più, la cordata è disposta a versare già 650 milioni nelle casse dello Stato e a offrire un premio ulteriore nel caso Ita raggiungerà buoni risultati di bilancio.
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