Mdp-Si-Possibile: dove vuole arrivare la sinistra italiana
Sono pronti a fondersi in un'unica lista in vista delle elezioni ma sono già divisi sulle strategie per superare lo sbarramento e contare qualcosa
Il prossimo 3 dicembre, Articolo 1-Mdp, Sinistra Italiana e Possibile si uniranno in matrimonio in vista delle prossime elezioni con la promessa reciproca di “mai più con Renzi”. In queste settimane i tre soggetti politici vivono una fase costituente, per mettere a punto i documenti programmatici che segneranno la base comune di quella che molti già hanno definito la “Cosa rossa”.
Stefano Quaranta, ex Sel, oggi in Mdp bolla come “fantapolitica” la provocazione di qualche giornale che ha già ipotizzato la spartizione dei posti in lista tra i tre soggetti. L'esponente di questa nuova sinistra ha piuttosto la preoccupazione di spiegare che in queste settimane bisogna studiare delle “proposte innovative e anche un po' provocatorie” che diano il senso dell'utilità di questo soggetto. Anche perchè c'è un partito di astenuti che si recupera solo convincendolo che la politica ha ancora una possibilità di cambiare in concreto qualcosa.
I numeri non confortano
Ma se il motto comune è “Renzi mai più”, per Pisapia c'è ancora una speranza di recupero che dovrebbe giocarsi più che sui numeri sui programmi e le idee. I numeri della Cosa Rossa rimangono un'incertezza consistente. L'esperienza siciliana, dove Claudio Fava ha raccolto il 6,5 per cento, non conforta, ma la speranza è che gli italiani alle urne, di fronte ad una proposta concreta in grado di dare una lettura di visione ai cambiamenti di questo paese siano più generosi.
Mdp – Si – Possibile vedono in Piero Grasso l'uomo giusto per Palazzo Chigi in grado di federare anche il Pd al momento giusto. Anche se il Presidente del Senato in queste ore si sta tenendo un passo indietro nella discussione - assicurano – sarebbe pronto a scendere pienamente in partita appena varata la legge di stabilità. In altre parole, quando la legge più importante per lo Stato sarà varata e la legislatura sarà di fatto conclusa.
Le anime dentro la Cosa Rossa
Chi compone la nuova entità politica è un insieme di soggetti che appare unito nella diversità. D'Alema e Bersani sono più tattici e sperano che una volta entrati in parlamento si possa trattare per una posizione di governo, mentre Vendola, Fratoianni, Speranza e Civati sono uomini di opposizione, coetani e uniti dalla visione di una generazione di giovani in difficoltà. E per questo la loro narrazione è rivolta soprattutto al mondo del lavoro, ad una critica feroce del jobs act e anche alla buona scuola. Sono loro che devono recuperare quella fetta di elettorato tra i 25 e i 40 anni che di Renzi non si fida e che sull'onda della rabbia ha affidato il proprio voto ai 5 stelle.
Allo stato attuale la Cosa Rossa conta su 83 parlamentari, di cui 23 solo al Senato dove il governo fatica sempre a trovare i numeri utili per far approvare i provvedimenti. È un vantaggio effimero, perché come ha affermato in questi giorni Pier Luigi Bersani, una volta in parlamento si aprirà la fase due, quella degli apparentamenti per la formazione del prossimo governo. Ma ci sono due incognite sulla strada, quella di riuscire ad essere eletti (e in che percentuali) e poi l'esperienza tedesca di Angela Merkel che dopo quattro settimane di trattative ha dovuto rinunciare un governo e ora si ventila un ritorno alle urne per la Germania. Ma comunque in questo contesto il primo cruccio della nuova alleanza di sinistra è quella di superare le soglie di sbarramento del Rosatellum, risultato tutt'altro che scontato.