Perché in Germania si "rischia" di andare verso nuove elezioni
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Perché in Germania si "rischia" di andare verso nuove elezioni

Com'era prevedibile, la diversità di vedute tra la Cdu di Angela Merkel e i liberali di Christian Lindner sull'immigrazione ha fatto saltare gli accordi

E' saltato il tavolo a Berlino. Nessun accordo per la formazione del governo. Adesso la Germania, sono le parole del Presidente Frank-Walter Steimeier, affronterà uno scenario inedito da decenni.

Inedito, in tedesco, è sinonimo di azzardo, di pericolo. Ma come si è giunti a questa conclusione, tutto sommato non così sorprendente? Ad azzerare le speranze della coalizione tra Cdu, verdi e liberali sono stati proprio quest’ultimi, guidati con spregiudicatezza da Christian Lindner.

A osservare il prolungarsi dei colloqui, nelle ultime settimane si capiva che qualcosa non andava per il verso giusto; ecco perché lo strappo del giovane leader liberale ha tutta l’aria di una scelta premeditata.

I due errori di Angela

Di certo Angela Merkel ha commesso almeno due errori. Il primo è stato quello di fidarsi di Lindner e di aver fatto - assieme ai verdi - concessioni importanti, per poi vedersi rifiutare l’accordo finale.

Il secondo errore, più grave, è stato quello di aver definito la giornata di ieri “storica”, senza capire che Lindner, dichiarando “è meglio non governare che governare male”, è riuscito da carnefice ad accreditarsi come vittima.

L’errore risalta ancor di più alla luce della clamorosa differenza in termini d’esperienza politica tra la Cancelliera e il suo potenziale alleato di governo. Gli scenari ora sono sotto gli occhi di tutti: un governo di minoranza all’inglese (ipotesi debole); una grande coalizione con la Spd (ma Schulz ha già detto no); nuove elezioni.

Nonostante il momento di difficoltà, Angela Merkel ha ancora il controllo dei giochi e se non commetterà ulteriori errori potrà continuare ad essere la protagonista della politica tedesca.

L'immigrazione, un falso problema

La tattica di Lindner è fin troppo evidente. Il tema sul quale ha fatto saltare il tavolo è l’immigrazione. Ma a questo punto occorre farsi una domanda seria: esiste un “oggettivo” problema immigrazione in Germania? Risposta: no. Esiste, invece, un problema culturale e di percezione “soggettiva” sull’argomento? Sì. Ed è quello evidenziato dal successo dell’estrema destra di AfD (Alternative für Deutschland).

Lindner si è reso conto - ricordiamo che i liberali erano rimasti fuori dal parlamento alle penultime elezioni, appunto assorbiti dalla CDU - che doveva connotare il suo partito come una forza distinta dal centrismo mediatore della Cdu plasmata dalla Merkel.

Incassato quindi il successo di una campagna elettorale dai toni nazionalistici, basata sui temi come la lotta all’immigrazione e un maggiore rigore sui conti con i partner europei, ora Lindner cerca di massimizzare gli utili. Nel suo disegno c’è la speranza di un rapido ritorno alle urne, per sfruttare l’onda lunga del populismo (calcolatore e in doppio petto) ma pur sempre tale, e dettare così l’agenda alla Cdu.

Dal canto suo, Merkel farebbe bene a concederle queste nuove elezioni, per vedere se il corpo elettorale tedesco abbia gradito o meno l’atteggiamento distruttivo di Lindner dal momento che tanto Cdu quanto i verdi avevano fatto ampie concessioni alle sue richieste.

Il possibile ritorno alle urne

La Germania a volte subisce il fascino del dinamismo, anche in politica, e Lindner (un Macron, dal punto di vista anagrafico e sartoriale) rappresenta ora la novità necessaria a tenere vigile il sistema paludato dell’ingranaggio tedesco. Ma deve far attenzione a non passare per quello che l’ingranaggio lo blocca, a partire dalle oscillazioni della borsa. E infatti a Francoforte e a Wall Street guarda ora preoccupato il mondo finanziario tedesco, da sempre innamorato della stabilità.

Per chi ha buona memoria, solo nel 2011 un brillante rampollo di nome Karl-Theodor zu Guttenberg, allora ministro della difesa proprio di Angela Merkel, fu costretto alle dimissioni con infamia per una tesi di dottorato copiata.

La Germania, in altre parole, non ama le scorciatoie e se Lindner vorrà ascoltare l’invito del Presidente Steimeier al senso di responsabilità, forse la parola fine sui negoziati non è ancora stata scritta.

L’alternativa sono le urne, ma se Lindner crede di studiare da Cancelliere probabilmente ha sbagliato classe.

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Alessandro Turci

Alessandro Turci (Sanremo 1970) è documentarista freelance e senior analyst presso Aspenia dove si occupa di politica estera

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