area c milano
(Ansa)
Politica

La sinistra vuole chiudere le auto a chi vive fuori dall'area C per tutelare quelli che li votano

La proposta avanzata dal Municipio 1 vorrebbe la chiusura al traffico della Ztl entro la fine del 2024 consentendo l'accesso solo alle auto dei residenti.

Non c'è pace per i guidatori a Milano.

Dopo la stretta sui parcheggi, le piste ciclabili posizionate in modo così strategico da formare veri e propri tappi nella circolazione, Area B e Area C, ecco che, proprio a proposito di quest'ultimo provvedimento, il parlamentino di Zona 1 avrebbe chiesto ufficialmente all'amministrazione comunale di applicare un'ulteriore stretta alla circolazione. Come? Vietando l'ingresso all'area dei Bastioni alle auto non residenti.

Apriti cielo.

Il consiglio comunale ha votato a favore della delibera martedì sera, scatenando immediatamente una polemica tra i membri del centrodestra. Nella delibera è inclusa anche una richiesta riguardante i parcheggi, che prevede la graduale sostituzione delle strisce blu con strisce gialle, l'aumento delle tariffe e l'obbligo per i residenti con più di un veicolo di pagare la sosta anche sulle strisce gialle. Ma la parte più surreale del documento rimane la proposta di limitare l'accesso al centro storico consentendo l'ingresso nell'area C solo ai residenti o ai mezzi di distribuzione in determinati orari da attuare entro la fine del 2024.

A portare alta la bandiera di questa rivoluzione green dei trasporti, che renderebbe di fatto un'area della città quasi completamente "car-free" è Lorenzo Pacini, consigliere del Municipio 1, che ha sottolineato come "tra i compiti dell'amministrazione" ci sia quello di "stilare delle linee di indirizzo per immaginare la Milano del futuro". Che, spoiler, a suo avviso sarebbe libera dalle auto, con una progressiva pedonalizzazione del centro città. "I dati di Area C dimostrano che il pagamento del ticket di ingresso non serve a ridurre il numero di veicoli che ogni giorno entrano" ha commentato Panici "Bisogna superare il concetto dei 5 euro e andare verso la pedonalizzazione".

Quel che sfugge sono due dettagli. Il primo, le dimensioni di Area C. Area C, è una Ztl di 8,2 metri quadrati (3,2 miglia quadrate) nell'area centrale della Cerchia dei Bastioni del comune di Milano, con un accesso ristretto ai veicoli. Chiudere un'area di questa portata creerebbe non pochi disagi anche ai residenti stessi. Secondo. Attualmente l'introito medio annuo garantito da Area C al Comune si aggira sui 34 milioni di euro. Con il ritocco del ticket previsto, si avrebbero tra i 13 e i 20 milioni di euro in più ogni anno. 50 milioni di euro. E senza contare le sanzioni che derivano da mancati pagamenti degli accessi ai varchi Area C che, secondo le stime, arriverebbero alla modica cifra di 80 milioni. Cinquanta più ottanta, senza che la matematica sia un'opinione, che andrebbero in fumo con buona pace dell'idelogia green e provecherebbero uno sconquasso nelle casse comunali di notevole portata.

Giampaolo Berni Ferretti, consigliere del Municipio 1, ha espresso il suo dissenso affermando: "Ho lasciato la seduta in quanto il provvedimento era talmente inaccettabile da non meritare neanche un commento." In risposta, il sindaco ha dichiarato: "Non sarò mai sindaco di Milano."

Anche Samuele Piscina, Segretario cittadino della Lega e consigliere comunale che insieme a Anna Maria Pignatti Morano, capogruppo in Municipio 1 ha denunciato la corposa delibera, ha sottolineato come "Ci troviamo ancora una volta di fronte alla miope visione sulla mobilità della sinistra. Alla maggioranza evidentemente non bastava mettere le mani nelle tasche dei cittadini e l'obiettivo era ben più ampio: far sparire piano piano tutte le auto, come per magia".

Da Palazzo Marino l'assessora alla Mobilità Arianna Censi ha commentato con uno stringato: "Non è all'ordine del giorno”. Più dura, invece, la risposta del primo cittadino Beppe Sala che ha sottolineato "Non finché io non sarò sindaco", bocciando - almeno a parole - la proposta della fronda dem di parlamentino.

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Marianna Baroli

Giornalista, autore

(Milano, 1986) La prima volta che ha detto «farò la giornalista» aveva solo 7 anni. Cresciuta tra i libri di Giurisprudenza, ha collaborato con il quotidiano Libero. Iperconnessa e ipersocial, è estremamente appassionata delle sfaccettature della cultura asiatica, di Giappone, dell'universo K-pop e di Hallyu wave. Dal 2020 è Honorary Reporter per il Ministero della Cultura Coreana. Si rilassa programmando viaggi, scoprendo hotel e ristoranti in giro per il mondo. Appena può salta da un parco Disney all'altro. Ha scritto un libro «La Corea dalla A alla Z», edito da Edizioni Nuova Cultura, e in collaborazione con il KOCIS (Ministero della Cultura Coreana) e l'Istituto Culturale Coreano in Italia.

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