Mali, attacco al resort: cosa sappiamo finora
Uccisi i cinque terrosti che hanno assaltato il Campement Kangaba prendendo decine di ostaggi e uccidendo almeno due persone
IL PUNTO - 19 Giugno, ore 11
Un resort frequentato da turisti occidentali, il Campement Kangaba, è stato attaccato in Mali, alla periferia est della capitale Bamako. Ci sono almeno due morti. Le forze speciali maliane intervenute sul posto hanno liberato almeno 32 ostaggi: tre maliani e quattro occidentali. Per ora non ci sarebbero italiani coinvolti, anche se l'alto rappresentante Ue Federica Mogherini ha dichiarato che: "Non possiamo escludere che ci siano vittime europee. Stiamo informando le famiglie in queste ore difficili e drammatiche che dimostrano come gli europei e gli africani sono fratelli e sorelle sia nella lotta sia nelle risposte".
Intanto, a quanto sembra, le forze di sicurezza del Mali hanno ucciso cinque militanti coinvolti nell'attacco di ieri. Lo annunciato il ministro per la sicurezza Salif Traore che ha commentato: "Si tratta senza dubbio di un attacco terroristico. I militanti avevano alcuni complici che non sono stati né uccisi né arrestati".
Cosa è successo
Testimoni hanno riferito di colpi d'armi automatiche e di una densa colonna di fumo nero che si è levata poco dopo che un gruppo di uomini armati ha fatto irruzione nel complesso, che si trova non lontano dall'aeroporto. Secondo fonti del governo - scrive la Bbc online - si tratterebbe di "sospetti jihadisti" che avrebbero gridato "Allah Akbar".
Insieme alle forze speciali maliane sono intervenuti i militari francesi che fanno parte del dispiegamento anti-jihadista Barkhane. "Le forze di sicurezza sono sul posto, il resort Campement Kangaba è isolato e una operazione militare è in corso", ha riferito il portavoce del ministero della sicurezza Baba Cisse, citato dalla Bbc.
Perché attaccare il Mali
Il collegamento tra l'attacco e la situazione politica francese è per molti politologi immediato. Nel giorno del trionfo di Emmanuel Macron nel ballottaggio delle legislative i terroristi colpiscono di nuovo in una zona d'influenza francese e in un luogo frequentato da occidentali scelto da Macron come destinazione del suo primo viaggio all'estero da presidente.
I precedenti
D'altra parte non è la prima volta che alberghi e resort in Mali finiscono nel mirino dell'estremismo islamico. Nel marzo 2016 era stato assaltato l'hotel Nord-Sud nella capitale maliana che ospitava la missione dell'Unione europea di addestramento dell'esercito maliano (EutmMali). Un attentatore era stato ucciso dalle forze di sicurezza ma non c'erano state altre vittime.
Era andata peggio l'anno prima, il 20 novembre 2015 quando era stato attaccato l'Hotel Radisson Blu, uno dei più esclusivi di Bamako. Il bilancio era stato di 20 morti, oltre ai due terroristi. A rivendicare l'attacco era stata Aqmi, al-Qaida nel Maghreb islamico, che aveva agito in coordinamento con il gruppo jihadista dell'algerino Mokhtar Belmokhtar, al- Morabitoune.
Nel marzo dello stesso anno era finito sotto attacco il bar-ristorante La Terrasse. Cinque i morti, tra i quali due stranieri. Nel 2012 il nord del Mali era caduto sotto il controllo di gruppi jihadisti legati ad al Qaida che si erano saldati con ribelli Tuareg contro i quali, nel gennaio 2013, era intervenuta una forza militare internazionale guidata dalla Francia che aveva 'liberato' gran parte dell'area, anche se tuttora alcune zone sono in mano agli estremisti islamici che hanno colpito anche il centro e il sud del Paese.