francia ucraina
(Ansa)
Politica

La «Brigata Francese» in Ucraina, tra progetti e difficoltà logistiche-militari

Istruttori francesi in Polonia, anzi in Francia, ma servono in Ucraina. Intanto, mentre addestra i piloti di Keiv per gli F-16 sugli Alpha Jet, Macron gli rifila i Mirage 2000-5

Martedì 4 giugno alla fermata dell'autobus davanti all'ambasciata francese a Mosca erano comparsi dei manifesti che dicevano: “Francese, non ripetere gli errori dei tuoi antenati”. L'immagine rappresentava la foto in bianco e nero di un soldato con il tricolore francese al braccio, in ricordo di coloro che nella Seconda Guerra Mondiale avevano combattuto “contro la Russia dalla parte dei nazisti”. Il problema era nato qualche giorno prima, quando il capo dell'esercito ucraino Oleksandr Syrsky aveva detto che istruttori militari francesi sarebbero presto arrivati nel Paese, affermazione subito smentita dallo stesso governo ucraino.

Così nella giornata di ieri, 6 giugno, il presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato che la Francia farà un passo avanti in termini di sostegno all’Ucraina assumendo l'impegno di addestrare migliaia di soldati di Kiev, il cui numero sarebbe 4.500, per aiutarla a combattere la Russia. E che lo farebbe in Francia, anche se, almeno stando alle informazioni che circolano sui canali Telegram, è più probabile che ciò possa avvenire in Polonia.

La risposta del Cremlino è stata chiara: nel caso gli istruttori francesi dovessero trovarsi in Ucraina sarebbero considerati obiettivi legittimi. Ad oggi la Francia non ha ufficialmente personale militare che assiste o addestra le forze ucraine in Ucraina, ma Kiev ha detto la settimana scorsa che era “in trattativa” con Parigi. “In qualunque modo siano etichettati, siano essi membri delle forze armate francesi o semplici mercenari, rappresentano un obiettivo assolutamente legittimo per le nostre forze armate”, ha detto il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov in una conferenza stampa, mentre il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha dichiarato: “Tutti gli istruttori impegnati nell'addestramento del regime ucraino non hanno alcuna immunità. Non importa se sono francesi o no”, ha detto ai giornalisti. Se il discorso di Macron è politico e commerciale, tanto che alla televisione ha detto “Il nostro Paese aspira alla pace, ma ciò non deve significare la capitolazione dell’Ucraina”, quello russo è invece molto pragmatico e soprattutto lancia un messaggio neppure tanto velato, quello di non coinvolgere personale militare francese in uno scontro nel quale Kiev non ha, al momento, alcuna possibilità di vincere nel senso di ricacciare le truppe russe oltre i confini del 1991. La parte commerciale del discorso di Macron è invece quella che riguarda la fornitura di armi francesi e quella – che l'Eliseo sperava da tempo - di equipaggiare la forza aerea ucraina con aerei da combattimento Mirage 2000-5 usati, cominciando l'addestramento dei piloti e dei tecnici di Kiev entro la fine del 2024. Per arrivare a questo la Francia ha da tempo offerto ai piloti di Zelensky di addestrarsi su velivoli francesi in attesa degli F-16, ed è quello che sta avvenendo nelle basi aeree della Francia sud occidentale. I piloti scesi dall'addestratore franco-tedesco Alpha Jet avrebbero infatti già confidenza con una dottrina in parte applicabile ai Mirage.

Macron quando le spara grosse (le parole) è sempre prontissimo ad attenuare, così ha subito dichiarato che la Francia non sta conducendo una guerra contro la Russia o contro la sua popolazione e non sta cercando alcuna escalation del conflitto. “Il territorio ucraino è sovrano” ha detto “non si tratta di addestrare i soldati nella zona del conflitto. Ma quando l’Ucraina ha davanti a sé una sfida, dobbiamo rispondere come abbiamo fatto ogni volta”, ha aggiunto.

Ma ciò che il presidente francese non ha ancora detto con chiarezza è di escludere il rischieramento di truppe francesi in Ucraina, nonostante la riluttanza degli altri membri della Nato e la furibonda condanna di Mosca. Bisogna tuttavia ammettere che il numero di cittadini francesi coinvolti in modo diretto o indiretto nel conflitto sono più numerosi di quelli italiani o tedeschi, e proprio nelle ultime ore lo stesso Macron ha affermato che è stato arrestato un cittadino francese che lavorava per un'organizzazione non governativa svizzera in Russia, e che l'operazione è stata condotta in coordinamento con i funzionari di Mosca, senza però specificare quale fosse l'incarico dell'uomo.

Intanto il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy ha partecipato alle cerimonie che Francia e Regno Unito hanno organizzato in Normandia in occasione degli ottant'anni del D-Day, da dove poi è partito per gli Usa in vista del discorso che terrà nel pomeriggio italiano di oggi davanti all'Assemblea nazionale, dove incontrerà sia il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e ancora Macron.

Perché l'addestramento dovrebbe essere fatto in Ucraina

Sulla necessità di addestrare nuove truppe in Ucraina è necessario chiarire alcuni aspetti: all'inizio del conflitto mentre Kiev mandava al fronte soldati con una preparazione modesta, la Russia aveva inviato ufficiali esperti reduci dalle operazioni in Afghanistan e le più recenti missioni in Siria. Ora i russi fanno fatica ad arruolare, mentre agli ucraini, i cui soldati sono oggi meglio addestrati e in qualche caso anche in standard Nato, mancano gli ufficiali esperti – che erano pochi anche nel 2022 -, la cui formazione è giocoforza più lunga e onerosa in termini economici. Ma Kiev non ha avuto il tempo né il modo di attuare questo addestramento, mentre Mosca aveva subito mandato a combattere gli ufficiali esperti perdendone un numero elevatissimo, per poi promuovere soldati sopravvissuti e rimandarli in prima linea. Questo da parte ucraina significa non poter attuare strategie efficaci, mentre da parte di Mosca vuol dire avere una forza carente in termini di metodo di comando di plotoni e compagnie, fatto già dimostrato dai bagni di sangue visti tra le file russe nell'inverno 2022-23 per ottenere ben pochi avanzamenti del fronte.

Per non commettere gli stessi errori l'Ucraina deve far addestrare i suoi uomini nel suo territorio e può farlo soltanto impiegando istruttori occidentali, poiché quelli di nazionalità ucraina sono già al fronte e dovrebbero lasciare sguarnite le loro posizioni, con effetto devastante sulla capacità di difesa. Banalmente, come accadde un anno fa, per i militari ucraini passare dal maneggiare armi di concezione e costruzione sovietica a usare efficacemente quelle in standard Nato non è un'operazione immediata, tanto meno essere in grado di insegnarne l'uso ai sottoposti. Questo che si tratti di un fucile mitragliatore come di una batteria di missili.

Infine, l'evoluzione del conflitto è continua e sempre peggiore: i russi, per esempio, nel tentativo di ostacolare la riconquista di territori da parte degli ucraini hanno riempito intere zone di mine, mettendone così tante e in modo tanto rapido che non ne hanno tracciato il posizionamento. Questo ora impedisce loro di eseguire manovre con mezzi corazzati e costituirà un grave problema a guerra finita per la bonifica, che potrebbe durare decenni.

TUTTE LE NEWS DI DIFESA

I più letti

avatar-icon

Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

Read More