Niente rossetto rosso, siamo hostess turche
La compagnia di bandiera di Ankara ha vietato il trucco provocante. L'opposizione a Erdogan parla di "misura perversa"
Altro che Mille e una Notte. Niente rossetto rosso per le hostess della Turkish Airlines. E' l'ultima trovata (e l'ultimo divieto in ordine cronologico) della compagnia aerea del paese della Mezzaluna, che si sta allineando al trend generale del governo "islamico moderato" di Recep Tayyip Erdogan.
Non appena la compagnia ha diffuso le nuove regole è scoppiata la protesta di migliaia di donne sui social network. Una valanga di foto con rossetti rossi, sensuali e conturbanti si è rovesciata sul web. Ma la Turkish non ha fatto alcun passo indietro e ha difeso la decisione dei suoi vertici, sostenendo che "il make-up semplice e i colori pastello e immacolati sono altamente preferibili per le lavoratrici del settore".
Come a dire: chi si mette un rossetto sgargiante e non immacolato rischia di essere penalizzata. In più, sono stati vietati i colori di capelli accessi e provocanti (biondo platino e rosso), così come gli chignon troppo appariscenti e i tatuaggi.
Ma il divieto di rossetto è solo l'ultima di una serie di misure restrittive che la compagnia di bandiera di Ankara, che per il 49% è di proprietà dello Stato, ha preso. A febbraio la Turkish è stata nell'occhio del ciclone per le nuove divise in stile ottomano. Un ritorno al passato che non è stato gradito dai laici che hanno fortemente protestato. I cappelli ottomani (da ristorante kitsch di quart'ordine a dire il vero) sono stati accantonati, ma le gonne delle hostess sono state comunque portate sotto il ginocchio, mentre sin dagli anni '70 la lunghezza era al di sopra del ginocchio, come mostrano alcune foto dell'epoca.
Ma negli anni Settanta la Turchia era un Paese ancora pienamente secolarizzato, mentre da più di dieci anni a questa parte al governo c'è l'AKP di Erdogan, il partito islamico moderato (come l'hanno definito all'epoca della prima vittoria gli analisti americani), che anno dopo anno ha fatto scelte sempre più islamiche e sempre meno moderate.
Da marzo sui voli domestici operati dalla Turkish sono stati vietati gli alcolici e stessa cosa vale per le attività al centro di Istanbul, a Beyoglu nel quartiere europeo, dove da più di due anni a questa parte non si può servire alcol all'esterno degli esercizi commerciali. E tenendo presente che la maggior parte dei locali campa di tavolini all'aperto, il gioco (di Erdogan) è fatto.
La Turkish Airlines sostiene che sono state le indicazioni dei passeggeri a fargli cambiare rotta e che dal governo non è arrivato nessun ordine di scuderia, ma la questione è puramente politica e va ad alimentare le polemiche, così come le paure di una islamizzazione del Paese. Un Paese non qualunque, ma all'interno della Nato e alle porte dell'Europa.
"La misura (presa dalla Turkish Airlines ndr) è un atto di perversione. Come altro descriverla?", ha dichiarato Gursel Tekin, il vice-presidente del CHP, il principale partito all'opposizione. Ma dall'interno dello stesso governo qualcuno ha espresso perplessità, come il ministro ai Trasporti e alle Comunicazioni, Binali Yıldırım, che ha dichiarato che a lui il rossetto rosso piace molto, perché è dello stesso colore della bandiera turca. Strano che Erdogan non se ne sia accorto.