Perché Mattarella concede ancora tempo ai partiti
È l’ultimo esperimento per fugare definitivamente ogni dubbio che attualmente in campo non ci sono forze in grado di unirsi per governare il paese
Sergio Mattarella aspetta ancora e concede il tempo richiesto ai partiti, mentre l’Europa invia i suoi moniti all’Italia e le testate internazionali si sprecano in commenti su questo continuo stop & go per l'avvio della legislatura dopo le elezioni del 4 marzo scorso.
Da una settimana i tecnici e gli esponenti grillini e leghisti sono al lavoro su un programma comune che li unisca nel percorso di governo, anche se Di Maio prima di varare ufficialmente l'alleanza avrà bisogno di celebrare le consultazioni online sul programma ed è tutt'altro che scontato che la base 5 stelle sia contenta di andare al governo con la Lega.
Ma è possibile che la spaccatura si consumi ben prima di approdare su Rousseau. Al tavolo potrebbe non raggiungersi l'accordo sui temi sociali e sul nome del premier che rimane ancora un’incognita di non di poco conto.
I nomi che le parti hanno fatto circolare nelle ultime ore sono state il tentativo di annusarsi rispetto all’impronta che ciascuno vorrebbe dare al futuro governo, perché di fronte ad un premier “terzo” sia Salvini che Di Maio dovrebbero fare un passo di lato in termini di visibilità, con il rischio, altrimenti, che il futuro primo ministro diventi vittima di un fuoco amico costante.
Mattarella osserva il lavoro dei partiti
Intanto il Capo dello Stato aspetta e osserva in pieno silenzio. Le sue preoccupazioni sono le stesse dell’Europa e delle borse che di fronte a questo stallo cominciano a dare i primi segni di sofferenza.
Mattarella una settimana fa uscendo dal giro lampo di consultazioni ha definito la sua road map, ovvero un governo di garanzia “a tempo” fino al 31 dicembre, o anche prima qualora i partiti fossero riusciti nel frattempo a dare vita a un governo politico.
Questi tempi supplementari che il Colle ha concesso sono l’ultimo esperimento per fugare definitivamente ogni dubbio (qualora ce ne fossero ancora) che attualmente in campo non ci sono forze in grado di unirsi per governare il paese.
Se M5S e Lega unite superano il 50 per cento dei voti, al tavolo delle trattative mostrano parecchie divisioni sui temi più sociali dove il Movimento sconta il suo non essere né di destra né di sinistra.
La difficoltà di non avere una linea politica
Infatti, sui temi sociali spesso il Movimento fa ricorso al voto online per lasciare decidere direttamente gli iscritti cosa votare e cosa no. E’ lo scotto di non avere una linea politica definita e la difficoltà di doversi accordare direttamente con un altro partito, mette in luce la fragilità di questo esperimento politico.
Tuttavia, un governo dovrà farsi e qualora Lega e Movimento dovessero fallire, Mattarella avrebbe mani libere per varare il suo di esecutivo e rassicurare l’Europa.
Si dice che la pazienza è la virtù dei forti e il Quirinale ha dimostrato di averne da vendere.