Loris: ma perché nessuno ha mai sentito il fratellino Diego?
Soltanto lui, sentito in un'audizione protetta, avrebbe potuto confermare o smentire la versione della madre Veronica. E invece...
C’è soltanto una persona in grado di confermare o smentire la versione di Veronica Panarello quando dice che la mattina del 29 novembre è entrata in macchina con i due figli per poi lasciare Loris vicino alla scuola. Anzi, c’era, perché adesso non è più possibile. E questa rischia di essere una delle diverse pecche di una indagine che si è indirizzata da subito a senso unico, ovvero l’assassina del bambino di otto anni di Santa Croce Camerina è la mamma, punto. Tutto ciò che va in direzione opposta rispetto alla tesi di partenza non merita neppure di essere approfondito.
La polizia e la procura di Ragusa partono da quella che per loro è una certezza: le immagini delle telecamere che smentiscono la versione di Veronica Panarello. In particolare, la donna viene messa alle strette dalle prime immagini del mattino, riprese da una telecamera situata di fronte casa, che la riprendono uscire con i due figli e andare verso la macchina. Ma a questo punto, sulla base di un video sbiadito e fotogrammi non proprio nitidi, si vede la sagoma di un bambino, compatibile con quella di Loris, girare i tacchi e rientrare nel portone di casa, dove la mamma lo avrebbe trovato al suo rientro e ammazzato.
Non è vero, dice Veronica. Loris è salito in macchina con me e Diego. Già, Diego, il figlio più piccolo, quattro anni. Possibile che nessuno gli abbia mai chiesto di quella mattina? Eppure la versione di Diego potrebbe aver avuto un ruolo importante, più delle telecamere piazzate lungo il percorso e della testimonianza di mamme e vigilessa messe insieme. Se non altro avrebbe potuto raccontare se Loris e la mamma avevano litigato e perché. O se magari c'era qualcun altro in macchina. Niente.
Andiamo a rileggere le 109 pagine dell’ordinanza con la quale il Tribunale del Riesame di Catania ha respinto la richiesta di scarcerazione presentata da Francesco Villardita, l’avvocato difensore della mamma. Incredibile ma vero. Non c’è traccia di Diego. Gli inquirenti non si sono presi neppure la briga di farci una chiacchierata. Nulla, avranno pensato che i bambini non si toccano, neppure se stai per strappargli la mamma con violenza.
Si chiama audizione protetta, come funziona ce lo spiega Anna Maria Casale, psicologa, criminologa, con numerose esperienze di bambini piccoli sentiti in ambito giudiziario. Prima di tutto l’età. Un bambino può essere sentito a partire dai 4 anni, le domande le fa uno psicologo, che ha ricevuto incarico da parte del giudice. Le domande non devono essere chiuse ma ampie e generiche, il bambino non deve trovarsi nella condizione di rispondere con un sì o un no ma gli deve essere offerta la possibilità di argomentare. Il tono della voce di chi chiede deve essere neutro, non deciso come quello di chi conosce già i fatti e cerca soltanto delle conferme. Il bambino deve sentirsi libero di scavare nei ricordi.
Tutto questo deve essere fatto in un arco di tempo che non deve andare oltre la settimana da quando si sono volti i fatti. Il livello di attendibilità del racconto viene valutato dallo psicologo sulla base di una analisi soggettiva. Non avrà valore assoluto, ma si tratta di una testimonianza importante. Come poteva essere quella di Diego. Gli inquirenti hanno sospettato di Veronica fin da subito, da quando le maestre e le mamme dei compagni di scuola di Loris hanno raccontato di non averlo mai visto avvicinarsi a scuola. Eppure nessuno ha ritenuto di fare una chiacchierata con Diego.
Anna Maria Casale, psicologa e criminologa