Pensionati e adolescenti: ecco l'esercito dei grillini
Chi sono i signor nessuno che si candidano alle regionali lombarde per il Movimento 5 Stelle. Dove le selezioni somigliano a un talent show.
Antonio, 65 anni, per arrivare fin qui si è fatto quaranta chilometri in macchina senza riscaldamento e resiste fino a tarda notte anche se l’orario per andare a letto – dice – per lui è già arrivato da un pezzo. Marco, prima di venire, si è fatto dare dal nipote 15enne una lezione su come utilizzare i social network. Che per lui sono ancora un mistero. Francesca, invece, Facebook e Twitter li conosce bene. Ma non altrettanto la politica. Perché se le chiedi quali sono i compiti istituzionali di un consigliere regionale, non sa rispondere. Poi spiega: “La politica mi ha sempre fatto schifo”. E fin qui nulla di male. Se non fosse che proprio lei ambisce a sedere al Pirellone.
Pensionati, adolescenti, molti disoccupati e qualche casalinga. È numeroso e variegato l’esercito dei futuri candidati alle elezioni regionali lombarde per il Movimento 5 Stelle. Questi giorni, infatti, per il “non partito” fondato dal comico Beppe Grillo, sono decisivi: nelle città lombarde si sono già chiuse le liste per le candidature. Fatta eccezione per Milano, che ha ancora tempo fino al 18 novembre. Poi arriverà il difficile: girare un video di presentazione che sarà diffuso e votato dal web. La parte più complicata, appunto. Perché molti di loro, Internet, sanno usarlo a malapena.
Girando per le riunioni serali del Movimento 5 stelle, che si tengono in vecchi centri civici, circoli ed ex scuole sparpagliate per le varie sedi lombarde, quello che si nota infatti è proprio questo: l’età media piuttosto elevata. Oppure bassissima. Al fianco dei tanti pensionati che si propongono alla guida della Regione Lombardia, ci sono infatti anche molti ragazzi ancora in età liceale.
E ad andare dritto al punto, durante una delle ultime riunioni che si è tenuta a Gallarate (Varese), è stato uno dei coordinatori, che ha pubblicamente rimproverato gli ignari e inconsapevoli candidati: “Avete un’età media troppo alta, dai 50 anni in su. Solo due di voi sono al di sotto dei 40. E poi dovete imparare a usare Facebook, e Twitter, mentre mi risulta che solo pochi di voi li utilizzano, tanto che avete problemi anche a rapportarvi con il sito”.
Ma giovanissimi o attempati che siano, i grillini sono convinti di sapere il fatto loro. E di poter offrire un valido contributo alla Regione Lombardia. Peccato però che, se si chiede loro cosa - di concreto - avrebbero intenzione di fare una volta ai posti di comando del Pirellone, in pochissimi sanno rispondere. Ma in compenso sanno ripetere a memoria, perfettamente, gli slogan di Grillo: “La politica ci fa schifo. E per farla non c’è bisogno di avere esperienze di alcun tipo. Se ci sono riusciti loro per trent’anni ci riusciremo anche noi. L’importante è mandarli a casa”.
Finalità delle riunioni lombarde è soprattutto quella di decidere, appunto, quale ruolo affidare a ognuno di loro, in caso di esito positivo della candidatura (i nomi finali dei candidati, in tutto 80, saranno scelti rigorosamente dal web) e quindi di vittoria. Ecco perché, per tutti e otto i capitoli del programma del Movimento 5 Stelle, saranno creati altrettanti gruppi di lavoro. Ma il difficile – per i coordinatori – è proprio questo: collocarli.
E così le selezioni assomiglianto a un talent show. “Tu cosa sai fare?”, chiede sbrigativo il coordinatore a un trentenne in cassintegrazione, che si presenta pubblicamente alzandosi in piedi davanti a oltre cinquanta persone. “Ho lavorato come magazziniere in un aeroporto dove gestivo i carichi di merce – azzarda lui – quindi potrei avere un ruolo nell’organizzazione gestionale”. Ma il coordinatore non sembra soddisfatto e lo fredda all’istante: “Gestire i pacchi non è come gestire le persone”. Francesco, insegnante in pensione, è molto più diplomatico: “Offro la mia disponibilità al completo. Ma non ho un’idea precisa su cosa potrei fare. Decidete voi per me”. Pure stavolta, il giudizio è severo: “Bisogna avere talento e competenza”.
Fra gli aspiranti candidati c’è anche Alberto, che si definisce “un perseguitato politico”, che avrebbe alle spalle una vecchia vicenda penale con la giustizia nicaraguense. “Non nascondo quello che mi è successo, ma non ho fatto nulla di male, non sono un delinquente – sostiene con forza – porterò tutte le carte per dimostrarlo e, se il movimento mi giudica non idoneo alla candidatura, ne prenderò atto”. Una delle regole, infatti, per poter correre nelle fila del M5S, è quella di avere la fedina penale immacolata.
Michela, mamma di 4 figli, invece, porta in dote al movimento proprio la sua attività genitoriale: “Sono convinta che gestire una famiglia sia molto più difficile che fare l’imprenditrice, perché per trattare con marito e figli bisogna avere arte diplomatica. Quindi io sono pronta a scendere in campo”. Applauso. Ma il coordinatore frena l’entusiasmo: “Ragazzi, quello che ho notato è che fra voi manca esperienza in campo politico. E non mi riferisco a quella di partito, che noi non vogliamo. Ma anche una semplice attività in associazioni o banale volontariato in voi è del tutto assente. Occorrono talenti”. E stavolta, a gelare, è una battuta dal pubblico: “E che siamo, a X Factor?”.