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L’Italicum è legge

L’Italicum è legge

Con 334 voti a favore e 61 contrari il testo della riforma elettorale passa alla Camera. 4 gli astenuti. Le opposizioni hanno lasciato l’aula

4 maggio 2015

18:21 – Con 334 voti a favore e 61 contrari il testo della riforma elettorale passa alla Camera. 4 gli astenuti. Il voto si è svolto a scrutinio segreto come richiesto da Forza Italia, Fdi e Lega Nord. Le opposizioni non hanno partecipato al voto. “Missione compiuta. Il governo ha mantenuto l’impegno. Abbiamo promesso, abbiamo mantenuto”. Lo ha detto il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi ai cronisti dopo l’approvazione dell’Italicum alla Camera.

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18:05 – Sono iniziate le operazioni di voto. Le opposizioni hanno lasciato l’aula.

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Il punto: Cogliendo di sorpresa anche molti deputati della maggioranza del Pd, il governo ieri ha posto la fiducia sulla riforma elettorale alla Camera, dopo aver superato senza patemi d’animo due voti segreti sulle pregiudiziali all’Italicum, presentate dalle opposizioni. L’atmosfera si è subito scaldata, con i gruppi contrari al governo che hanno usato anche parole e toni pesanti, sui quali è spiccata l’accusa di “fascismo” fatta da Brunetta a Renzi. Oggi pomeriggio il primo voto di fiducia. Domani altri due. 

Nel frattempo, i deputati del Pd di Area riformista si sono divisi sul comportamento da tenere in aula questo pomeriggio, al momento del primo voto di fiducia. Dalla riunione – durata oltre quattro ore – non è emersa una indicazione di voto univoca e ciascuno dei parlamentari appartenenti al gruppo farà una valutazione individuale.
Una parte, guidata dal capogruppo dimissionario, Speranza, non parteciperà alle votazioni (come Enrico Letta e Pier Luigi Bersani), un’altra parte invece, che non ritiene opportuno lo strappo con il governo, ha annunciato il proprio sì. Nel mezzo una lunga lista di dubbiosi, in bilico fra le due opzioni.

“Gli ultimi che hanno messo la fiducia sulla legge elettorale sono stati De Gasperi e Moro, qualunque italiano, fra Brunetta, Moro e De Gasperi non ha dubbi su chi scegliere. Non ci fermeranno, se vogliono possono mandarci a casa ma non desistiamo dal nostro obiettivo”. Così il premier Matteo Renzi, in una intervista al Tg1. Una scelta, la sua, presa nella convinzione che la minoranza Dem avrebbe tentato “il colpo” su un ben preciso emendamento a scrutinio segreto, che se fosse andato in porto avrebbe rispedito la riforma in Senato. 

Se l’Italicum non passa – ribadisce oggi Renzi in una lettera alla Stampail governo va a casa. Il premier si dice pronto a discutere sul Senato, “ma adesso basta con la melina”. E rimarca che se la legge elettorale viene approvata vuol dire che il Parlamento vuole continuare le riforme.

Nei giorni scorsi Renzi aveva detto che la decisione sulla eventuale fiducia sarebbe stata presa alla luce del risultato dei due scrutini segreti sulle pregiudiziali presentate in Aula dalle opposizioni. Quando a fine mattinata esse sono state bocciate rispettivamente 384 a 209 e 385 a 208, si è avuta la sensazione che non sarebbe arrivata la fiducia. Ma dopo pochi minuti lo scenario è cambiato: Fi non ha accettato il “lodo” e nello scrutinio palese sulla sospensiva, Pierluigi Bersani e Gianni Cueprlo non hanno partecipato al voto, mentre Alfredo D’Attorre ha ribadito che la minoranza Dem voleva “migliorare” la legge.  Il premier ha subito convocato il Consiglio dei ministri per autorizzare la fiducia che è stata posta in Aula dal ministro Maria Elena Boschi alla ripresa della seduta, alle 15, mentre le opposizioni sono insorte.

Nel nostro live blogging tutte le reazioni:

19:28: “Non voterò la fiducia sulla legge elettorale”. Lo ha detto Enrico Letta contattato al telefono mentre è a Firenze per visitare in ospedale il carabiniere ferito il giorno del giuramento del suo governo, esattamente due anni fa.

