I giusti arresti dei terroristi rossi in Francia
C'è chi condanna la cattura dei 7 terroristi in Francia raccontandoci che è vendetta e non giustizia. Ma non è così
Speravamo non accadesse, per una volta, ed invece è successo. C'è infatti qualcuno che da ieri e sui giornali in edicola oggi, cerca di condannare gli arresti dei 7 terroristi Rossi (rossi, vuol dire di sinistra, sia chiaro) avvenuti ieri in Francia.
Non potendo difenderli sul piano giuridico, dato che parliamo di assassini condannati in via definitiva dalla giustizia italiana, ecco che questi difensori del terrorismo mettono in discussione l'utilità del carcere e degli arresti per delle persone ormai anziane e che da anni, decine di anni si erano di fatto costruiti una nuova vita, protetti dalle leggi della Francia.
L'opinione propagandata sarebbe questa: non è giustizia, è vendetta dato che viene meno lo scopo principale della carcerazione, cioè il reinserimento nella società del condannato.
Tutto questo una riflessione la merita.
La prima è che lo Stato ha il dovere di cercare fino alla fine, di arrestare e mettere in carcere chi ha sbagliato e per questo è stato condannato. Ripetiamo, è un dovere. E non solo verso le vittime, verso i loro familiari, soprattutto verso ciascuno di noi. Un dovere educativo, civico. Quindi non esiste scadenza, non esiste un punto in cui, no da adesso non paghi più. Chi sbaglia paga, fosse anche solo per un giorno. È un messaggio ai cittadini ed a tutto il mondo: in Italia chi sbaglia paga, senza sconti, che troppo spesso diventano scuse.
La seconda è legata ai compiti ed all'utilità del carcere. Se è vero infatti che lo scopo primario è il reinserimento è altrettanto vero che esiste anche uno scopo che non vogliamo chiamare secondario (non lo è) altrettanto importante: ed è la punizione. Il carcere, i domiciliari, sono anche questo e questo conta tanto quanto.
Ma forse, da troppo tempo, ci siamo concentrati solo sul dopo, sul ritorno alla vita normale dei condannati, concedendo permessi premio, riduzioni della pena e cose varie. Abbiamo mostrato, stiamo mostrando, forse troppa sensibilità verso terroristi e delinquenti. Sensibilità che chi ha delitto forse non ha mostrato.
Ps. Come vedete non abbiamo nominato i parenti delle vittime, il loro dolore e la loro perdita. Semplicemente perché in tutto questo discorso non c'entra. La giustizia va oltre il dolore. Poi, come successo e come leggiamo anche oggi c'è chi esulta e chi invece non trova alcuna gioia nel vedere chi ha ucciso il padre o il fratello arrestati 40 anni dopo. Ma queste sono cose personali, ingiudicabili ed inutilizzabili per fini politici
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