Il pasticcio della (non) nomina di Pier Carlo Padoan alla presidenza dell’Istat
La confusione della Commissione Affari Costituzionali al Senato che dà parere favorevole senza aver la maggioranza necessaria. Salvo poi correggersi
Questa storia che stiamo per raccontarvi ha il sapore di un pasticcio. Ma di quelli cucinati con cura e con tanto amore. Alla perfezione. E si aggiunge alla lunga serie collezionata dal Governo Letta (qui alcuni dei principali ).
Avete presente la nomina annunciata dell’illustre vice segretario generale e capo economista dell’Ocse Pier Carlo Padoan alla presidenza dell’Istat? Ebbene la procedura per l'elezione allo scranno più alto dell'Istituto di statistica italiano è descritta nella legge 196/2009. Prevede che la designazione effettuata dal Governo (il Governo Letta ha designato Padoan il 27 dicembre scorso) sia “sottoposta al previo parere delle Commissioni parlamentari competenti, che possono procedere all’audizione della persona designata”. Fate attenzione al passaggio che segue: “La nomina”, continua il testo di legge, “è subordinata al parere favorevole espresso dalle predette Commissioni a maggioranza dei due terzi dei componenti”. Essendo la Commissione composta da 27 membri, i voti richiesti per la nomina sono dunque 18.
E cosa ha combinato la Commissione? Ha emesso nella serata di ieri il comunicato che trovate allegato in fondo al nostro articolo (salvato, scannerizzato e archiviato dalla redazione de Il Foglietto della Ricerca , il settimanale online del sindacato nazionale dei lavoratori della ricerca) in cui riportava sotto il titolo in apertura la dicitura “parere favorevole” e in fondo: “La proposta di parere favorevole è approvata con 17 voti favorevoli, 5 voti contrari e una scheda bianca”.
Ma come approvata? Servono 18 voti favorevoli e ce ne sono solo 17! Abbiamo letto male noi? No, purtroppo no. Allora magari da qualche altra parte ci sarà scritto che la nomina non è da considerare valida mancando il numero dei voti… ma non c’è nulla. O almeno non fino a pochi minuti fa.
Se si andava a guardare il sito del Senato questa mattina verso le 11, infatti, ecco l’aggiunta. In alto sotto al titolo si riporta “Parere favorevole con maggioranza inferiore ai due terzi dei componenti“ mentre in fondo al testo “la Presidente, proclamando il risultato della votazione, rileva che la proposta di nomina ha ottenuto un parere favorevole con maggioranza inferiore ai due terzi dei componenti della Commissione”. Ma cosa è successo nel frattempo?
È successo che, questa mattina, la direzione de Il Foglietto della Ricerca ha segnalato direttamente alla Commissione l’anomalia del voto di cui nessuno si era accorto. Il motivo? Molto probabilmente non conoscevano bene la nuova norma, introdotta nel 2009 e che fino a oggi non era stata mai applicata. Eppure, la Commissione è presieduta dall’onorevole Angela Finocchiaro che è anche un magistrato.
Dunque, dopo la segnalazione, ecco arrivare la correzione. Come dire: la toppa è peggio del buco. Ma la cosa più grave è che l'illustre Pier Carlo Padoan, pur designato dal Governo Letta, non potrà più essere eletto presidente dell’Istat. E già, perché sempre la suddetta norma prevede che un candidato designato ma non eletto a maggioranza dei due terzi non possa più essere riproposto.
Davvero un bel guaio. Anzi, un bel pasticcio.
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I DUE DOCUMENTI