Perugia e la sconfitta annunciata di Boccali
Mesi fa avevamo denunciato i problemi di Perugia e l'ex sindaco parlava di campagna diffamatoria. Le urne ci hanno dato ragione - le 3 P di Renzi - L'opinione
Come certi muri, certi «regimi» vengono giù all’improvviso. A Perugia è accaduto la notte di domenica 8 giugno. È stato un avvocato di 35 anni, Andrea Romizi, a sconfiggere un potere consolidato in città da 70 anni e sicuro di durarne altrettanti.
Candidato da Forza Italia per il centrodestra, Romizi ha sconfitto al ballottaggio il sindaco uscente del Pd, Wladimiro Boccali, con il 58% dei voti. Un risultato davvero storico, per la rossa Perugia, sui cui nessuno avrebbe scommesso un euro, anche considerando il trend negativo del centrodestra a livello nazionale e l’atteso, ma non pervenuto, effetto Renzi sulle elezioni amministrative.
Intanto in Corso Vannucci, dove la notte di domenica i perugini hanno festeggiato la vittoria di Romizi fino alle ore piccole, ci si chiede che fine abbiano fatto i voti dell’impiego pubblico, il consenso creato in questi anni da un sistema di potere così pervasivo che nessuno pensava alla sconfitta di Boccali.
Eppure l’impensabile è avvenuto, per la bravura di Romizi che ha condotto una campagna elettorale elegante, civile, umile, parlando con la gente, andando nei quartieri, ascoltandone i problemi. Forse anche per l’arroganza di Wladimiro Boccali, reattivo fino all’aggressività rispetto a qualsiasi critica, capace di addossare alle inchieste giornalistiche l’appellativo di «una continua campagna contro la città» e di attribuire soltanto ai giornali la cattiva fama che Perugia s’è guadagnata in questi ultimi anni. Ma non sono stati i cronisti ad attribuirle il titolo di capitale italiana della droga, crocevia dei cartelli dello spaccio, capoluogo tra i più pericolosi d’Italia. Per Boccali sono sempre state solo bufale, invenzioni della stampa ostile, colpevole, secondo una sua dichiarazione di qualche mese fa - e successiva a un’inchiesta di Panorama sul degrado cittadino (leggila qui ) - di dare troppo spazio alla cronaca nera.
Ha avuto ragione però, l’ex sindaco, nel sostenere che queste elezioni sono state soprattutto un referendum su di lui: questo referendum Boccali e i suoi 5 anni di amministrazione l’hanno perduto. Ha sicuramente pesato l’astensione dell’elettorato di centrosinistra, il movimento Cinque stelle ha riversato il suo consenso al candidato di centrodestra in nome del cambiamento. Ma i fattori davvero decisivi sono stati il malcontento di una città e l’offerta di un’alternativa nuova e giovane.