La vera «Bestia» si scatena contro Morisi e Salvini
Le reazioni, i commenti, le frasi ed i titoli dei giornali mostrano come la macchina social creata da Luca Morisi era nulla a confronto della cattiveria mediatica di questi giorni
E' arrivato il contrappasso. Il dente per dente. Alla Bestia, si risponde con Bestia e mezzo.
Per carità, la condotta imbarazzante di Luca Morisi, inutile negarlo, rischia di essere un colpo durissimo per la Lega. Certe ipocrisie sono politicamente indifendibili. Predicare posizioni rigidissime e poi smentirle nei comportamenti, sta gettando inevitabile discredito sui fautori di quella linea politica. E questo a prescindere dal fatto che non sappiamo ancora se Morisi abbia commesso dei reati, e non ci sono ancora evidenze sul contenuto di quel "flacone" che lo spin doctor di Salvini avrebbe regalato alle persone che ha incontrato.
Eppure, assodato che lo scandalo esiste e che Morisi si difenderà ed eventualmente pagherà i suoi errori, non possiamo fare a meno di notare la schizofrenia di chi ci sguazza. Chi sente l'odore del sangue è atterrato sulla villetta del veronese con la voracità d'uno sciacallo (sempre di bestie parliamo). Quando s'affaccia l'occasione, per giunta sotto elezioni, questi garantisti alla pummarola si trasformano in Torquemada nel tempo d'un giro d'orologio.
Così i giornali si trasformano in romanzetti estivi: la parola "festini", evocatrice di vortici lussuriosi stile Eyes Wide Shut, riempie d'inchiostro le pagine. Si arzigogola sul ruolo dei due fantomatici "rumeni" (termine dispregiativo sdoganato per l'occasione). Si torchiano i vicini di casa, si evocano colpi di scena fragorosi. La presunzione di innocenza lascia il posto alla morbosità da buco della serratura, con l'aggravante di un ipotetica relazione omosessuale. A puntare il dito sono gli stessi che poi in parlamento combattono per il Ddl Zan, la libertà di costumi, la tolleranza: ma quando c'è da asfaltare il nemico certe battaglie non contano più.
Allo stesso modo, che si parli di droga è effettivamente sconcertante. Ma altrettanto sconcertante è l'opera di criminalizzazione (a prescindere che sia per uso personale o meno) da parte di chi combatte per la legalizzazione. La furia castigatrice contro Morisi li porta a rinnegare sé stessi, al grido di "ben gli sta". Siamo proprio sicuri che, se la Bestia era il peggio del peggio, questa sia davvero una risposta di natura liberale?
Siamo uno strano paese, dove l'avversario è un mostro da distruggere, e l'amico un compagno che sbaglia. Da questo punto di vista, nessuno può davvero scagliare la prima pietra. E invece, anche stavolta, siamo sotto una sassaiola. Dove non si capisce più chi è la vittima, e chi la Bestia.
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