Sull'accordo Italia-Albania Scholz si schiera con la Meloni e condanna «l'accoglienza» e l'Europa
Berlino apre all'idea di appoggiarsi a paesi terzi, fuori dall'Unione Europea ammettendo finalmente che da sola Bruxelles non ce la fa a gestire i flussi di esseri umani
Mentre in Italia la sinistra, le associazioni umanitarie e la truppa del #restiamoumani, giocava a trovare il commento più duro contro l’accordo tra Italia ed Albania sui migranti (il massimo è stato «deportazione») dalla Germania, il cancelliere Scholz si schierava al fianco della Meloni: «Valutiamo anche noi di collaborare con paesi terzi per la gestione di chi arriva in Europa». Ci immaginiamo le facce del Pd, degli europarlamentari per cui una dichiarazione del genere è come un pugno, un diretto al volto tirato sul ring.
Ecco, dobbiamo essere onesti. Questo è il lato quasi divertente della dichiarazione. Vedere il cancelliere tedesco, di sinistra, schierarsi con Giorgia Meloni è davvero troppo, è davvero una cosa da ridere mentre quel che resta dell’opposizione nostrana cercava di rialzare la testa aggrappandosi proprio alla guerra al duo Meloni-Rama e ai due centri di accoglienza che saranno costruiti (a spese nostre) sulle coste albanesi dall’altra parte dell’Adriatico.
C’è però un lato preoccupante dietro questa frase del cancelliere tedesco. Perché con la sua frase anche Berlino, che dell’Europa è sempre stato il paese leader e guida, ha ammesso che da sola l’Unione non ce la fa, non ce la può fare a gestire la questione migranti e soprattutto la politica dell’accoglienza.
Arrivare a chiedere infatti l’aiuto di paesi terzi significa che da soli non bastiamo. E che il passo successivo, terminati anche gli aiuti di terzi, è quello della chiusura dei porti. Sempre ieri infatti anche la Svezia, la civilissima, modernissima, avanzatissima Svezia ha chiesto di stringere le maglie alle frontiere.
Scholz come la Meloni, quindi e come la mattiamo adesso? Chi critica la destra italiana adesso deve usare le stesse parole anche per il cancelliere socialdemocratico oppure ammettere che le critiche sono sbagliate, pretestuose, false. Scholz non è fascista, non è un deportatore di essere umani come non lo è Giorgia Meloni. Sono semplicemente due leader politici che senza follie sono semplicemente «realisti». E davanti alla forza della realtà non c’è destra o sinistra. C’è solo la realtà.