Massimo Carminati, il Nero di Romanzo Criminale
Arrestato nell'operazione contro gli appalti sporchi di Roma, è stato al centro dei più misteriosi episodi della Repubblica, dal caso Pecorelli a Bologna
Nel best seller Romanzo criminale di Giancarlo De Cataldo, ispirato all'ascesa della banda della Magliana nella Roma della fine degli anni 70, Massimo Carminati - finito in manette oggi nell'ambito di una vasta operazione sugli appalti sporchi che ha portato all'arresto di 37 persone - è conosciuto come Il Nero, un killer legato al mondo dell'estrema destra romana che nell'omonimo film diretto da Michele Placido è stato interpretato da Riccardo Scamarcio, mentre nella serie televisiva, diretta da Stefano Sollima, da Emiliano Coltorti.
Spietato, freddo, ambiguo, amico di Giusva Fioravanti, è lui che presenta agli membri dell'organizzazione criminale gli ideologi e i dirigenti delle fazioni neofasciste della capitale, mettendoli in contatto anche con uomini dei servizi segreti deviati, arrivando - grazie alle complicità di cui godeva - a nascondere le armi della Banda nella stanza di un ministero. Il suo curriculum criminale - sempre sospeso tra delinquenza comune, omicidi per procura e neofascismo - è stato al centro dei più misteriosi fatti di cronaca nera della storia della Repubblica.
Imputato per l'omicidio del giornalista Mino Pecorelli, per il tentativo di depistaggio legato alla strage alla stazione ferroviaria di Bologna, per l'omicidio di Fausto e Jaio a Milano, Carminati è stato sempre assolto alla fine di lunghi procedimenti giudiziari. Nell'ambito de processo che vide alla sbarra l'intera Banda della Magliana, iniziato a Roma, il 3 ottobre del 1995 per traffico di sostanze stupefacenti, estorsioni, riciclaggio, omicidio, rapina e soprattutto associazione a delinquere di stampo mafioso, Carminati è stato condannato invece dopo due gradi di giudizio, grazie alle rivelazioni del pentito Maurizio Abbatino (alias Il Freddo), a 10 anni di reclusione.