Parigi, l'Isis: "Ecco perché abbiamo attaccato la Francia"
Il comunicato che rivendica il massacro accusa il paese per la guerra al Califfo ma sottolinea anche il disprezzo per lo stile di vita "empio"
Sabato l'Isis ha ufficialmente rivendicato gli attentati di venerdì 13 novembre a Parigi con un comunicato pubblicato su Telegram e diffuso anche da SITE.
L'Isis nella rivendicazione dice esplicitamente che la Francia è stata attaccata perché è uno dei paesi che conduce gli attacchi aerei contro le forze del Califfato in Siria e Iraq.
La sorpresa
Il comunicato comincia con la sura Al-Hasr, che richiama la sorpresa.
La sorpresa dei miscredenti usciti dalla loro dimora perché pensavano di essere protetti dalla loro fortezza, che li avrebbe difesi contro Allah. "Ma Allah li raggiunse da dove non se lo aspettavano e gettò il terrore nei loro cuori."
La sorpresa, ovvero l'attacco a luoghi non "sensibili" e quindi non protetti. Luoghi che sono anche luoghi di svago, dove si esprime e diventa manifesta la cultura libera e "empia" degli "idolatri", che devono essere puniti.
Il Bataclan, gli empi
Evidente in questo quadro il ruolo particolare del Bataclan, luogo dove si celebra la musica rock, lo stile di vita occidentale, dove era in corso, al momento dell'attacco, "una festa della perversione".
I martiri
Nel comunicato una parte importante è l'esaltazione degli assassini di Parigi, i martiri, gli shahid.
"Otto fratelli", avvolti nelle cinture esplosive e armati di fucili automatici, che hanno puntato su bersagli "accuratamente scelti" nel cuore della capitale francese, fra i quali lo stadio dove era in corso la partita fra "i crociati tedeschi e francesi", dove era presente lo "stupido di Francia, Francois Hollande".
Parigi è stata "scossa sotto i piedi" degli otto fratelli, e "il risultato degli attacchi è stata la morte di non meno di 100 crociati", poi hanno "fatto esplodere le loro cinture nei luoghi di raduno dei miscredenti, dopo aver terminato le munizioni".
Attaccheremo ancora
Infine c'è la parte più minacciosa del comunicato dell'Isis: gli attacchi che verranno condotti nel futuro, in Francia e negli altri paesi che si oppongono al Califfato: "È il primo attacco della tempesta e un avvertimento a coloro che vogliono imparare".
Nelle parole di chi ha redatto il comunicato dell'Isis, vanno sottolineati i riferimenti alla Francia che guida il carro della campagna deicrociati e che ha "osato insultare il Profeta": indicazione quest'ultima che lega direttamente questa strage a quella a Charlie Hebdo.
La Francia attacca l'Islam anche in Francia
La Francia viene anche accusata di "combattere l'Islam in Francia", passaggio che, come sottolinea Renzo Guolo su Repubblica di oggi, mescola insieme l'ostilità alla laicità della Repubblica, ma anche le azioni del governo di Parigi di puntare sull'associazionismo musulmano fedele al paese, da contrapporre alla organizzazioni radicali nate in terra di Francia e duramente represse.
I musulmani che non combattono con l'Isis
Da non trascurare, poi, nel comunicato, la sprezzante considerazione per i musulmani "ipocriti" che non combattono per il Califfato.
Questi alcuni stralci del testo dell'Isis (nella traduzione inglese):
Eight brothers wrapped in explosive belts and armed with machine rifles, targeted sites that were accurately chosen in the heart of the capital of France, including the Stade de France during the match between the Crusader German and French teams, where the fool of France, Francois Hollande, was present.
[...] the Bataclan Conference Center, where hundreds of apostates had gathered in a profligate prostitution party. . . . So Paris shook under their feet, and its streets were tight upon them, and the result of the attacks was the death of no less than 100 Crusaders and the wounding of more than those. . . . They detonated their belts in the gatherings of the disbelievers after running out of ammunition.
Let France and those who walk in its path know that they will remain on the top of the list of targets of the Islamic State, and that the smell of death will never leave their noses as long as they lead the convoy of the Crusader campaign, and dare to curse our Prophet. . . . This attack is the first of the storm and a warning to those who wish to learn.