Brittany Maynard, la donna che commuove l'America
Ha deciso di morire dopo la scoperta di un cancro al cervello, e si è trasferita in uno Stato che permette l'eutanasia
Se andate sul sito di Compassion and Choise potete mandare un messaggio a Brittany. Se volete che lo legga, fate in fretta; se desiderate accompagnarla con le vostre preghiere non indugiate; se pensate che le vostre parole possano essere di conforto, scrivetele subito. Non ha molto tempo davanti a sé. Poi morirà.
Dopo una gita al Grand Canyon (non l'aveva mai visto) e la festa di compleanno del marito Dari, la donna che ha commosso e diviso l'America quando deciderà che sia arrivato il moment e si è traser saluterà amici e parenti, i suoi due cani, si stenderà nella sua camera da letto e dirà addio al mondo. Eutanasia, la dolce morte.
Brittany ha deciso di andarsene così, con dignità, ma non nel silenzio. Anzi. Il suo è diventato un caso mondiale dopo che la 29enne laureata in psicologia a Berkeley ha postato su Youtube un video in cui annunciava la sua decisione. Sei mesi fa i dottori le avevano diagnosticato un cancro al cervello, una forma che secondo il loro giudizio non dava alcuna speranza: al massimo sei mesi di vita.
Brittany si è fatta operare, ha provato le cure, ma quando ha capito che tutto sarebbe stato inutile, che il suo destino era scritto e che l'evolversi della malattia l'avrebbe portata a un calvario di sofferenze prima di morire, ha deciso che avrebbe giocato d'anticipo con la Nera Signora. Avrebbe scelto lei quando darle appuntamento e non viceversa.
Dalla California si è trasferita a Portland, in Oregon, dove l'eutanasia è legalizzata. Si chiama Death With Dignity Actla norma che la permette da 17 anni. Poco più di un migliaio di persone l'hanno richiesta in questi lasso di tempo: 752 ne hanno usufruito. La prossima sarà lei.
Per l'ultimo viaggio si è messa nelle mani di Compassion and Choise, un'associazione che si batte da anni per il diritto alla dolce morte. Poi, ha esaudito i suoi desideri: un gita in canoa in Alaska, una al Parco di Yellowstone, la giornata al Grand Canyon. Cose semplici, ma che l'hanno resa felice in compagnia di Dari.
Brittany ha deciso che la sua morte avrebbe dovuto servire ad aiutare tanti altri nella sua stessa condizione. Per questo ha girato un secondo video che è stato messo sul sito web della fondazione che porta già il suo nome. Tutto questo clamore, tutta questa attenzione dei media, non è piaciuta a molti in America. Si è parlato di una spettacolarizzazione della morte, di una sua banalizzazione, di una donna diventata quasi a sua insaputa testimonial di una sorta di lobby, quella dell'eutanasia.
Molti le hanno chiesto di ripensarci. Anche malati come lei. L'hanno implorata di tenere duro, continuare a sperare. Tanti altri, le hanno detto che fa bene, che è giusto così, che lei, come qualsiasi altro, deve avere il diritto di scegliere della sua vita. E della sua morte.
Ora è tutto pronto. Sabato 1 novembre era la data fissata. Brittany adesso dice di aver rimandato, perché in questi giorni nonostante la malattia riesce ancora a sorridere, ma non ha cambiato idea.
E poi ha dato appuntamento alla madre sulla vetta delle Ande, dove cielo e terra s'incontrano e gli spiriti riescono a fluttuare in libertà. Se se la sentirà, ci lascerà con il suo ultimo messaggio, quello che è già presente nel suo video virale, il video che l'ha fatta conoscere al mondo.
Ed è un messaggio tanto potente quanto, in fondo, banale: carpe diem. Cogli l'attimo.