Omicidio Meredith, la procura s'è fatta un filmino
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Omicidio Meredith, la procura s'è fatta un filmino

La procura di Perugia, che non aveva elementi per arrestare Amanda e Raffaele, ha anche sprecato 182 mila euro in un filmato top secret e inutile

Si sono fatti un film, nel vero senso della parola. Dopo la sentenza della Cassazione che ha cancellato l'accusa contro Amanda Knox e Raffaele Sollecito per l'assassinio di Meredith Kercher, pur nell'attesa delle motivazioni, la conclusione non può che essere questa. Il sostituto procuratore di Perugia Giuliano Mignini e il pubblico ministero Manuela Comodi, grandi accusatori dei ragazzi che hanno passato quattro anni in carcere da innocenti, non soltanto hanno lavorato di fantasia per ricostruire la dinamica dell'omicidio, visto che sulla scena del delitto non c'era neppure una traccia di Amanda e Raffaele, ma hanno addirittura ricostruito i fatti di quella sera del primo novembre 2007 in un filmato che è stato proiettato in aula durante il processo di primo grado.

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Pochi istanti prima di iniziare la requisitoria, i due rappresentanti dell'accusa chiesero e ottennero dalla corte che i giornalisti e il pubblico uscisse dall'aula. Al riparo da occhi indiscreti, la pm Comodi e Mignini spiegarono ai giudici come erano andati i fatti dentro la casa di via della pergola, avvalendosi di una ricostruzione animata in 4D. Il fimato, della durata di 20 minuti, iniziava con alcune immagini tratte da google maps per poi entrate dentro la villetta dove Amanda, Raffaele, Meredith e Rudy Guede, appaiono in forma stilizzata, come in un cartone animato. Meredith indossa una felpa Adidas, Amanda porta jeans e maglia a collo alto, Raffaele una giacca sportiva. Nel video la studentessa inglese viene sbattuta contro il muro, aggredita da Amanda che impugna un coltello e Raffaele che tenta di strapparle il reggiseno. Meredith crolla a terra, i due fidanzati prendono i telefonini e scappano, mentre Rudy si porta le mani alla testa.

Ora, a parte il fatto che risulta difficile capire su quali presupposti si basi questa dinamica, visto che nella scena del delitto le uniche tracce erano quelle lasciate dall'ivoriano condannato poi a 16 anni di carcere, a questo punto bisogna fare altre considerazioni. Quel video non venne mai inserito nel fascicolo dell'accusa e quindi non fu mai reso disponibile agli avvocati della difesa. La motivazione degli inquirenti fu quella di "evitare le speculazioni dei media e l'utilizzo televisivo del filmato".

Ci dispiace, cari legali degli assassini, noi non ve lo possiamo dare, però vi presentiamo il conto. Infatti, il costo del filmato venne notificato in carcere ad Amanda e Raffaele perché toccava a loro pagare le spese processuali. Un conto non da poco: 182.784 euro. Proprio così, centottantaduemilasettecentoottantaquattro euro, che alla fine avete pagato anche voi che state leggendo questo articolo. Una somma spaventosa che fece saltare sulla sedia il procuratore della Corte dei conti, che aprì subito una indagine. La vicenda arrivò perfino al Consiglio superiore della magistratura, dove venne chiamata la pm Manuela Comodi per non aver adeguatamente motivato la somma fatta liquidare alla società autrice del filmato, la Nventa id srl. Per la procura generale, la condotta della pm aveva arrecato un danno ingiusto all'erario e un indebito vantaggio alla società incaricata della consulenza. Ma alla fine il tribunale delle toghe assolde Comodi da ogni accusa.

Perchè alla fine, in Italia, paga sempre lui: Pantalone.

Il sito online di The Independent con la notizia dell'assoluzione in via definitiva, da parte della Corte di Cassazione, di Amanda Knox e Raffaele Sollecito, 28 marzo 2015. ANSA/ WEB

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Carmelo Abbate