Servono nuovi centri per i migranti e si torna a parlare delle caserme dismesse
In giro per l'Italia sono centinaia e centinaia gli spazi una volta utilizzati dall'esercito ed abbandonati da anni. Una soluzione che sembra pronta all'uso... sembra...
Il Governo Meloni nell'ultimo Consiglio dei Ministri ha dato mandato alla Difesa di incrementare la rete dei Centri di permanenza per il rimpatrio dei migranti (Cpr) utilizzando alcune delle caserme dismesse che dovranno essere ristrutturate dai genieri militari. I Cpr al momento in Italia sono 9, con una capienza totale di 453 posti dislocati a Bari, Brindisi, Caltanissetta, Roma, Torino Potenza, Trapani, Gorizia, Nuoro e Milano. Numeri insufficienti che dovranno essere raddoppiati, fornendo ad ogni Regione un suo centro che sarà localizzato in alcune di queste caserme inutilizzate da anni dopo l'abolizione della leva militare obbligatoria nel 2004 e la smilitarizzazione, soprattutto del Nordest, avvenuta al termine della Guerra Fredda.
Le caserme dismesse
In Italia ci sono 1500 caserme dismesse secondo gli ultimi dati aggiornati al 2015. Un ingente patrimonio immobiliare passato dal Ministero della Difesa all'Agenzia del Demanio e sul cui utilizzo si discute da anni senza aver mai raggiunto nessun accordo. Solo oggi a causa dei numeri da record dell'immigrazione clandestina si cercherà di capire quali di questi immobili potrebbe essere immediatamente utilizzato, per struttura e condizioni. Difatti la maggior parte di queste strutture sono fatiscenti, vandalizzate e piene zeppe di amianto. Tutte criticità che spesso hanno portato a sceglierne la demolizione per questo si prevedono interventi certamente costosi che saranno resi possibili grazie alle procedure semplificate previste dal decreto Cutro e alle coperture finanziarie della legge di bilancio 2023 di 42,5 milioni di euro.
Ma non è la prima volta che si cerca di riconvertire le caserme in centri per l'immigrazione o carceri ma ci sono sempre stati dei conflitti tra governo ed enti locali come nel caso della Caserma San Vito al Tagliamento in Friuli-Venezia Giulia individuata nel 2013 per realizzare un nuovo carcere da 300 posti e dove l'unica parte recuperabile era una palazzina. Ad oggi nonostante siano stati stanziati ufficialmente 25 milioni di euro nel 2021, i lavori sono fermi. Nel Friuli Venezia Giulia ci sono 400 caserme abbandonate e 1.300 bunker in pratica circa un terzo di quelle esistenti. Mentre nelle altre regioni d'Italia diverse caserme sono state occupate come nel caso dell'ex Caserma Masini, nel quartiere Santo Stefano al centro di Bologna, un complesso di circa 8 mila metri quadrati, con un grande cortile alberato dove oggi vivono migranti e attivisti.
Dove saranno localizzati i nuovi Cpr
La riconversione delle caserme in Cpr secondo quanto stabilito dal Governo sarà prevista solo in territori "a bassissima densità abitativa e facilmente perimetrabili e sorvegliabili" per non creare "ulteriore disagio e insicurezza nelle città italiane". Una rassicurazione che non sembra aver convinto e su cui i territori si dicono già pronti a dare battaglia.