Papa Francesco ad Amatrice e sui luoghi del terremoto - FOTO
A sopresa il Pontefice si reca anche ad Accumoli e nelle Marche. Alla gente dice: "Vi sono vicino e prego per voi. Sempre c'è un futuro"
Papa Francesco ad Amatrice e sui luoghi colpiti dal terremoto del 24 agosto. Un viaggio a sorpresa a cui Bergoglio aveva fatto cenno subito dopo la tragedia e anche in seguito senza però definire la data in calendario.
Questa mattina però alle 9,10 il Papa è arrivato nella città accompagnato dal vescovo di Rieti mons. Domenico Pompili con l'intenzione di visitare la scuola e fare un sopralluogo nella zona rossa.
"Ho pensato bene nei primi giorni di questi tanti dolori che la mia visita, forse, era più un ingombro che un aiuto, che un saluto, e non volevo dare fastidio e per questo ho lasciato passare un pochettino di tempo affinchè si sistemassero alcune cose, come la scuola. Ma dal primo momento ho sentito che dovevo venire da voi!", ha detto Papa Francesco ai terremotati. "Semplicemente per dire - ha aggiunto, secondo quanto riferisce Radio Vaticana - che vi sono vicino, che vi sono vicino, niente di più, e che prego, prego per voi! Vicinanza e preghiera, questa è la mia offerta a voi. Che il Signore benedica tutti voi, che la Madonna vi custodisca in questo momento di tristezza e dolore e di prova".
Poi il Papa ha abbracciato e salutato le maestre, i professori e gli studenti, il sindaco Sergio Pirozzi, i vigili del Fuoco, al gente. Nella zona rossa di Amatrice ha avuto l'impatto con le macerie del paese in un grande silenzio, si è avvicinato il più possibile agli edifici crollati e ha pregato, da solo, in silenzio.
Una preghiera speciale per i vigili del fuoco
Si è rivolto poi ai vigili del fuoco: "Ogni giorno prego per voi affinchè non dobbiate lavorare, perchè il vostro lavoro è un lavoro doloroso. Sono io che devo ringraziare voi". Il Papa ha poi scoltato il responsabile della comunicazione di emergenza Luca Cari, che gli spiegava gli interventi di soccorso e ha chiesto di poter fare una foto con tutti i vigili del fuoco. "Voglio una foto con loro perche' sono quelli che salvano la gente".
Papa Francesco tra le rovine di Amatrice con i vigili del Fuoco - 4 ottobre 2016ANSA/OSSERVATORE ROMANO
Dopo la benedizione il Papa ha voluto pregare l'Ave Maria con le persone presenti: "Andiamo avanti, sempre c'è un futuro. Ci sono tanti cari che ci hanno lasciato, che sono caduti qui, sotto le macerie. Preghiamo la Madonna per loro, lo facciamo tutti insieme. Guardare sempre avanti. Avanti, coraggio, e aiutarsi gli uni gli altri. Si cammina meglio insieme, da soli non si va. Avanti! Grazie".
Nessuno sapeva nulla
"Noi sacerdoti non lo sapevamo. Abbiamo visto un dispiegamento di giornalisti, radio, tv e vari operatori. Quando è arrivato, è andato direttamente incontro ai bambini. È stato molto bello, molto significativo. Il vescovo Pompili ha presentato, poi, alcuni sacerdoti presenti. È stato un gesto inatteso, improvviso, un po' come il terremoto, che è arrivato quando non ce lo aspettavamo". Lo ha raccontato a Radio Vaticana don Savino d'Amelio, parroco di Sant'Agostino ad Amatrice. "È molto significativo che abbia voluto condividere con noi la sua festa (oggi è il giorno di San Francesco, ndr), senza dare spazio a nessuna manifestazione esteriore", ha aggiunto il sacerdote.
Accumuli: la visita agli sfollati
Poi ha proseguito il suo viaggio tra i terremotati verso Accumoli per far visita alla zona rossa accolto dal capo della protezione civile Fabrizio Curcio e dal commissario per la Ricostruzione Vasco Errani. Il Papa è entrato con la macchina fino in piazza San Francesco, la piazza principale del paese, e si è soffermato a parlare con il sindaco e con Errani e Curcio. Al Pontefice è stata donata dal primo cittadino una felpa con la scritta Accumuli.
Dopo la preghiera Papa Francesco è andato a salutare gli sfollati di Accumoli che erano ad attenderlo sulla piazza ed è stato accolto da un applauso e dagli auguri per San Francesco. "Preghi per noi Santo Padre, ne abbiamo bisogno", hanno detto i cittadini. "Siete voi che dovete pregare per me - ha risposto Francesco - io vi sono vicino".
