La Guerra di Corea (1950-1953): la storia e le foto
Primo vero confronto armato dall'inizio della Guerra Fredda, sancì l'attuale divisione al 38°parallelo. Nel 1951 a un passo dalla guerra atomica
La Guerra di Corea fu combattuta tra il 26 giugno 1950 e il 27 luglio 1953. Durante i tre anni di scontri si confrontarono sul campo di battaglia i due eserciti nazionali del Nord e del Sud della penisola divisa in due dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. La guerra vide il massiccio intervento dell'esercito degli Stati Uniti sotto la presidenza di Harry Truman e di altre nazioni occidentali del Patto Atlantico, mentre la Corea del Nord fu supportata dalle potenze comuniste dell'Unione Sovietica e della Cina di Mao Tse-Tung.
La Corea nel XX secolo
La penisola coreana era stata divisa in due zone all'altezza del 38° parallelo dopo che le potenze alleate non furono in grado di trovare soluzioni alternative dopo la capitolazione del Giappone nel settembre 1945. La Corea era stata infatti occupata dalle truppe del Sol Levante dopo la vittoria giapponese contro la Russia nel 1905 ed era diventata una colonia nipponica cinque anni più tardi, sottoposta ad un rigidissimo regime militare, reso ancora più duro dalle guerre degli anni '30 contro la Cina quando il governo di Tokyo sfruttò la popolazione coreana come serbatoio di truppe da mandare al massacro.
Il 38° parallelo e la Guerra Fredda
Alla fine della Seconda Guerra mondiale le truppe sovietiche occuparono la parte settentrionale della Corea, quelle statunitensi la parte meridionale. Pochi mesi dopo sarebbero cominciati gli attriti tra le due superpotenze sfociate infine nella Guerra Fredda, di cui la Corea rappresentava un punto di particolare attrito. I due governi coreani vennero a forgiarsi a seconda della sfera di influenza alla quale erano sottoposti: al Nord si profilava un governo comunista, nelle cui file si affermò la figura di Kim Il-Sung, veterano della guerriglia anti-giapponese durante il secondo conflitto mondiale. Il Sud era invece governato dal filo-americano Syngman Rhee, che mise in atto una sistematica e violenta repressione dei membri del Partito Comunista Coreano ancora di stanza a Seoul.
Durante gli ultimi mesi del 1949, mentre si susseguivano una serie di gravi incidenti lungo la linea di confine del 38°parallelo (che provocarono ben 10.000 vittime), il dittatore comunista nordcoreano cominciò segretamente un sistematico addestramento dell'esercito, aumentato nell'organico dalla proscrizione obbligatoria e reso più potente dai consistenti aiuti in termini di armamenti da parte di Stalin.
Notte del 25 giugno 1950: l'invasione dal Nord
Uno dei tanti incidenti ricorrenti offrì a Kim Il Sung il casus belli per iniziare l'invasione oltre la linea del 38° parallelo ordinata la notte tra il 25 e il 26 giugno 1950, senza alcuna formale dichiarazione di guerra. Talmente debole si rivelò la capacità difensiva dei Sudcoreani colti di sorpresa che la presa di Seoul avvenne in soli due giorni, proprio mentre all'ONU (assente l'Urss) si discuteva la risoluzione contro l'azione di Pyongyang, le truppe di Kim Il Sung invadevano quasi tutta la penisola eccetto un estremo lembo meridionale nella zona di Pusan. IL 27 giugno il Presidente Truman ordinava lo sbarco americano sotto la guida del Generale Douglas MacArthur mantenendo la testa di ponte rimasta in mani sudcoreane.
Era cominciata la prima azione militare nel nuovo mondo della Guerra Fredda, con l'obiettivo americano di liberare tutta la penisola coreana dall'occupazione comunista. L'impresa per gli uomini di MacArthur si rivelò tutt'altro che facile.I Nordcoreani erano bene addestrati e armati, compresa la possibilità di impiegare caccia a reazione Mig-15 di fabbricazione sovietica. Allo sbarco, avvenuto secondo gli schemi di quelli di Sicilia e Normandia, seguirà l'arrivo di truppe non soltanto americane ma di molti paesi alleati degli Usa (Australia, Regno Unito, Francia, Filippine, Canada olanda ed altri). L'Italia fornirà agli Americani un contingente sanitario della Croce Rossa Militare, l'Ospedale da Campo n.68.
1951: a un passo dalla Terza Guerra mondiale
La vera fase dei combattimenti si protrarrà soltanto fino al 1951 in una serie di rapidi ribaltamenti di fronte che vedranno la ripresa dei territori perduti in Corea del Sud compresa la liberazione della capitale Seoul. Quindi MacArthur ed i vertici militari si spinsero oltre e passarono rapidamente il 38° parallelo arrivando in poco tempo al confine con la Manciuria cinese. L'azione americana spinse Pechino ad ammassare truppe al confine con la Corea del Nord a poca distanza dalle posizioni americane e MacArthur a parlare addirittura di un possibile impiego delle armi atomiche. La Terza Guerra mondiale pareva essere ad un passo. L'intervento cinese fece iniziare l'ultima e definitiva ritirata americana, oltre a far maturare la decisione di Truman di silurare MacArthur e di iniziare una trattativa con Pyongyang. Seguirono due anni di sostanziale stallo al confine precedente del 38° parallelo, dove i due eserciti si confrontarono in una serie di brevi battaglie per ottenere esigui vantaggi territoriali, mentre l'aviazione americana continuava nel martellamento delle posizioni nordcoreane. L'armistizio fu firmato il 27 luglio 1953 e sancì la divisione attuale delle due Coree, con un piccolo vantaggio territoriale per il Sud.
Il bilancio di tre anni di massacri
La guerra di Corea, quasi dimenticata fatta eccezione per la fortunata serie televisiva M.A.S.H., fu una delle più sanguinose della storia: le vittime totali ammontarono infatti a quasi 5 milioni tra mori feriti e dispersi, di cui oltre la metà civili. Le perdite totali americane e degli alleati furono di 178.000 uomini, mentre le armate del Nord persero quasi 900.000 effettivi.