L'Obamacare resta: la grande sconfitta di Donald Trump
La riforma sanitaria repubblicana viene ritirata prima del voto. Il Presidente Usa, senza numeri tra i Repubblicani, costretto a fare un passo indietro
Con una retromarcia last minute, Donald Trump chiede il ritiro della riforma sanitaria repubblicana che doveva sostituire l'Obamacare e si risparmia alla Camera una sconfitta annunciata per la mancanza dei voti necessari a causa della fronda repubblicana.
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Ma non evita una umiliante e clamorosa débacle politica nel suo primo confronto col partito al Congresso. "Non abbiamo i numeri" lo aveva gelato poche ore prima del voto lo speaker della Camera Paul Ryan accorrendo alla Casa Bianca. Ma non è stato concordato un altro rinvio, come ieri: si vota alle 15.30 (le 20.30), ha annunciato con tono quasi rassegnato il portavoce del presidente, Sean Spicer, assicurando che Trump "ha fatto tutto cio' che poteva" ma "non si puo' costringere la gente a votare, non è una dittatura".
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Ieri il tycoon aveva lanciato un ultimatum: "approvatela o resterà in vigore l'Obamacare", aveva minacciato in un clima da resa dei conti con il partito, scommettendo che i repubblicani non avrebbero osato far fallire la prima grande legge del suo mandato, una delle principali promesse elettorali sue ma anche del Grand Old party.
Invece, per non andare a sbattere contro un muro e farsi ancora più male, ha dovuto rimangiarsi tutto prima del voto, apparendo un looser, un perdente. Poi, parlando in diretta dallo Studio Ovale, ha girato la frittata: "i veri perdenti sono Nancy Pelosi e Chuck Schumer", i leader democratici alla Camera e al Senato perchè "l'Obamacare esploderà".
Giocando d'azzardo, il magnate ha compromesso ulteriormente la sua reputazione di negoziatore e la sua credibilità di presidente, dopo il doppio fiasco giudiziario del suo bando anti musulmani, minato in gran parte dalla stessa fretta con cui è stato partorito l'American Health care act: una riforma della sanita' in America che si è guardato bene dall'etichettare come 'Trumpcare', fiutando la strada piena di ostacoli, anche nell'eventuale tappa al Senato, dove la maggioranza repubblicana è risicata (52 a 48).
In caso di vittoria, Trump sarebbe apparso come il vero dominus del Grand Old Party, ma la ritirata equivale ad un ennesimo colpo di immagine e prelude ad un rapporto con il partito difficile, se non conflittuale, in un Congresso dove i democratici sono decisi a non fargli sconti su nulla.
E dove hanno incassato un primo successo: "Oggi è un grande giorno per il nostro Paese... È una vittoria per il popolo americano", ha sottolineato Nancy Pelosi, leader dei democratici alla Camera.
Intanto Ryan ha ammesso che "oggi è un giorno deludente per noi", "non siamo stati all'altezza delle aspettative" dopo essere "arrivati davvero vicino", ma "per l'immediato futuro vivremo con l'Obamacare".