L'attentato di Istanbul può trascinare il turismo nel baratro
Le presenze in Turchia diminuiranno ancora, danneggiando quella che, con 30 miliardi di fatturato, era una delle industrie più fiorenti del Paese
Il turismo in Turchia, già appesantito da ripetuti attacchi terroristici, toccherà il fondo dopo l'attentato kamikaze all'aeroporto di Istanbul in cui sono morte 36 persone e altre 147 sono rimaste ferite. Il 2016 può essere definito l'annus horribilis per il turismo e gli arrivi sono ai minimi da 22 anni.
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Quello di ieri è il quinto attacco kamikaze in un anno, le immagini dell'ennesima carneficina sono ben lontane da quelle dei depliant turistici. In un anno gli attentati ad Istanbul e Ankara hanno prodotto 200 morti e migliaia di feriti, scoraggiando i turisti i cui arrivi sono ai minimi da 22 anni.
Questi attacchi hanno danneggiato un'industria fondamentale per la Turchia che portava almeno 30 miliardi di euro l'anno. A maggio il ministero del turismo ha comunicato il più massiccio calo degli arrivi da 22 anni con un calo di quasi il 35% del numero dei turisti stranieri a 2,5 milioni di visitatori. Se il numero dei turisti russi è logicamente crollato per lo scontro diplomatico tra Ankara e Mosca (90%), gli arrivi sono diminuiti anche per altre nazionalità: prima di tutto tedeschi, georgiani e britannici. In totale nel corso dei primi 5 mesi dell'anno sono diminuiti del 23%. (AGI)