L'omicidio di Jan Kuciak, il giornalista che indagava sulla 'ndrangheta
Il reporter slovacco aveva nel mirino la gestione di alcuni fondi europei: è stato assassinato nella sua casa insieme alla fidanzata
Tra il 22 e il 25 febbraio, a Bratislava, il giornalista investigativo Jan Kuciak è stato ucciso insieme alla sua fidanzata Martina Kušnírov. Un'esecuzione in piena regola che secondo la polizia e i meida slovacchi è da collegare al lavoro del reporter per il sito slovacco Aktuality. Nelle scorse ore la testata ha pubblicato integralmente il materiale al quale lavorava il giornalista: un'inchiesta che accusava l'assistente del premier Fico, Maria Troskova, e Viliam Jasan, segretario del consiglio di sicurezza, di collusioni con la 'ndrangheta. Entrambi hanno rassegnato le dimissioni mentre continua l'inchiesta sui mandanti del duplice delitto.
Chi era
Kuciak era un giornalista investigativo slovacco che da qualche tempo aveva iniziato ad indagare sulla gestione non limpida di alcuni fondi strutturali dell'Unione Europea nel suo paese. Precedentemente aveva curato diverse inchieste, lavorando anche ai Panama Papers. Tra le sue ultime indagini anche quella che riguardava il primo ministro Robert Fico e le attività di due suoi minisitri: quello dell’Interno, Robert Kalinak e quello delle Finanze, Ján Pociatek. Il suo ultimo articolo aveva indagato invece l'imprenditore Marian Kocner, accusato di frode ed evasione fiscale ma il cui caso era stato archiviato nel 2017 dalla magistratura.
L'omicidio
Tra il 22 e il 25 febbraio Jan Kuciak (27 anni) è stato raggiunto dal suo killer nella casa di Velka Maca, una località ad ovest della Slovacchia, non troppo lontano da Bratislava, dove viveva con la fidanzata Martina Kušnírov (27 anni). Sono stati uccisi con due colpi di pistola, uno al petto per lui e uno alla testa per la compagna. Vicino ai cadaveri sono stati lasciati alcuni proiettili, un gesto non casuale che secondo gli investigatori sarebbe una "firma" d'avvertimento dei killer. Il suo lavoro era noto e rispettato in tutto il paese e l'assassinio ha avuto grande risalto sui media di tutta la Slovacchia.
Su cosa stava lavorando?
Dopo l'omicidio sono immediatamente scattate le indagini per individuare mandanti ed esecutori. Su cosa stava lavorando Kuciak? Ad offrire la risposta è stato Tom Nicholson, giornalista investigativo di origine britannica che da diverso tempo collaborava con la vittima. Sull'edizione europea di Politico Nicholson ha spiegato: "Il crimine slovacco non ha mai ucciso i giornalisti. Jan stava preparando un'inchiesta sul pagamento fraudolento di fondi UE a cittadini italiani residenti in Slovacchia che avevano presunti legami con la ‘ndrangheta calabrese”.
I sospetti
Sempre secondo Nicholson Jan Kuciak stava indagando su Maria Troskova, assistente del premier slovacco Robert Fico. La Troskova, ex modella che in passato aveva anche posato senza veli, negli anni scorsi aveva fondato una società commerciale, la Gia Management, insieme ad un imprenditore calabrese sospettato di aver rapporti con la 'ndrangheta, Antonino Vadala. I media slovacchi che stanno ricostruendo le inchieste alle quali lavorava Kuciak riportano come la Gia Mangement fosse poi stata ceduta ad un altro imprenditore di origine italiana, Pietro Catroppa. Gli intrecci sospetti continuano: Catroppa era anche proprietario della Prodest, società già nel mirino dei serivizi segreti slovacchi che aveva tra i suoi soci anche Viliam Jasan, segretario del consiglio di sicurezza del Governo.
L'ultimo reportage e le dimissioni dei ministri
Il sito Aktuality ha confermato queste voci pubblicando integralmente l'ultima inchiesta di Kuciak che accusava Maria Troskova e Vilian Jasan di collusioni con la 'ndrangheta. Il reportage ha portato alle dimissioni dei due politici: "Collegare i nostri nomi con un atto deprecabile come fanno alcuni politici e media è assurdo" - hanno spiegato in una nota comune - Di fronte alla strumentalizzazione dei nostri nomi, nella lotta politica contro il premier Fico, abbiamo deciso di lasciare i nostri incarichi all'Ufficio del governo fino alla conclusione delle indagini". Poche ore prima si era dimesso anche il ministro della cultura Marek Madaric, una scelta personale dettata dal fatto che il suo Ministero era quello che aveva il più stretto contatto con i media.
I primi sette italiani arrestati
La polizia slovacca ha già arrestato sette cittadini italiani. Un blitz dell'Agenzia nazionale anticrimine ha permesso di fermare l'imprenditore Antonio Vadalà, il fratello Bruno e il cugino Pietro Catroppa. Dopo poco tempo il capo della polizia Tibor Gaspar ha annunciato l'arresto di altre 4 persone identificate come Sebastiano V., Diego R., Antonio R. e Pietro C.