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Le parole chiave per capire la legge elettorale

Maggioritario, uninominale, collegio: un dizionario per capire i sistemi di voto

MAGGIORITARIO

Il sistema maggioritario è un sistema elettorale basato solitamente sul collegio, cioè sul fatto che ogni collegio (o distretto elettorale uninominale) esprime un solo seggio elettivo. Il principio di fondo è quello anglosassone:  chi vince prende tutto, cioé in ogni collegio il candidato che riceve più voti viene eletto, mentre tutti gli altri, anche se ricevono percentuali di voto rilevanti, vengono esclusi dalla rappresentanza. È ovvio che si tratta di un sistema che penalizza fortemente, nella sua versione più assoluta, le minoranze, come insegna il caso paradigmatico della Gran Bretagna dove un suo storico partito, il Liberal Party, pur raggiungendo percentuali di voto spesso superiori al 15%, non trovava rappresentanza nella Camera dei Comuni.

Il sistema maggioritario può essere a turno unico, quando l'elezione del parlamentare del collegio avviene subito senza bisogno del  ballottaggio, oppure a doppio turno, quando l'assegnazione del seggio viene stabilita (se il parlamentare non ha  ottenuto il 50%+1 dei voti) in un secondo momento, nel ballottaggio tra i due primi classificati del primo turno. Il sistema maggioritario e uninominale a turno secco è in vigore in Gran Bretagna e negli Stati Uniti.  Il sistema maggioritario a doppio turno, detto anche majority, è invece in vigore in Francia sia per le elezioni presidenziali che per quelle legislative. 

Accedono generalmente al secondo turno i due candidati che - pur non superando la metà + 1 dei voti validi - hanno ottenuto più voti al primo turno, ma ci possono essere casi dove l'accesso al ballottaggio è autorizzato per quei candidati che superano una certa soglia di voti. Nella gran parte dei casi, come per il Mattarellum italiano in vigore fino dal 1994 al 2005, esistono forme più o meno spurie di maggioritario e proporzionale, con una quota dei seggi assegnati comunque alle minoranze su base proporzionale per garantire la rappresentanza. Il vantaggio del maggioritario - che pure sacrifica la rappresentanza - è evidente: l'elettore si esprime direttamente nei confronti di un candidato che diventa espressione del suo territorio.

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PROPORZIONALE

Il sistema elettorale proporzionale è un sistema elettivo che garantisce la massima rappresentanza negli organi elettivi. Il voto si esprime generalmente in collegi plurinominali, cioé circoscrizioni che eleggono più parlamentari, sulla base del numero dei voti ottenuti da ciascun partito e da ciascun candidato. Il sistema proporzionale più puro è quello che è stato in vigore in Italia per tutta la durata della prima Repubblica. Garantisce pluralismo e rappresentanza, non assicura però generalmente - soprattutto se il corpo politico ed elettorale è spaccato sulle strategie da seguire - il principio della governabilità, obbligando i partiti a fare accordi post-elettorali generalmente al ribasso, o basati sull'assegnazione di posti di governo e di sottogoverno, pur di far nascere e mantenere in vita una maggioranza.

Oggi esistono generalmente sistemi misti, un po' proporzionali e un po' maggioritari. Ma uno degli esempi più classici di sistema proporzionale è quello di Israele, un Paese che soffre di eccessiva e cronica frammentazione, con la rappresentanza di ben 18 partiti, e con frequenti crisi di governo spesso aperte da un pugno di parlamentari che con i loro voti possono condizionare fortemente le politiche della maggioranza e del partito più forte. Per temperare gli effetti  del proporzionale sulla frammentazione della rappresentanza, si può ricorrere a una soglia di sbarramento su base circoscrizionale (più elevata) o su base nazioale (più bassa) o si possono adottare modelli istituzionali basati per esempio sull'elezione diretta del premier che dovrebbero rendere più forte la capacità di negoziazione del capo del governo in parlamento. In Europa il sistema elettorale proporzionale è in vigore in Belgio, in Finlandia, in Portogallo, in Spagna (con soglia di sbarramento nazionale al 3%), in Grecia e in Austria (con soglia di sbarramento nazionale al 1%). In Germania è in vigore un complesso sistema proporzionale misto. In Italia, dopo la bocciatura del Porcellum, è attualmente in vigore un sistema elettorale proporzionale quasi puro al Senato, mentre alla Camera è in vigore, in attesa della sentenza della consulta, un sistema proporzionale a doppio turno a correzione maggioritaria (Italicum), con premio di maggioranza, soglia di sbarramento e cento collegi plurinominali con capilista bloccati.

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COLLEGIO ELETTORALE

La circoscrizione elettorale o collegio elettorale o distretto elettorale indica ciascuna delle parti in cui è suddiviso il territorio di uno Stato o altro ente territoriale per l'elezione di un'assemblea rappresentativa, quale una camera del parlamento. Il collegio elettorale può essere uninominale quando - sulla base di un sistema maggioritario - elegge un solo rappresentante o plurinominale quando elegge - quasi sempre con un sistema di tipo proporzionale - un certo numero di parlamentari. 

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LISTE CIVETTA

Le liste civetta erano un meccanismo, vigente ai tempi del Mattarellum, per aggirare gli effetti dello scorporo a favore delle coalizioni maggiori e a danno dei partiti che non si aggregano nei due grandi schieramenti politici. Lo stratagemma era possibile alla Camera, dove la legge elettorale prevedeva che si votasse su una doppia scheda: una per i collegi uninominali, e un'altra per le liste dei singoli partiti che concorrono all'assegnazione su base proporzionale del restante dei seggi. Non è escluso, se voteremo con una legge elettorale più o meno proporzionale, che le liste civetta possano tornare di moda in Italia.

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Redazione Panorama