L'intesa di Bruxelles sarà la fine di Tspiras ?
Siryza è destinata a spaccarsi. Probabile la nascita di un governo tecnico ed elezioni anticipate in Grecia
"Siamo morti, ma combattendo. Speriamo che qualcuno prenda la nostra bandiera in Europa" - dice sconsolata Tonia Tsitsovits, membro del comitato centrale di Siryza. Come un domino, prevede già l'effetto della caduta delle pedine. La base ora oscilla tra la rabbia e la depressione. La gioia per la vittoria dell'orgoglioso No del referendum, è un lontano ricordo, e per molti, anche dentro Siryza, ora ha sempre più il sapore di un errore politico madornale.
C'è chi si aspettava quello che sta avvenendo. C'è chi pensava che quella consultazione popolare fosse solo l'inizio della fine di Tsipras. Angela Merkel l'aveva calcolato. In fondo, si trattava di una battaglia, non della guerra. Se avesse vinto il Sì, il primo ministro sarebbe stato costretto alle dimissioni. Ma anche con la vittoria del No, il destino del leader di Siryza poteva essere indirizzato verso l'esito voluto: bastava non tener conto del risultato, non accettare le richieste di Tsipras e riproporre condizioni peggiori per Atene.
Per alcuni, questa intesa mina la sovranità della Grecia. Per farlo passare (bocciarlo, vorrebbe dire uscita dall'euro), il governo dovrà avvalersi dei voti dell'opposizione, del Pasok e di Nuova Democrazia. "Questo apre le porte a un governo tecnico e forse alle elezioni anticipate entro qualche settimana" - dice ancora Tonia Tsitsovitz. In questo scenario, difficile che Alexis Tsipras possa rimanere ancora in sella.
Se ci fosse un esecutivo di unità nazionale è impensabile che possa essere lui a guidarlo. Più facile che ci possa essere un personaggio vicina all'ala moderata di Siryza. O una personalità con un alto profilo istituzionale. Questa strada conduce a nuove elezioni. In questo quadro è improbabile che Tsipras possa ripresentarsi. Non avrebbe più la credibilità necessaria. Scenari futuri. Scenari più che probabili.