L'Italia sempre più povera che va in vacanza per il Ponte e fa spese di Natale
Le prime ferie invernali sono passate all'insegna del tutto esaurito e diversi indicatori economici confermano che le cose stanno andando meglio delle previsioni nefaste dei soliti gufi
Ci sono cose che si dicono e ci sono le cose che accadono; è la grande differenza che da sempre divide le parole dai fatti. Le parole, di alcuni, da mesi raccontano di una situazione economica del paese oltre la crisi. Si parla di aumento della povertà, di code alle mense sempre più ampie, di «fatica ad arrivare alla fine del mese» per milioni e milioni di italiani. Si dice che l’economia rallenta ogni volta che viene presentato un dato del pil o una sua proiezione futura. Queste le parole.
Poi ci sono i fatti, ed i numeri e quello che emerge è una realtà molto diversa.
Ieri si è chiuso il primo grande Ponte per le vacanze invernali, quello dell’Immacolata. Cristina colli ha raccolto i dati, ufficiali, che potete leggere con comodo. La sostanza è chiara: tutto esaurito, dappertutto con crescita di spesa e di vacanzieri. Serve altro? Dal Brennero alla Liguria, ovunque solo code di gente che tornava a casa; stazioni dei treni ed aeroporti presi d’assalto. Andiamo avanti…
Oggi la borsa ha chiuso ancora con il segno più, ad oltre 30mila e 400 punti; valore che non si vedeva dal 2008. Lo spread è a quota 178, stabile e sono lontani i tempi di quota 200 con gli immancabili titoli «nefasti» sui giornali di sinistra. Il petrolio è sceso, la benzina è ben lontana dai 2 euro al litro ed il gas è a 36 euro., livello più basso dal gennaio 2022 facendo del bene alle nostre bollette (la cui riduzione è evidente a ciascuno di noi). A proposito di prezzi. L’inflazione è in frenata e dovrebbe continuare così al punto che questa settimana si attendono le decisioni di Fed e Bce sull’eventuale, atteso ed ormai giusto, taglio dei tassi di interesse. Il tutto pochi giorni dopo lil dato di confcommercio secondo cui quest’anno gli italiani spenderanno di più per i regali di Natale.
Per quanto riguarda poi il pil beh, oggi si guarda al 2024 con maggiore fiducia; la parola recessione, lo dicono gli analisti, non noi, è lontana dopo gli spauracchi di qualche mese fa in un mondo ancora alle prese con due guerre (di cui non siamo responsabili ma che dal punto di vista economico di certo costano, e parecchio). Per chiudere con l’occupazione, anche questa al massimo da decenni.
Ora, ci vuole equilibrio, serietà, maturità. Quando si parla di soldi e dello stato di un paese si dovrebbe dire il giusto senza esagerare in un senso o nell’altro. Non siamo l’Arabia Saudita, non possiamo guardarci attorno e decidere cosa comprare ed organizzare ma non siamo nemmeno un paese sull’orlo della guerra civile causa povertà (ricordate cosa si diceva dopo la cancellazione del Reddito di Cittadinanza per gli occupabili???). Stiamo, anzi, il Governo sta facendo il suo, con serietà ed equilibrio nella speranza che già del 2024 si possa davvero mettere in campo azioni per accelerare ulteriormente. A tutti piacerebbe vivere in un paese che viaggia come un treno ad Alta Velocità, ma anche questi ogni tanto si guastano e frenano (come sta accadendo alla Cina). Intanto noi ci prepariamo ad un Natale poi non così triste, con i regali, i pranzi e le vacanze da tutto esaurito.
Alla faccia di pessimisti e gufi.