Nomine Rai: ecco le prime
I grillini hanno messo il loro uomo, Salini, sulla poltrona di amministratore delegato, i leghisti hanno scelto un loro fedelissimo, Foa, per la presidenza
Alla fine Fabrizio Salini (e con lui Luigi Di Maio) ce l’ha fatta. Nonostante le sue quote nella società Stand by me della renziana Simona Ercolani, l’ex direttore di La7 (fino allo scorso giugno, ma ha lavorato anche per Fox International Channels Italy, e per Sky Italia) è il nuovo amministratore delegato della Rai, fortemente voluto dai grillini indicato dal ministro dell’economia Tria.
La lunga trattativa con la Lega, che Salini proprio non lo voleva, ha portato alla presidenza, aggirando le norme sulla parità di genere nelle partecipate, un nome caro e fedele a Matteo Salvini, un nome a sopresa, che non era mai stato considerato nel totopoltrone: Marcello Foa, 55 anni, storica firma de Il Giornale e oggi direttore del Corriere Ticinese, verrà proposto come presidente, e dovrà ottenere i due terzi dei voti della Vigilanza Rai, dove si annunciano barricate.
Le prime reazioni
Se infatti Di Maio esulta “Ora ci liberiamo dei raccomandati e dei parassiti”, ha detto il vicepremier, annunciando alla stampa le nomine alla guida del servizio pubblico, l’ex premier Paolo Gentiloni, commentando la scelta di Foa, si è esibito un tweet al veleno: “Un sovranista indicato per la presidenza Rai. Usciremo dall’Eurovisione?”.
Il deputato pd Michele Anzaldi che da sempre scandaglia la Rai, su Facebook annuncia che il Pd in Vigilanza gli voterà contro: “Nessuna nomina di garanzia: Salvini e Di Maio vanno contro la legge e militarizzano la Rai con una spartizione senza precedenti. Tria e Conte non pervenuti. Il Pd voterà contro e farà battaglia dura con tutti i mezzi disponibili per difendere l’indipendenza dell’informazione”.
Anzaldi fa notare che “Foa è un fedelissimo di Salvini mentre Salini è stato l’ad de La7 nel momento in cui la tv di Cairo si è trasformata in un lungo talk show filo M5S contro Renzi e il Pd". Vogliono asservire, sostiene "il servizio pubblico alla loro lottizzazione selvaggia".