Il Papa ha regalato un rosario agli abitanti del Paese e ha poi salutato gli uomini della Protezione civile, dei vigili del fuoco e delle forze dell'ordine che lo hanno accompagnato.
Borgo di Arquata: una maglietta in dono
Papa Francesco si è recato poi nella tendopoli di Borgo di Arquata, sul versante marchigiano dell'area colpita del terremoto del 24 agosto. Appena sceso dall'automobile, il pontefice è stato accolto dal sindaco Aleandro Petrucci e dal vice Michele Franchi. La gente di Arquata gli ha donato una maglietta con la scritta "Il coraggio non trema"
"Buon pomeriggio a tutti voi. Io ho voluto esservi vicino in questo momento e dire a voi che vi porto nel cuore e so, so della vostra sofferenza e delle vostre angosce e so anche dei vostri morti e sono con voi e per questo ho voluto oggi essere qui". Ha detto il Papa. "Adesso preghiamo il Signore perchè vi benedica e preghiamo anche per i vostri cari che sono rimasti lì, e sono andati in cielo. E coraggio, sempre avanti, sempre avanti. I tempi cambieranno e si potrà andare avanti. Io vi sono vicino, sono con voi".
A Pescara del Tronto e ad Arquata del Tronto
Ad Arquata del Tronto il Papa ha salutato più di 100 persone, rivolgendo loro alcune parole e pregando con loro, e ha visitato la scuola allestita nella tendopoli. Prima di arrivare però, Papa Francesco si è fermato per una preghiera e un momento di raccoglimento a Pescara del Tronto, la frazione di Arquata rasa al suolo dal terremoto, dove sono morte 48 delle 51 vittime marchigiane.
Accompagnato dal vescovo di Ascoli Piceno mons. Giovanni D'Ercole, il pontefice si è incamminato per la strada principale, l'unica percorribile del paese, che è interamente zona rossa. Si è fermato a pregare davanti alle rovine da dove nelle prime ore dopo la scossa delle 3:36 del 24 agosto erano stati estratti i corpi di due ragazzi, che erano stati benedetti da mons. D'Ercole.
''Il Papa sembrava un parroco di paese, uno di noi, e averlo qui è stato un grande regalo, un grande incontro''. Michele Franchi, vice sindaco di Arquata del Tronto, è ancora emozionato per la visita a sorpresa di Papa Francesco alla tendopoli dei terremotati. ''Ha dimostrato un forte attaccamento ai più deboli, ha detto che ci aiuterà per quanto possibile, che non siamo soli''.
''Sempre avanti, sempre avanti'' ha ripetuto il papa anche ai terremotati di Arquata del Tronto. Poi ha recitato l'Ave Maria insieme ai bambini che vanno a scuola nella tensostruttura, e a quelli arrivati con due pullman dalla vicina Acquasanta Terme, un altro dei comuni terremotati delle Marche.
San Pellegrino di Norcia
Il Papa si è poi spostato a San Pellegrino di Norcia, una delle località più gravemente colpite dal sisma del 24 agosto e dove la tendopoli è stata recentemente smantellata. Papa Francesco si è fermato sulla piazza della frazione insieme ai fedeli e al vescovo di Spoleto-Norcia Renato Boccardo, quindi ha pregato nella zona rossa davanti alla chiesa di S. Pellegrino, fortemente danneggiata, per poi ripartire intorno alle 15.30 per Roma dopo aver inviato un ultimo saluto alla gente lì raccolta usando l'altoparlante di un'auto della Polizia.
Il "fuori programma" con le suore benedettine
Nel lasciare in auto la frazione di San Pellegrino di Norcia, il pontefice ha incrociato alcune suore benedettine del monastero di Sant'Antonio che stavano risalendo a piedi la stretta strada nella speranza di poterlo incontrare. Le religiose hanno salutato il Papa con la mano e a quel punto Francesco, seduto al posto del passeggero, ha fatto fermare la vettura e ha quindi abbassato il finestrino per salutarle e scambiare alcune frasi con loro. "Pregate per me" è stato l'invito del Santo Padre alle suore, secondo quanto riferito all'Ansa dalla badessa madre Caterina. "Ci ha salutato con un bel sorriso", ha aggiunto la religiosa. "Gli abbiamo detto che abbiamo pregato per lui oggi, nel giorno del suo onomastico, e continueremo a farlo". Dal giorno del terremoto le suore benedettine del monastero di Sant'Antonio dormono nella lavanderia della struttura religiosa, seriamente danneggiata dal sisma.