19:20 – “Scelta dolorosa, ma inevitabile”. Così il presidente del Pd Matteo Orfini commenta al Tg3 la fiducia posta dal governo sull’Italicum

19:07 – “La penso come Roberto Speranza. Ho votato 17 volte la fiducia al governo, più di una al mese. Sono pronto a votare per altre 17 volte su atti di governo che riguardino il governo. Sulla democrazia un governo non mette la fiducia. Questa fiducia io non la voterò”. Così Bersani,su Facebook, annuncia la sua decisione

18:28 – L’aula della Camera voterà domani pomeriggio la prima delle tre fiducie che il governo pone sulla legge elettorale. Le altre due saranno votate giovedì. Si apprende dalla conferenza dei Capigruppo di Montecitorio. Non è ancora chiaro quando si terrà la votazione finale sulla legge elettorale nell’Aula della Camera. Non si conosce ancora quanti saranno gli ordini del giorno al testo (le opposizioni ne presenteranno numerosissimi, annuncia Renato Brunetta di Fi), e il termine per la presentazione scadrà giovedì alle 11. È quindi probabile che al voto finale si giunga la prossima settimana: tuttavia domani si terrà una nuova riunione dei capigruppo.

17:41 – “Considero un errore gravissimo porre la fiducia sulla legge elettorale. Senza ostruzionismo e dopo un voto rassicurante sulle pregiudiziali. Ne ho votate tantissime in questi anni e ne continuerò a votare nei prossimi mesi. Ma questa volta no”. Così Roberto Speranza spiega, parlando all’ANSA, che domani non parteciperà al voto di fiducia. “Non posso legittimare con il mio consenso – spiega l’ex capogruppo – questa violenza al Parlamento. È una scelta personale che ha il senso di difendere le mie convinzioni più profonde legate alla qualità della democrazia. Proprio quelle convinzioni che ho sempre trovato nel progetto originario del Pd”.

17:39 – Anche in Aula al Senato scoppia la polemica sul voto di fiducia chiesto dal governo alla legge elettorale ora all’esame della Camera. A dare il via alle proteste è stato il senatore di Forza Italia Ciro Falanga che dopo aver chiesto la parola sull’ordine dei lavori ha detto: “Ho vergogna di un presidente del Consiglio che se la fa sotto, non la pipì, ma la cacca”. Subito dopo sono intervenuti contro la decisione del governo, Bruno Marton, nuovo capogruppo del M5s; la presidente dei senatori di Sel Loredana De Petris e il capogruppo della Lega Gian Marco Centinaio.

17:19 – “Io personalmente sono sempre contrario all’Aventino. Storicamente, sia nel merito che nel risultato, chi abbandona l’aula ha sempre avuto torto. Ma ne discuteremo con le altre forze politiche”. Lo ha detto Ignazio La Russa, capogruppo in commissione Affari costituzionali alla Camera di Fratelli d’Italia, commentando la decisione del Governo di porre la fiducia sull’Italicum.

16:55 – “Qui c’è in gioco una cosuccia che si chiama democrazia. Quando sento dire che la gente non sa o non capisce, io dico: ‘Tocca a me farlo capire?’. Un po’ sì, ma non solo a me. Tocca a tutti farlo capire. Ma qui non c’è Bersani o Renzi, c’è qualcosa di più serio”. Lo ha detto Pier Luigi Bersani, parlando con i cronisti uscendo dall’aula della Camera. “Non ce lo aspettavamo. Adesso vediamo, vedremo come fare assieme e poi vedrò cosa fare io. Davanti a queste cose, ognuno si deve prendere le sue responsabilità“.

16:40 – La seduta alla Camera è stata sospesa per permettere la riunione della Conferenza dei capigruppo che deciderà i tempi di voto della fiducia posta dal governo sull’Italicum.

Le reazioni anche violente alla mozione di fiducia sull'Italicum presentata dal Governo Renzi
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Italicum: Boschi chiede la fiducia. Bagarre alla Camera

16:31 – Collusa!”. Lo ha urlato alla presidente Laura Boldrini nell’Aula della Camera Diego De Lorenzis del M5S, che ha guidato la “rivolta” dei Cinquestelle nei confronti della presidente della Camera mentre ammetteva il voto di fiducia sull’Italicum. “Lei dovrà rispondere di queste parole, non ci si può rivolgere così alla presidenza della Camera. Insultate perché non sapete argomentare. Complimenti” ha risposto Laura Boldrini al deputato.

16:24 – “Tra le materie escluse dalla facoltà del governo di porre la questione di fiducia non ci sono quelle elettorali”, per cui la “presidenza senza entrare nel merito dell’opportunità politica non può che ammettere l’esercizio tale prerogativa”. Lo dice la presidente della Camera Laura Boldrini intervenendo in Aula alla Camera. Boldrini ha citato una serie di precedenti, spiegando che “ci vorrebbe una esplicita modifica del regolamento della Camera, senza il quale la esclusione della possibilità di porre la fiducia sarebbe arbitrario”, ha concluso la presidente. “Nel nostro ordinamento – dice – il governo puo’ in ogni fase porre la questione di fiducia, individuandone l’oggetto. Alla luce di tale principio, i casi di esclusione della facoltà di porre la fiducia sono individuati dall’articolo 116 comma 4 del regolamento e non prevede tra quelle escluse dalla facoltà del governo di porre la fiducia, anche la materia elettorale. La presidenza, senza entrare nel merito dell’opportunità politica di porre la fiducia, non può che consentire al governo di ricorrere a tale possibilità”.

