L'esplosione del Pd in Umbria
Le sconfitte a Spoleto, Perugia, la partita di Gubbio hanno creato un clima incandescente nel partito
Lo spettacolo dell'esplosione del potere rosso in Umbria è pirotecnico: la presidente della Regione Katiuscia Marini e il segretario regionale democratico Leonelli bisticciano dalle colonne dei giornali sul futuro politico della prima, i renziani del partito si dimettono dalle cariche, alcuni eroici – si fa per dire - dirigenti cercano di scaricare tutte le colpe della sconfitta sull'ex sindaco di Perugia Wladimiro Boccali. Un'esibizione inguardabile.
Ma a queste latitudini per quanto si cerchi di chiamarsi fuori dalle responsabilità, nessuno, o quasi, è innocente.
Matteo Renzi si è dichiarato incolpevole delle sconfitte che ha attribuito a vecchie incrostazioni (leggi bersaniani) come Boccali, ex sindaco di Perugia. Sarà anche vero ma il brillante stratega fiorentino dovrebbe spiegare al suo stesso partito perchè a 30 chilometri dal capoluogo, in quel di Gubbio, ha fallito anche il suo candidato. Ennio Palazzari, infatti, sponsorizzato nientemeno che da Domenico del Rio, al ballottaggio è andato di poco sopra il 25 per cento: il plenipotenziario renziano aveva fatto una puntata nella città dei Ceri con tanto di comizio in piazza (una trentina di persone in tutto) per sostenere il suo campione.
Nonostante tanto altolocato appoggio Palazzari è stato polverizzato da Filippo Stirati, anche lui Pd, che ha preso il 74 per cento. Il vecchio che avanza? No, è che semplicemente in Umbria le ragioni della sconfitta sono molto più serie. La malattia dei democratici è assai grave e non basterà per curarla nemmeno l'energica simpatia dell'inquilino di Palazzo Chigi.