Lesbo: Papa Francesco scuote l’Europa
La forza dei gesti e la decisione di portare con sé tre famiglie di profughi musulmani in Vaticano. Cattolici e ortodossi più uniti
"Oggi davvero era da piangere", confida Papa Francesco conversando in aereo con i giornalisti di ritorno dall’isola di Lesbo. E mostra i disegni che gli hanno donato i bimbi del campo profughi: un bimbo che annega, un sole che piange. "Anche il sole è capace di piangere... anche noi, una lacrima ci farà bene", commenta Bergoglio.
Un viaggio breve ma segnato anzitutto dall’empatia: al di là delle dichiarazioni congiunte, degli incontri bilaterali e dei discorsi ufficiali, il Papa è andato laggiù, nella Lampedusa dell’Egeo per incontrare dei volti, stringere delle mani, abbracciare chi piangeva. "Prima che numeri, sono persone, nomi, storie", ha scandito.
Questi sono i rifugiati che già in oltre 150 mila solo dall’inizio dell’anno si sono affacciati in Grecia, nonostante i blocchi. E per dare l’esempio il pontefice, con l’aiuto della Comunità di sant’Egidio, ha deciso di ospitare tre famiglie siriane in Vaticano, che sono tornate in aereo con lui.
Un gruppo di 12 siriani salgono sull'aereo con Papa Francesco da Lesbo. Saranno ospiti in Vaticano - 16 aprile 2016FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images
Appello all’Europa
Non solo empatia, dunque, ma anche un severo richiamo all’Europa che sappia farsi carico della più "grande catastrofe" umanitaria dopo la seconda guerra mondiale. La forza dei gesti, come il lancio delle corone di fiori nel mare, per ricordare le vittime di questa immane strage.
Papa Francesco, il Patriarca Bartolomeo e l'Arcivescovo Geronimo lanciano in mare delle corone di fiori in memoria dei migranti vittime del mare - 16 aprile 2016 LOUISA GOULIAMAKI/AFP/Getty Images
Ma anche il richiamo delle Chiese, cattolica e ortodossa, unite nella dichiarazione congiunta firmata dal Papa, dal Patriarca di Costantinopoli e dall’arcivescovo di Atene. Chiedono "un più ampio consenso internazionale e un programma di assistenza per affermare lo stato di diritto, difendere i diritti umani fondamentali in questa situazione divenuta insostenibile, proteggere le minoranze, combattere il traffico e il contrabbando di esseri umani, eliminare le rotte di viaggio pericolose che attraversano l’Egeo e tutto il Mediterraneo, e provvedere procedure sicure di reinsediamento".
Accoglienza e integrazione, chiede il pontefice e un’estensione del diritto all’asilo temporaneo. L’Europa dei nuovi muri, dal Brennero alla Macedonia, avrà orecchie per ascoltarlo?