L'astensionismo (record) e le non colpe della politica
Più del 50% degli italiani non si è recato al voto ma ci sono alcuni luoghi comuni contro i partiti da sfatare una volta per tutte
49,6%. Il dato dell’affluenza con il partito del NON voto per la prima volta maggioranza assoluta nel paese deve farci riflettere, anzi, deve darci il coraggio di leggere l’astensionismo in un altro modo rispetto a quanto fatto finora, cioè come un atteggiamento di cui sia colpevole la politica. Ad ascoltare infatti le analisi ci sono due frasi ricorrenti, dei veri e propri dogma di chi non sa nemmeno dove sia finita in casa propria la scheda elettorale: «I partiti sono tutti uguali…» e «I politici sono tutti ladri». Cominciamo dalla prima…
I partiti non sono tutti uguali, anzi, soprattutto in Italia dove sulla scheda elettorale di ieri gli elettori si sono trovati davanti ad una dozzina di proposte molto diverse tra loro, alcune delle quali decisamente agli antipodi. C’erano i pro Ucraina ed i pacifisti; c’erano i pro case green e quelli contro; c’era candidata una pregiudicata anarchica e l’ex direttore di Avvenire, il quotidiano della Chiesa; c’era chi vuole accogliere tutti i migranti a braccia aperte e chi vuole costruire muri. C’era di tutto di più. e tra gli estremi decine di chiamiamole “vie di mezzo”. Insomma, non trovare nulla che più o meno corrispondesse alle nostre posizioni è praticamente impossibile. Quindi, per cortesia, finiamola…
Ed ora la seconda…
Ladri? È quantomai evidente che da decenni non c’è categoria di lavoratori finiti nel centro del mirino della magistratura come i politici. Che siano europei, nazionali o locali le procure seguono ed agiscono. A Bruxelles c’è stata ad esempio l’inchiesta sui soldi che hanno coinvolto Panzeri ma alla fine pochi altri parlamentari. In Italia non c’è settimana in cui non succeda qualcosa, non parta un’inchiesta o un’indagine, basti ricordare il caso Decaro o quello di Giovanni Toti. Quindi, è vero, forse c’è ancora qualche episodio di illegalità ma si tratta di episodi, di casi isolati. La classe, nel suo complesso è molto più onesta di quello che si creda.
Chi non vota lo fa quindi per semplice menefreghismo e di questo, è ora di dirlo, la politica non ha colpa. Anche perché in Italia di politica si parla tanto, tantissimo, verrebbe da dire anche troppo. Sulle tv nazionali la sera ci sono i telegiornali, poi i programmi di politica pre-serali, poi quelli sullo stesso tema di prima serata che finiscono a notte inoltrata. La politica quindi non può fare di più se non smetterla di colpevolizzarsi per il fatto che ci sono sempre più persone che non vanno a votare.
Un’ultima notazione: a disertare le urne sono soprattutto i più giovani. Bisogna però essere onesti nel guardare chi sono oggi i nostri ragazzi. La mia generazione (ho abbondantemente superato i 50) aveva come proprio “mondo” la propria regione, al massimo l’Italia nel suo complesso. Spostarsi per lavoro a Torino ad esempio era vista come una tragedia ed una cosa anomala (forse anche sbagliata). Il mondo dei ragazzi di oggi, dei miei figli, è il “mondo” stesso: ragazzi che studiano due o tre lingue che chattano con ragazzi di altre parti del mondo, che fanno l’Erasmus e che in questi giorni stanno partendo a decine di migliaia per vacanze studio all’estero. Ragazzi che si sentono liberi di poter scegliere dove sarà la loro vita anche fuori e lontano dall’Italia, senza che si tratti di una colpa, anzi, spesso di una cosa positiva.
L’astensionismo non è il segno del male della politica e dei suoi limiti (che si sono, sia chiaro) ma soprattutto semplice menefreghismo che va rispettato ma che ha delle conseguenze, anzi, una sola: chi non si è presentato ai seggi ha espresso si il proprio diritto al non voto ma ha perso il diritto alla lamentela.