Donald Trump e Rex Tillerson
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Perché Donald Trump ha licenziato Rex Tillerson

Ha causato confusione al Dipartimento di Stato. E la sua politica estera è giudicata dalla Casa Bianca troppo in linea con la tradizione delle amministrazioni precedenti

Donald Trump ha dunque, come previsto, Rex Tillerson dalla carica di Segretario di Stato. Al suo posto ha nominato il boss della Cia, Mike Pompeo.

Da tempo se ne parlava. Già a fine novembre 2017 un report del New York Times citava  funzionari dell'amministrazione che avevano anticipato esplicitamente il licemsniamento

TILLERSON DEBOLE

Da mesi le voci circolate sulla sua sostituzione ne avevano indebolito la posizione; qausi mai sostenuta da Trump con prese di posizioni pubbliche. Insomma, anche quando non precise, perché annunciavano un evento che sarebbe arrivato mesi dopo, le voci del licenziamento di Tillerson non facevano che aumentare le probabilità di quel che prevedono.

LE DUE CAUSE

Due le cause principali che hanno portato alla sostituzione di Tillerson; cause evidenti da mesi:

  • da un lato la gran confuzione e il malcontento del personale del Dipartimento di Stato, soprattutto di funzionari di alto livello del corpo diplomatico;
  • dall'altro una gestione della politica estera giudicata da Trump troppo in linea con quella delle amministrazioni precedenti.

Vediamo la questione nel dettaglio.

SCONTRO PROLUNGATO

Da mesi questa rottura era nell’aria. In agosto 2017, per esempio, Tillerson non aveva difeso Trump dopo le affermazioni imbarazzanti del presidente a proposito del raduno dei suprematisti bianchi a Charlottesville, che era costata la vita a una dimostrante antirazzista (Trump aveva messo sullo stesso piano in neonazisti nostalgici del Terzo Reich e della segregazione alla Jim Crow e i dimostranti che difendevano i diritti civili). Tillerson, a un intervistatore della rete (di destra) Fox News aveva sottolineato che il “presidente parla per se stesso”.

In ottobre 2017 il Segretario di Stato aveva definito Trump “a moron” (un deficiente). Lo stesso Tillerson, si dice a Washington, pare sia stato più volte vicino a dimettersi, in questi mesi, sempre frenato da Mike Pence, il vice presidente, da John Mattis, il segretario alla difesa e John Kelly, il capo di gabinetto alla Casa Bianca. Consapevole della insostenibilità della situazione, però,sarebbe stato proprio Kelly a preparare la successione con l'ingresso in scena di Mike Pompeo.

VISIONI DIVERSE DI "POLITICA ESTERA"

Parte dei motivi del licenziamento di Tillerson stanno dunque in una sostanziale incompatibilità personale con Trump ma anche e soprattutto in una differente visione della politica estera. Nei fatti, la condotta del Dipartimento di Stato in questi mesi è stata piuttosto in linea con la tradizione della politica estera americana degli ultimi anni, e non molto diversa da quella della stessa amministrazione Obama.

Il che è anche curioso. Perché Tillerson è un ex Ceo di Exxon con forti legami e interessi d’affari con la Russia. La sua nomina ha sollevato notevoli critiche ed è stata indicata come una delle possibili fonti di conflitto di interessi dentro l’amministrazione.

E il Dipartimento di Stato di Tillerson sulla Corea del Nord si è allineato alla “pazienza strategica” di Obama più che alle fiammate di Trump.
Il Segretario si è più volte esposto con il presidente per mantenere la certificazione dell’accordo nucleare con l’Iran (cosa che poi Trump non ha fatto, rinviando la decisione al Congresso e per ora l'accordo è ancora in vigore).
Tillerson ha difeso pubblicamente il Qatar nel confronto con i vicini arabi guidati dai Sauditi e Trump aveva definito il Qatar uno dei massimi supporter del terrorismo. Inoltre era un sostenitore dell’impegno Usa nella Nato, che piace poco a Trump, e dell’alleanza forte con l’Europa. Insomma, il Tillerson Segretario di Stato era troppo ragionevole, troppo in linea con la tradizione diplomatica Usa perché Trump lo sopportasse.

CONFUSIONE AL DIPARTIMENTO DI STATO

D'altra parte, la mancanza di esperienza politica e diplomatica di Tillerson hanno scontentato buona parte dello staff del Dipartimento di Stato. Soprattutto le mosse di "riorganizzazione", dicono gli osservatori, sono state viste da chi ci lavora come molto rischiose per il futuro della diplomazia americana.

Dexter Filkins sul New Yorker ha scritto a fine 2017 che in soli dieci mesi Tillerson haveva quasi smantellato il corpo diplomatico americano. Causato l'abbandono di centinaia di funzionari e soprattutto  provocato l'uscita di decine di funzionari di alto rango e di grande esperienza fra il personale della diplomazia: persone che hanno "tarscorso la propria carriera all'estero, che parlano molte lingue e che sono molto esperte nei propri ambiti di competenza".

La presenza al Dipartimento di Stato di Tillerson sarà stata molto breve, ma le conseguenze dureranno a lungo. Sarà ricordato per quello che ha distrutto, più che per ciò che ha fatto.

(Questo articolo è stato pubblicato il primo dicembre 2017 e aggiornato il 13 marzo 2018)

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Luigi Gavazzi