Nassirya, il ricordo dell'attentato
Ufficio stampa Carabinieri
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Nassirya, il ricordo dell'attentato

Ripubblichiamo un articolo del 13 novembre 2013 in cui Panorama.it ricordava la strage di Nassirya

«Dieci, cento, mille Nassiriya», è questo uno dei più pesanti, se non il più duro degli slogan in voga un paio di anni fa, gridato allo stadio o dai manifestanti di estrema sinistra quando marciavano in corteo per le proteste sociali.

Quelle parole aberranti, cariche di odio e di ignoranza spesso erano rivolte al drappello di agenti di polizia e di carabinieri schierati in servizio. Frase perversa, malvagia urlata da iniqui nei confronti di persone che per dedizione e avevano scelto di andare ad aiutare in missione di pace gli iracheni. Un’immagine a volte vale più di mille parole dette e scritte.

Ecco allora una serie di foto esclusive, di quel maledetto 12 novembre del 2003 scattate subito dopo la deflagrazione dell’attentato a Nassiriya, città a sud dell’Iraq. Immagini raccapriccianti della devastazione di vite innocenti. Un’apocalisse. Alcune foto abbiamo deciso di non mostrarle per l’efferatezza e barbarie delle immagini e soprattutto per rispetto rigoroso dei familiari delle vittime.

Erano le 10:40 ora locale di dieci anni fa, le 08:40 in Italia, quando un camion cisterna kamikaze imbottito di 300 chili di esplosivo scoppia davanti la base Msu (Multinational Specialized Unit) italiana dei Carabinieri. Si lancia a folle velocità contro la base, forza il cancello d’entrata e prosegue la sua corsa impazzita e disumana sino alla palazzina di tre piani che ospitava il dipartimento logistico italiano. Un impatto violentissimo che fa crollare gran parte dell'edificio, danneggia un secondo palazzo dove ha sede il comando. I vetri delle finestre del complesso vanno in frantumi. Nel cortile davanti alla alla base molti mezzi militari prendono fuoco. In fiamme anche la santabarbara, deposito delle munizioni della base. Le forti esplosioni provocano una carneficina di colpi impazziti in qualunque direzione.

In una manciata di secondi muoiono 28 persone, diciannove italiani tra militari e civili, nove iracheni e cinquantotto feriti. I primi soccorsi furono prestati dai carabinieri stessi, dalla nuova polizia irachena e dai civili del luogo. Per la deflagrazione vengono distrutti anche gli uffici di un edificio dove aveva sede una ong americana, la International Medical Corps. Scoppi e esplosioni dappertutto. Fumo e morte. Un’ecatombe. Una carneficina di resti umani sparsi dappertutto. Una colonna di fumo nera e acre nel cielo. Vite amputate, sogni di vita spezzati, bambini rimasti orfani. Dolore e strazio.

Semmai a qualcuno venisse di nuovo in mente di gridare «Dieci, cento, mille Nassiriya», in sfregio a questa apocalisse, che osservi bene queste foto, e poi si guardi allo specchio alla ricerca della sua coscienza perduta.

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Anna Germoni