La giornata «nera» del mondo green, sempre più fuori dal tempo
Svezia, Regno Unito, Cina cambiano idea su alcune tematiche ambientali per questioni economiche e non solo
Ci sono giornate dai colori diversi. Ieri per il mondo talebano del Green (Verde) è stata una giornata Nera, nerissima. Da diverse parti del globo infatti sono arrivate notizie poco incoraggianti per chi ci vorrebbe in bicicletta o al massimo con l’auto elettrica in una casa a impatto zero, tutto a spese nostre.
Ha cominciato la Svezia, avete capito bene, proprio il paese natio di Greta Thunberg, il simbolo vivente della lotta contro l’inquinamento globale. Il Governo ha infatti deciso, per la prima volta dopo decenni di investimenti in crescita, di tagliare le risorse per alcune attività «green». A breve giro di posta ecco la notizia da Londra, dove il premier Sunak ha deciso di far slittare di 5 anni, dal 2030 al 2035, lo stop alla vendita di auto benzina e/o diesel. Dalla Cina poi il colpo di grazia. Il paese forse più inquinante del mondo ha sottoscritto contratti record per l’acquisto del carbone, altro che energia pulita. Pechino, alle prese con una crisi economica complessa e dai potenziali effetti distruttivi, ha deciso che la salvaguardia dei conti e della tenuta sociale del paese vale più dell’aria pulita e così ha fatto scorte per anni ed anni di carbone comprato dall’Australia e dalla Russia.
Da due settimane sono ripresi tutti i talk di intrattenimento. Dalla mattina a mezzanotte diversi opinionisti raccontano che il tema dell’ambiente sarà la questione su cui si giocheranno le elezioni europee. Sarà. L’istinto ci dice tutt’altro. Al supermercato ieri una coppia di giovano sposi discutevano su quale salume comprare «Ok la bresaola, ma visto quello che costa fai 70 grammi». Pochi secondi dopo alla cassa una coppia di pensionato lasciava sul nastro del cacao in polvere che credeva essere in offerta ma non lo era «Mi faccio la torta normale senza cacao…». Poi i migranti («basta, ne abbiamo troppi…»). La gente ha altro per la testa.
Ed i governi si sono resi conto che diventare green costa troppo, soprattutto adesso che le cose non è che vadano benissimo. Pensiamo ad auto e casa: la Ue ha messo due ultimatum costringendo ognuno di noi a mollare le auto diesel e benzina per passare all’elettrico e a rifare la casa (cappotto ed infissi). Costo medio previsto per famiglia 150 mila euro. Spesa insostenibile da sostenere per due terzi degli italiani, forse di più…
Serve quindi serietà anche sull’ambiente; che il clima sia cambiato l’abbiamo capito tutti, l’abbiamo visto anche nella estate passata dove al sud si moriva di caldo mentre al nord temporali e tempeste facevano danni ingenti. Ma non possiamo essere noi da soli a risolvere il problema. È una battagli globale ma che purtroppo non pare interessare tutti come dovrebbe. Basti pensare che all’ultima conferenza globale sul clima mancavano Cina ed India, i due paesi più popolosi e tra i maggiori produttori di Co2 del mondo.
In tutto questo ogni tanto c’è qualche giovanotto di Ultima Generazione che blocca le strade: «Non vorrei essere qui oggi ma ho deciso di bloccare la routine delle persone, compresa la mia, usando unicamente il mio corpo per urlare che non possiamo più fare finta di niente. Non abbiamo più tempo. A spingermi è l'amore verso le persone a me più care». Ecco, spingermi, mai verbo fu più azzeccato. Spesso infatti i manifestanti vengono spinti via a calci dai pendolari a cui stanno sottraendo tempo prezioso. Un consiglio, cari ragazzi, scegliete il modo giusto per sensibilizzare, per informare. Creare altri problemi è da stupidi e soprattutto controproducente.