Perché Fassina ha lasciato il Pd
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Perché Fassina ha lasciato il Pd

La fiducia sul ddl scuola è stato determinante. Il 4 luglio nasce una nuova corrente interna alla sinistra con Civati, Gregori, Cofferati...

"Ieri ho con sofferenza lasciato il Pd in un circolo del Pd di Capannelle".

La dichiarazione di Stefano Fassina arriva nel primo pomeriggio dopo che, già nella serata di ieri, erano emerse le prime voci di un abbandono. "L'ho fatto in un circolo della periferia di Roma perché lì sono le mie radici, le persone che dobbiamo rappresentare e alle quali dobbiamo dare risposte", ha aggiunto. "Nelle prossime ore formalizzeremo con una lettera alla presidenza del gruppo e della Camera la scelta mia e di Monica Gregori".

Il ddl scuola e la possibilità che sul testo venga posta la fiducia hanno rappresentato la goccia che ha fatto traboccare il vaso. "È grave e insostenibile" ha dichiarato Fassina annunciando che "il 4 luglio a Roma, insieme a Monica Gregori, Pippo Civati, Sergio Cofferati, Luca Pastorino, Daniela Lastri e altri uomini e donne che hanno lasciato il Pd e si sentono abbandonati dal Pd, ci ritroveremo per avviare un percorso politico sui territori. Continueremo a collaborare con i colleghi dove é possibile. Lasciamo il Partito democratico con spirito costruttivo. Resteremo in Parlamento con un atteggiamento positivo, non passiamo all'opposizione. Valuteremo provvedimenti nel merito. Il nostro obiettivo è una sinistra di governo, non una corrente minoritaria. La scadenza non è solo il 2018".

Dunque, le strade si dividono. Il percorso della nuova corrente di sinistra punta a "raccogliere quelle tante energie che in questi mesi sono andate nell'astensionismo e sono tornate a casa" ha proseguito Fassina. "È necessario il cambiamento, ma non è necessariamente positivo. Può essere progressivo o regressivo. In questi mesi, purtroppo, su punti fondamentali che segnano l'identità di una forza politica di sinistra, il cambiamento è stato regressivo".

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