'Ndrangheta, arrestato l'ex sottosegretario Sandro Principe
Un blitz dei carabinieri di Cosenza ha fatto scattare le manette a cinque politici e quattro boss. Per tutti l'accusa di corruzione e voto di scambio
Concorso esterno in associazione mafiosa, voto di scambio, corruzione. Sono questi i capi di accusa per cinque politici che sono stati arrestati, questa mattina, dai carabinieri di Cosenza insieme a 4 esponenti di vertice della cosca di 'ndrangheta "Lanzino-Ruà", egemone nella provincia cosentina.
Tra i politici arrestati anche Sandro Principe, del Pd, ex Sindaco di Rende, che è stato sottosegretario al Lavoro ma anche assessore e consigliere regionale.
Nell' operazione condotta dai carabinieri del Comando provinciale e dai pm della Dda di Catanzaro Vincenzo Luberto e Pierpaolo Bruni, sono spuntati, legati alla figura dell’ex sottosegretario Principe, altri politici di spicco che hanno ricoperto negli anni incarichi di rilievo nella politica locale.
A finire agli arresti, infatti, anche un altro ex sindaco di Rende, Umberto Bernaudo, l'ex consigliere regionale Rosario Mirabelli e l'ex consigliere provinciale Pietro Ruffolo. Oltre a loro in manette è finito anche un ex consigliere comunale di cui al momento non è stata resa nota l'identità. Per tutti sono stati disposti gli arresti domiciliari. Un "collaudato 'sistema' ultradecennale", è statpo definitop degli investigatori, un "intreccio" politico/mafioso che ha consentito a candidati alle varie tornate elettorali per il rinnovo del Consiglio comunale di Rende tenutesi dal 1999 e fino al 2011 di essere eletti.
Ma tra le attività illecite che sarebbero state riscontrate, ci sono anche quelle connesse all'affidamento in gestione di locali pubblici comunali a beneficio di affiliati al clan, all'assunzione nella società municipalizzata per la gestione dei servizi comunali di soggetti inseriti o contigui al gruppo criminale, al mancato licenziamento di alcuni di questi dopo avere riportato condanne e la promessa di erogazione di fondi pubblici per finanziare una cooperativa creata ad hoc da un esponente di spicco della cosca per la gestione dell'area del mercato di Rende.
Le assunzioni alla municipalizzata, in particolare, avrebbero riguardato vari esponenti della cosca, tra cui il capo Ettore Lanzino.
Chi è Sandro Principe
Figlio di Francesco Principe, leader socialista calabrese e presidente della Giunta Regionale, Sandro è avvocato, esperto di diritto amministrativo, e impegnato in politica come esponente del PSI, sin dagli anni ottanta come sindaco di Rende.
Nel 1987 è stato eletto deputato, riconfermato nel 1992 e nominato sottosegretario al Lavoro nel Governo presieduto da Giuliano Amato e anche nel Governo presieduto da Carlo Azeglio Ciampi.
Wikipedia
L’attentato
Nel 1999 è stato rieletto sindaco di Rende e, il 29 maggio del 2004, allo scadere del suo mandato, è stato ferito in maniera gravissima da un colpo di pistola al volto, mentre partecipava alla cerimonia per l'inaugurazione della Chiesa di San Carlo Borromeo di Rende.[1] Costretto in ospedale con lo stato di salute fortemente compromesso, non partecipa alla campagna elettorale ma viene rieletto sindaco con il 78% dei consensi.
Nel 2005 entra a far parte della Giunta Regionale della Calabria come assessore alla Istruzione, Cultura, Alta Formazione, Università e Innovazione Tecnologica, riconfermato nelle successive formazioni dell'esecutivo fino a novembre 2007.
Nel 2010 viene rieletto consigliere regionale nelle liste del Partito Democratico, nella circoscrizione di Cosenza; successivamente viene eletto Capogruppo PD al Consiglio regionale della Calabria.
La vicenda giudiziaria e le ‘strane’ preferenze
Alla vigilia delle Elezioni politiche italiane del 1992 scatta il blitz delle preferenze ordinato dall'allora Procuratore capo di Palmi Agostino Cordova e dal Pubblico Ministero di Locri Nicola Gratteri, durante l'operazione di polizia i fac-simili elettorali dell'onorevole Sandro Principe vengono trovati in diverse abitazioni di 'ndranghetisti della Piana di Gioia Tauro e della Locride.
Il Procuratore Cordova chiede alla Camera dei Deputati per due volte l'autorizzazione a procedere contro l'on. Principe ma l’ autorizzazione viene sempre negata. Ma nella richiesta del magistrato c'era un altro aspetto che alla luce del blitz di oggi appare inquietante: campagna elettorale fatta per Sandro Principe da mafiosi e pregiudicati della Piana di Gioia Tauro ovvero dai boss Versace di Polistena agli Avignone di Taurianova ma anche dai Pesce e molti altri capicosca.
Legami con la cosca Pesce?
Ma nella richiesta si parla persino degli incontri di Sandro Principe (fotografati dai carabinieri di Rosarno) col boss mafioso Marcello Pesce nella saletta riservata del bar “Crystall” di Rosarno.
Ma questa vicenda giudiziaria si conclude nel 1995 con una richiesta da parte della procura di Palmi e poi successivamente accolta dal Gip di archiviazione per le accuse contestate al politico.