Libia, cosa prevede l'accordo della tregua
I sette punti dell'intesa raggiunta tra le milizie rivali che da agosto combattono per ottenere il controllo di Tripoli
La Libia stravolta dagli scontri dalla fine di agosto, che hanno provocato circa 200 vittime tra morti e feriti, tira un sospiro di sollievo. Tra le milizie combattenti della zona Sud di Tripolie la Forza Anti Terrrorismo di Misurata, guidata dal generale Mohammed Al Zain entrato nella capitale su mandato del Consiglio Presidenziale del premier Fayez al Sarraj, è stato firmato un accordo “per il cessate il fuoco per porre fine a tutte le ostilità, proteggere i civili, salvaguardare la proprietà pubblica e privata e riaprire l’aeroporto di Mitiga”, anche se molti restano i dubbi sull’effettiva durata del patto. Il tutto è avvenuto davanti all’inviato dell'Onu, Ghassan Salamè.
I punti dell’accordo
1 - Impegno delle parti al cessate il fuoco
2 - Non commettere nuovi atti di ostilità
3 - Non esporre i civili ai combattimenti e rispettare i principi dei diritti umani citati nei trattati internazionali e nazionali
4 - Non distruggere o appropiarsi di beni pubblici e privati
5 - Assicurare l’apertura dell’aeroporto di Mitigata, della strade della capitale e di quelle che portano dentro e fuori la città
6 - Evitare ogni misura che possa creare uno scontro armato, come uno spostamento di truppe o armamenti
7 - Assicurare il rispetto dell’accordo da parte di tutte le truppe e le forze che hanno aderito all’accordo
Perché la Libia è importante per il mondo
Tra gli esportatori di greggio la Libia resta il Paese più ambito nonostante le sue costanti instabilità. Le major energetiche sono infatti interessate ai 48,4 miliardi di barili di petrolio presenti cherendono il serbatoio libico uno dei più grandi dell’Africa. Entro il 2022 la Noc, la compagnia nazionale, mira a una produzione di greggio pari a 2,3 mgb con un investimento che potrebbe raggiungere i 18 miliardi di dollari.
I dubbi sulla durata dell’accordo
Finché il Governo di Tripoli resterà diviso in due, ossia spaccato tra le potenze interne, quella di Fayez Sarraj a Tripoli e Kalifa Haftar a Tobruk, entrambi però difese dalle milizie altrettanto separate di Misurata, a loro volta governate da potenti commercianti pronti a tutto per raggiungere ogni tipo di accordo politico-finanziario vantaggioso, truppe islamiche rivoluzionarie ed esercito anti-gheddafi, ogni accordo resterà fragile e a tempo.