16:13 – “Lei presidente si può dissociare. Lei ha la facoltà di giudicare sulla normalità di porre la fiducia sulla legge elettorale, come avvenne in epoca fascista“. Così, in merito alla questione di fiducia sull’Italicum, il deputato M5S Davide Crippa, rivolto alla presidente della Camera Laura Boldrini

16:03 – “Avevo suggerito al ministro Boschi di non porre la fiducia, così non è andata. Spesso accade che il popolo è più avanti dei suoi rappresentanti, i colleghi del M5S non si devono preoccupare: la questione è aperta, il gioco è aperto”. Così Bruno Tabacci (Per l’Italia) in aula alla Camera dopo la richiesta della fiducia sull’Italicum.

15:42 – Dopo anni di rinvii noi ci prendiamo le nostre responsabilità in Parlamento e davanti al Paese, senza paura #LeggeElettorale #lavoltabuona”. Così su twitter il premier Matteo Renzi dopo che il governo ha posto la fiducia sull’Italicum.

15:40 – La fiducia è “una scelta che non renderà l’aula pacifica. Questo voto si annuncia come occasione lacerante, anziche’ occasione di lavoro collaborativo. Peccato, abbiamo perso una occasione. Esprimo disagio, spero ci sia modo di recuperare”. Lo ha detto in Aula alla Camera Pino Pisicchio, capogruppo del Gruppo Misto, dopo che il governo ha posto in Aula la fiducia sull’Italicum. “Attenzione però – ha aggiunto – all’eterogenesi dei fini: talvolta si immagina di confezionare un abito, che alla fine va bene agli altri”. 

15:37 – “Non consentiremo il fascismo renziano. Faremo di tutto per impedirlo, dentro e fuori questa Aula. Non consentiremo che questa Aula sia ridotta a un bivacco di manipoli renziani“. Lo ha urlato nell’Aula della Camera il capogruppo di Fi Renato Brunetta dopo che il governo ha posto la fiducia sull’Italicum.
Ricordando che la legge Acerbo era stata approvata con la fiducia dal fascismo, Brunetta sottolinea che “il governo la pone contro il Pd”, che “governa grazie a un premio di maggioranza dichiarato incostituzionale” e che aveva annunciato “che non avrebbe agito a colpi di maggioranza”.

15:37 – “Uno strappo incomprensibile dopo il voto di stamane. Alla mano tesa si è preferito rispondere erigendo muri”. Lo afferma la deputata Barbara Pollastrini, del Pd, subito dopo l’apposizione della fiducia sull’Italicum. “Sono tanto rammaricata. Ho sperato fino all’ultimo un altro tipo di fiducia: quella nel Parlamento e nel Pd”, conclude l’esponente della minoranza cuperliana.

15:35 – Questo è “il funerale della democrazia”. Così il capogruppo di Sel, Arturo Scotto, ha commentato l’apposizione della fiducia sull’Italicum. Al termine del suo intervento i deputati di Sel hanno lanciato crisantemi nell’Aula della Camera.

ore 15:30 – Il ministro Maria Elena Boschi ha chiesto la fiducia sull’Italicum in Aula alla Camera. Dai banchi dell’assemblea dell’opposizione la raffica delle proteste. Alle 16 la conferenza de capigruppo di Montecitorio deciderà le modalità delle votazioni.

ore 15:05 – Nel primo pomeriggio di oggi è stata convocata una riunione del Consiglio dei ministri durante la quale il Governo ha deciso di autorizzare l’eventuale apposizione della fiducia alla legge elettorale.

ore 14:45 – Il governo ha retto la prima prova sull’Italicum. Nonostante il voto segreto sulle questioni pregiudiziali di costituzionalità e di merito, chiesto e ottenuto da Forza Italia, la maggioranza ha tenuto, oscillando dai 385 ai 384 voti contro i provvedimenti che avrebbero bloccato la riforma della legge elettorale. Una quindicina in meno i voti a favore del governo sulla questione sospensiva presentata da Brunetta, Gelmini e Palese, dove lo scrutinio era palese e i “no” sono stati 369. Nel complesso, tuttavia, l’esecutivo Renzi regge l’urto delle opposizioni e della dissidenza interna. Resta da vedere come si comporterà la Camera al momento di votare i 140 emendamenti al testo presentati in Aula. Altra incognita è la questione di fiducia che il governo potrebbe porre, ipotesi che la vicesegretaria Debora Serracchiani ha già detto di aver tentato di “evitare in tutti i modi”, specificando però che sarà proprio l’andamento della giornata di oggi a influire sulla decisione del governo.

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