Migranti, quanto (e per cosa) pagherà l'Europa
Bruxelles stanzia fondi per l'Italia, ma rafforza anche il bilancio per il controllo delle frontiere
Più fondi per il controllo delle frontiere (esterne) che aiuti per i paesi dell'Africa sahariana. Il prossimo bilancio europeo potrebbe segnare un'inversione di rotta, soprattutto alla luce degli ultimi casi e delle tensione tra Paesi membri nella gestione dei migranti.
Le indicazioni arrivano dal quadro finanziario pluriennale dell'Unione Europea, prossimo alla discussione, dal quale emergerebbe la decisione di rafforzare gli stanziamenti per la protezione delle frontiere esterne rispetto ai piani di sostegno per l'intera fascia subsahariana. Anticipazioni che arrivano mentre tiene banco il caso di Nave Diciotti a Catania e mentre da Bruxelles arrivano 9 milioni di euro in aiuti di emergenza all'Italia per migliorare l'accesso all'Assistenza sanitarie nei centri di accoglienza per richiedenti asilo.
I fondi per l'Italia
"Negli ultimi anni l'Italia è stata sottoposta ad una particolare pressione e la Commissione non intende rallentare il suo sostegno agli sforzi per quanto riguarda la gestione della migrazione e dare rifugio a chi ha bisogno di protezione" ha spiegato il Commissario europeo Dimitris Avramopoulos. Lo stanziamento di 9 milioni di euro avrà come destinatari richiedenti asilo e beneficiari della protezione internazionale che si trovano nei centri di accoglienza sul suolo italiano.
In tutto 42mila persone che si trovano in Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Toscana e Sicilia.
A questi fondi si aggiungono altri 200 milioni in aiuti di emergenza a sostegno della gestione della migrazione in Italia. La notizia, però, arriva nel pieno del caso Diciotti, la nave della Guardia Costiera ferma nel porto di Catania con a bordo migranti in attesa di essere sbarcati; operazione per la quale il vicepremier e ministro dell'Interno, Salvini, attende una decisione proprio a livello europeo sulla redistribuzione dei migranti tra i paesi membri.
Il braccio di ferro con l'UE
Mentre da Bruxelles si rinnova il monito a trovare una soluzione "umanitaria"per i migranti, l'Italia ha ingaggiato un braccio di ferro con l'Europa, minacciando di interrompere i versamenti italiani all'Unione: ''Se l'Ue si ostina con questo atteggiamento, se dalla riunione della Commissione non decidono nulla sulla redistribuzione dei migranti, allora io e tutto il Movimento 5 stelle non saremo disposti più a dare 20 miliardi all'Unione europea ogni anno'' ha tuonato il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico in un messaggio postato su Facebook. ''Se non ci aiutano - ha proseguito Luigi Di Maio - ce ne prendiamo una parte''. ''L'Ue deve battere un colpo''.
Stessa linea per l'altro vicepremier, Salvini: "Non sbarca più nessuno in Italia a meno che l'Europa non si svegli, faccia la sua parte e cominci ad accogliere come abbiamo fatto noi in questi anni" ha spiegato il responsabile del Viminale, citando poi il modello australiano.
Intanto, proprio dall'Europa pare arrivi un'inversione di tendenza nella distribuzione dei finanziamenti relativi all'immigrazione.
Europa, più fondi per le frontiere
L'Unione europea potrebbe stanziare di meno per le politiche di supporto ai Paesi di provenienza dei migranti, incrementando invece fino al 200% il bilancio destinato al rafforzamento delle frontiere e alla gestione dei migranti stessi. Le indicazioni emergono dal quadro finanziario pluriennale dell'Unione europea (QFP) che, come spiegato nel sito istituzionale della Commissione, "determina gli importi che possono essere spesi per impegni e pagamenti in ogni esercizio". In questo caso si tratta del periodo che va dal 2021 al 2027, al vaglio del Parlamento UE nei prossimi mesi.
Secondo il testo, i fondi destinati al sostegno dell'Africa subsahariana passerebbero da 26,1 a 32 miliardi, con un incremento del 32%, ma senza tener conto dell'inflazione, che invece ridurrebbe lo stanziamento a 28,3 miliardi, con un incremento reale rispetto al periodo 2014-2020 del 7%.
Ben maggiore, invece, sarebbe la crescita della cifra destinata alla gestione dei flussi migratori: come riferito da Euractiv si tratterebbe di 30,8 miliardi, dei quali 18,8 - dunque la maggior parte - riservati alla difesa delle frontiere esterne. In questo caso il balzo sarebbe molto maggiore: i fondi per lo stesso capitolo e per il periodo attuale sono infatti solo di 5,6 miliardi, dunque l'incremento sarebbe quasi del 200%.
Come difendere le frontiere
L'obiettivo sarebbe quello di rafforzare il potere di intervento di Frontex, l'Agenzia europea di guardia costiera e di frontiera, con un aumento del personale in forze, che passerebbe dagli attuali 1.000 uomini a 10.000 entro il 2027. Oltre a decuplicare i componenti dell'Agenzia si propone di rafforzare gli investimenti destinati alla gestione della migrazione, in particolare destinati al Fondo Asilo e migrazione (AMF, Asylum and Migration Found), col quale gli Stati membri si occupano di politiche di integrazione e di contrasto all'immigrazione illegale, rimpatri compresi.
Fondi in Africa
Se le indicazioni fossero confermate, si tratterebbe dunque di una scelta (politica) chiara, con priorità al controllo del fenomeno migratorio sul suolo europeo, più che nei Paesi d'origine dei migranti. Ma non mancano voci discordanti. Il Presidente del Parlamento europeo, Tajani, ha già più volte sottolineato l'esigenza di interventi sulle cause dei flussi migratori, parlando di "dovere primario" dell'Europa nel sostegno economico dei paesi africani in difficoltà e di contrasto ai problemi che sono la causa principale delle migrazioni stesse.
Una linea che si scontra con quella dei Paesi cosiddetti Visegrad (Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia) che chiedono maggiore attenzione alla difesa delle frontiere europee e che stanno adottando politiche nazionali sempre più rigide nei confronti dei migranti. Il tema sarà scottante nei prossimi mesi e destinato a tenere banco se è vero che entro il 2050 la popolazione africana è destinata a raddoppiare, raggiungendo i 2,5 miliardi di persone.
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