Il Pd e gli "Amici" di Moreno
Racconto, semiserio, di come sarà la serata conclusiva della Festa del Pd con Epifani, ed il rapper di Amici come ospite (musicale) d'onore
“Ma s' io avessi previsto tutto questo, dati causa e pretesto, le attuali conclusioni”.
Scusi, come dice?
“Secondo voi ma chi me lo fa fare di stare ad ascoltare chiunque ha un tiramento?”.
Non lo so, me lo spieghi lei. Non sono mica io che cuocio salsicce da 40 anni.
Il militante sorride sbilenco e si accende un'altra sigaretta. A Genova è il giorno del segretario alla Festa nazionale dell'Unità. Anzi no, “democratica”, che “dell'Unità” fa troppo vetero-comunista e non sta bene. Figurarsi poi nell'anno delle larghe intese, di Guglielmo Epifani che detta la linea e di Moreno che viene a fargli il coro.
“Ovvio, il medico dice: sei depresso”.
Su, non faccia così, i tempi cambiano. Anche Guccini ha smesso di scrivere canzoni. Adesso tocca a Moreno, quello che ha vinto l'ultima edizione di Amici di Maria De Filippi, il talent di Canale 5. C'è andato pure Matteo Renzi, alla prima puntata, se lo ricorda? Con il giubbotto di pelle alla Fonzie.
“Compagni il gioco si fa peso e tetro, comprate il mio didietro, io lo vendo per poco!”. Il militante gira le spalle e torna a concentrarsi sulla griglia che sfrigola.
Due signore se ne vanno deluse. Erano venute per gli Stadio dopo aver sentito dire che il sindaco di Firenze avrebbe chiesto e ottenuto da Curreri di cantare insieme a lui “Generazione di fenomeni” prima di inciderla in una sua versione e lanciarla sul mercato discografico in coincidenza con il congresso del Pd.
Poco più in là, seduto da solo a un tavolino dello stand delle birre c'è Pier Luigi Bersani che canticchia un pezzo del giovane rapper genovese, “Che confusione, intorno a me. E' quasi come dopo una bomba”.
“Pier Luigi, reagisci!” gli urla qualcuno.
“Eh, non siam mica qui a raccoglier le macerie con il cucchiaino” risponde lui assorto nel fumo di un sigaro ormai quasi spento.
“Bersani, basta con queste metafore, ti hanno portato malissimo. Cambia registro. Prova con il rap...”.
Bersani ci prova, ma è una cover degli ormai dissolti Gemelli Diversi.
“Fa male dirselo ora che venti avversi soffiano sulla nostra fiaccola si spengono sogni in un cassetto di un castello per noi diventato Bettola”.
Nel frattempo la sicurezza ha bloccato all'ingresso Giuliano Palma & The Bluebeaters. Hanno già suonato il giorno prima. Quelli insistono. Sostengono di aver scritto il discorso che Epifani pronuncerà da lì a breve sul palco. Nessuno ci crede ma a un certo punto dagli altoparlanti si sentono gli organizzatori della festa dare il benvenuto al segretario del Pd.
Qualche istante di silenzio e nell'arena risuona la voce del leader che esordisce:
“Se ne dicon di parole...”.
Gli uomini della sicurezza si guardano interdetti.
In prima fila lo stato maggiore del partito applaude stancamente; i più giovani attendono impazienti l'arrivo di Moreno; legati e imbavagliati in un container cinque scalmanati di Occupy Pd armati di megafono sono stati tempestivamente resi innoqui.
Tutto sembra andare per il meglio quando in direzione scoppia una grana terribile.
Enrico Letta ha saputo che l'11 settembre suoneranno alla festa Elio e Le Storie Tese e sta facendo il diavolo a quattro per far cancellare quella data.
Ha inviato un fax di diffida su carta intestata della Presidenza del Consiglio. Sostiene di essere lui l'autore di “Illimitatamente” e che gli Elii non lo avrebbero nemmeno citato tra i ringraziamenti sul libretto del cd.
La segreteria del partito locale è nel pallone. Le urla del tesoriere che ha già versato il cachet ai musicisti risuonano nell'arena coprendo le parole di Epifani. Bersani ubriaco fischietta “Dammi solo un minuto”; Renzi saltella con Moreno: “Matteo è la novità, Matteo è la novità, Matteo è la novità, novità, novità”.
Il militante austero, inchiodato alla salsiccia, scuote la testa e sospira:
“Io solo qui alle quattro del mattino, l'angoscia e un po' di vino, voglia di bestemmiare!”