Beppe Sala, il sindaco che non sbaglia mai
In un'intervista il primo cittadino di Milano si lamenta dell'assenza del Governo (di destra) senza fare mea culpa sui suoi errori su: sicurezza, mobilità, inflazione, qualità della vita
Il sindaco Beppe Sala lamenta che il governo “trascura Milano”. Il che è una facile scorciatoia per esprimere un concetto comodissimo: i meriti sono miei, le colpe sempre degli altri. Non si capisce perché quando al governo c’era il partito democratico, questa assenza nei confronti del capoluogo lombardo non venisse percepita dal municipio. Ma al di là di questo, è fin troppo facile scaricare su Roma, e sui ministri “imboscati”, i guai di una città che ambiva ad essere moderna, tecnologica e internazionale, ma che il più delle volte fa notizia per i titoloni sulle pagine di cronaca nera.
Ad ogni aggressione in periferia, ad ogni scippo, ad ogni rapina all’arma bianca, il sindaco si rifugia nell’”aggressione mediatica”, come se la pericolosità di certi quartieri fosse solo un’invenzione della stampa. Perché la tecnica è questa. C’è sempre qualcun altro cui dare la colpa, quando non si riesce ad uscire, tanto per fare un esempio, dal pasticcio legato alla costruzione dello stadio. C’è sempre un capro espiatorio fuori dalle mura cittadine, quando il Seveso esonda e sommerge mezza città. C’è sempre qualcuno altro cui scaricare il barile, quando la cittadinanza ribolle per l’aumento dei prezzi dei mezzi pubblici. E’ sempre colpa altrui, quando imprenditori e semplici cittadini si ribellano alle spietate telecamere dell’Area C che hanno trasformato il centro città in un salotto per pochi privilegiati, mentre il mondo reale di chi non può permettersi un’auto elettrica resta ben lontano dall’isola pedonale.
Se Milano è diventata una città divisa e metà (i salotti vegani del centro, e il Bronx dell’hinterland), la responsabilità è solo di un’amministrazione che ha sognato una metropoli come Parigi, salvo voltarsi dall’altra parte quando si è trattato di facilitare gli affitti o gli spostamenti. In prima fila per le auto elettriche e per i monopattini, coltivando il sogno di una città arcobaleno senza pregiudizi, confini e barriere: il massimo dell’inclusività.
Peccato che, a restare esclusi da questo sogno, siano i milanesi normali, con un reddito normale, con un auto normale, con una vita normale. Quelli sì, “trascurati”: e non dal governo di Roma.