Assegno unico per i figli: come funziona e a chi spetta
Via libera definitivo al sostegno economico per le famiglie con minori a carico.
A partire dal primo luglio 2021, nelle case di ogni famiglia che abbia un figlio minore di 21 anni arriverà l'assegno unico universale che verrà corrisposto mensilmente agli aventi diritto per una quota valore progressiva che raggiunga l'importo massimo di 250 euro. Il via libera definito dall'aula del Senato rende stabile una riforma degli aiuti economici alle famiglie attesa da anni.
I fondi
Adesso per far fronte all'impegno statale di concentrare in un'unica soluzione gli aiuti già esistenti per le famiglie (tra bonus, incentivi e detrazioni) bisogna reperire le risorse finanziarie, al momento insufficienti, e mettere a punto i differenti decreti legislativi al fine di coprire in maniera completa e adeguata l'intero target nazionale. I 20 miliardi messi in campo oggi non sarebbero sufficienti per coprire assegni universali dall'importo progressivo che passa dai 50 ai 250 euro a famiglia a seconda della fascia di reddito.
Il progetto
Con l'assegno unico universale l'idea è quella di favorire la natalità e l'occupazione femminile, mai come oggi messa in ginocchio dalle mille contraddizioni che si incontrano nel tentativo di essere madre e lavoratrice.
Come viene erogato
Nella pratica l'assegno può essere erogato in due differenti modi: sotto forma di credito d'imposta o in denaro e verrà messo a disposizione di tutti i lavoratori siano essi pubblici o privati, autonomi o liberi professionisti o disoccupati. L'unico vincolo è che i beneficiari debbano essere soggetti al pagamento dell'imposta sul reddito in Italia, risiedere stabilmente nella penisola e, ovviamente, avere figli a carico. L'assegno è riconosciuto ad entrambi i genitori, tra i quali viene ripartito in egual misura. Il calcolo della quota spettante dipende dal coeficiente ISEE familiare, dall'età dei figli e dal numero dei minori a carico.
Assegno o credito d'imposta
Le famiglie hanno la possibilità di scegliere la forma di riscossione della quota che può essere riconosciuta sia come credito d'imposta sia come assegno diretto e può essere cumulabile al reddito e alla pensione di cittadinanza. L'assegno è compatibile anche con eventuali misure in denaro a favore dei figli a carico erogate dalle Regioni, dalle province autonome e dagli enti locali.
Cosa succede dopo i 18 anni
Dopo il compimento della maggiore età, ovvero per la fascia 18-21 anni, l'assegno continua a essere erogato solo a patto che il figlio maggiorenne sia iscritto all'università o a un corso di formazione scolastica o professionale. Anche in caso il figlio stia compiendo il servizio civile o di leva la quota verrà erogata. Nel caso in cui il figlio a carico sia portatore di disabilità l'assegno è maggiorato in una quota progressiva che va dal 30 al 50% a secondo della gravità e verrà erogato anche oltre i 21 anni.
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